Le gravine che ho visto, tutte diverse. Quella di Castellaneta, ad esempio, stretta e profonda, ombrosa.
Questa di Laterza ampia e soleggiata e molto più ricca di essenze.
Quercus trojana, Q. ilex (arroccata perlopiù sui margini del "taglio"), sul tavolato Ulmus, una betulacea che non ho ben capito se Carpinus o Ostrya, Pirus, Crataegus, orniello, lentisco, terebinto, ginepro, fabacee arbustive varie, cisti di due specie, Thymus spp., orchidee di almeno 7-8 specie, minuscoli Iris nero-viola, Centranthus ruber, ferule, ecc.
Sul fondo (dove non siamo riusciti a scendere, causa pioggia), mi è sembrato di indovinare salicacee e oleandro.
E' evidente che queste gravine, nell'area dove si sviluppano che è tra le più sfruttate e manomesse del Paese, rappresentano l'ultimo rifugio della vegetazione spontanea, sebbene molto compromesse da pascolo, incendi, e da tutti i mali che sappiamo. Come si vede in alcune foto, all'orizzonte solo serre sotto teli di plastica.
Purtroppo, temo rappresentino ormai solo corridoi a fondo cieco.
Personalmente, immagino una ricca fauna di buprestidi che attende solo di essere "inventariata", ma non mi risulta che le gravine siano mai state investigate seriamente da qualche "buprestidologo". Invece tocca andarci, in epoche propizie e per più anni. Sono convinto che ci siano delle sorprese in attesa.
Quindi:
Scivola nella macchia
il cacciator cortese,
sebbene a fine mese
le bollette ha da pagar.
Occhio di falco,
passo di gatto,
tremano dentro ai fori
i bupresti tutti d'or.
Ciao, A.
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