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Comportamento Trombidium holosericeum



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 14/06/2014, 22:15 
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hutia ha scritto:
si questa :bln:, per me la vista è la prima relazione degli animali (non tutti ovvio) con il mondo esterno

La vista è uno dei sensi più importanti, ma non in tutti gli animali lo è quanto in noi, o nei primati in generale, o negli uccelli, in molti rettili, ecc. Molti altri animali percepiscono il mondo in modo molto diverso, e francamente non ho idea di come lo facciano questi acari. Ripeto che probabilmente qualche studio su questo c'è. Si tratta solo di trovarlo.

hutia ha scritto:
se era l'nchiostro (senza considerare che nel fare qualche cerchio quanta sostanza tossica si libererà e in più con l'aria quanta ne restera da inalare per l'acaro, quisquilie direi) perchè avviene anche con la matita?
Avviene anche con la matita, ma molto meno. Per cui deve essere coinvolto anche qualcosa di diverso dalla vista (questo non esclude che la vista faccia la sua parte).
Come ben sai gli insetti, e presumo anche gli aracnidi, sono in grado di percepire la presenza di varie sostanze anche in dosi minime, quindi probabilmente le sostanze volatili che si liberano dall'inchiostro non bastano a "intossicarlo" ma sono più che sufficienti a farlo arretrare.
Io comunque, proprio per il fatto che un po' di reazione l'hanno anche con la matita, sarei più per una percezione "da contatto" (anche se, le mine delle matite non sono fatte solo di grafite, che ovviamente non evapora facilmente, visto che bolle a quasi 5000°C, ma di polvere di grafite impastata con argilla e derivati degli idrocarburi, e questi potrebbero benissimo essere volatili ed essere percepiti dall'acaro).

Come dicevo, è comunque probabile che la percezione della linea che li circonda dipenda da più sensi contemporaneamente.

Alessandra ha scritto:
Il soggetto ha iniziato a sbattere sempre più veloce nei limiti di questo cerchio fino a rimanere qualche secondo fermo nel centro per poi lasciarsi cadere . Come si potrebbe interpretare questo? avvelenamento o mi permetta.."esaurimento nervoso"? è probabile che avvertano i loro limiti e che dunque decidano di lasciarsi morire come conseguenza al loro "apprendimento"? possiamo avere un'interpretazione diversa dall'intossicazione?

Mi sembra una ipotesi molto improbabile. Non dobbiamo pensare agli animali come a degli esseri umani "limitati" dal punto di vista del pensiero.
L'intelligenza si manifesta in modi molto diversi. Un fenomeno come quello che prospetti potrebbe verificarsi in animali dotati di grandi capacità di apprendimento, come le scimmie, o altri mammiferi come felidi, canidi, cetacei, (un po' tutti i mammiferi, in realtà), gli uccelli, ecc., ma non ce lo vedo in piccoli artropodi, dominati quasi tutti dal comportamento innato.
Quel che può succedere, semmai, è che di fronte ad una situazione che normalmente non capita in natura, utilizzino uno degi schemi comportamentali che usano in risposta a situazioni naturali (probabilmente simili, per qualche aspetto, alla nuova situazione in cui si vengono a trovare) ma non è detto che sia la risposta adatta. Il vantaggio di un comportamento codificato nei geni è che avviene in modo automatico, perfezionato in milioni di generazioni dalla selezione naturale. Lo svantaggio è che di fronte a situazioni nuove il singolo individuo ha ridottissime capacità di sviluppare una risposta idonea. Questa si avrà nel corso delle generazioni in seguito alla selezione di mutazioni favorevoli o di geni già presenti nel pool genico della popolazione, spesso recessivi e con bassa frequenza. Per loro fortuna, la maggior parte degli atropodi terrestri può contare su grandi numeri e cicli vitali rapidi e questo li rende comunque in grado di adattarsi in tempi ragionevoli.

Un esempio chiaro di quel che ho appena detto lo puoi osservare quando una mosca ti entra in casa. Sono animali molto perfezionati e, a modo loro, estremamente evoluti, capaci di evitare moltp rapidamente qualunque ostacolo "natural", eppure vanno in crisi se incontrano un vetro trasparente! Se devono uscire da una finestra per metà col vetro chiuso e per metà aperta, ci sono due possibilità:
1 - azzeccano la metà aperta e se ne vanno
2 - beccano la metà chiusa e sbattono contro il vetro, e non contente, continuano a sbatterci contro, spostandosi un po' qua e un po' là a caso, finchè casualmente non finiscono nella prte aperta e se ne vanno.

Tra i loro schemi comportamentali non ce n'è uno che permetta loro di girare intorno ad un ostacolo trasparente verticale, semplicemente perchè in natura normalmente non ce ne sono, e quindi entrano in crisi.

Qualcosa di simile può succedere agli acari nel cerchio. Continuano a ritirarsi e cambiare direzione in risposta allo stimolo (olfattivo, tattile, ottico o che altro), che associano a qualcosa di dannoso o comunque da evitare, e continuano a farlo finchè lo stimolo cessa o si riduce abbastanza (e questo potrebbe far pensare che dipenda dal contatto con sostanze chimiche volatili o che cambiano dopo un po'), oppure la loro soglia di allerta per quello stimolo si alza dopo ripetute sollecitazioni (ed in questo caso potrebbe anche essere uno stimolo visivo).

Quel povero acaro morto nel cerchio penso sia morto per surriscaldamento o disidratazione. Probabilmente è rimasto bloccato nel cerchio in un punto troppo assolato o troppo caldo, finchè ha raggiunto il suo limite.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 15/06/2014, 8:04 
 
certamente sentiranno anche la presenza di tutte le sostanze non note e se ne preoccuperanno ma per me la vista rimane implicata in primis, infatti molti insetti sono colorati non a caso, perchè hanno occhi e con quelli si relazionano sull' ambiente, poi tutti gli altri sensi


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MessaggioInviato: 15/06/2014, 8:06 
 
certamente sentiranno anche la presenza di tutte le sostanze non note e se ne preoccuperanno ma per me la vista rimane implicata in primis, infatti molti insetti (etc.) sono colorati non a caso, perchè hanno occhi e con quelli si relazionano sull' ambiente, poi tutti gli altri sensi
PS: a proposito ma perchè il Trombidium è rosso? mangia carote o anche lui l'Artemia salina? :mrgreen: :mrgreen:


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MessaggioInviato: 15/06/2014, 9:14 
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Infatti non possiamo negare che in molti insetti la vista sia sicuramente molto importante, non solo per analizzare l'ambiente, individuare le fonti di cibo, ecc., ma anche per il riconoscimento del partner. Un caso tipico sono proprio i Buprestidi, che come sai, sono il mio interesse primario, e che si basano soprattutto sulla vista, quasi quanto noi. Non trascurare il fatto, però, che la colorazione non sempre è legata alle capacità visive della specie. Spesso è invece il risultato di quelle dei suoi predatori.

hutia ha scritto:
a proposito ma perchè il Trombidium è rosso? mangia carote ...? :mrgreen: :mrgreen:
Non mangia carote, ma è rosso per lo stesso motivo per cui queste sono arancioni. :D

Tornando ai "ragnetti rossi" si potrebbe provare a fare una semplice prova per capire se la vista è implicata o meno nel comportamento di cui stiamo discutendo. Dopo aver disegnato il cerchio con la penna, o con la matita, provare a coprire la parte di davanzale su cui è l'acaro con qualcosa di più grande del cerchio disegnato e che non faccia passare la luce. Basta anche una tazza per il latte. Si lascia coperto per alcuni secondi e poi si controlla se mentre era al buio l'acaro è uscito dal perimetro disegnato. Se l'ha fatto, in un tempo significativamente più breve che stando alla luce, allora è ragionevole pensare che la vista c'entri, e che non potendo vedere la linea al buio la ignori. Se non l'ha fatto, la individua in altro modo. Non è però un test risolutivo, perchè il buio improvviso potrebbe anche indurre l'acaro a fermarsi, per cui se quando togliamo la copertura sta ancora nel cerchio, non è detto che sia perchè non usa la vista per individuarlo. Ma se ne esce prima abbiamo una indicazione abbastanza valida.

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MessaggioInviato: 15/06/2014, 12:11 
 
chi è che si diverte a colorare i Trombidium di rosso e le carote di arancioneeee? :mrgreen: :mrgreen:


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