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il concetto di Specie, Sottospecie...ecc...in entomologia



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MessaggioInviato: 22/11/2011, 15:12 
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Nome: Fabio Aste
Buon pomeriggio a tutti! :)

il concetto di Specie, Sottospecie, della variabilità intraspecifica...ecc...mi ha sempre interessato moltissimo ed ho cercato di approfondirlo molto volte nel mio campo d'indagine originario: la Micologia, limitatamente alle mie possibilità di approfondimento, essendo un semplice appassionato, micologo dilettante.

In Micologia, essendo assai difficile, se non impossibile, stabilire le interfertilità, prima dell'avvento dell'indagine biomolecolare, ma anche tutt'oggi è ancora in uso (soprattutto tra i micologi dilettanti, che sono la maggioranza), ci si riferisce spesso alla "specie morfologica": individui che presentano varie caratteristiche macro-micromorfologiche diverse da quello di esemplari Typus di una (o più) specie X

Esplorando questo Forum, ormai mia gradevole meta quotidiana :), ho notato che si predilige ragionare su di un singolo esemplare per volta, mentre in Micologia si è soliti ripetere un "detto" di un grande di questa scienza M.Moser, che dice: "un fungo...nessun fungo" :) ...per dire che l'esame di un solo esemplare è praticamente inutile ai fini della comprensione/conoscenza di una specie fungina.

In entomologia quale concetto si ha della "Specie"?

Vi sintetizzo alcuni miei ragionamenti in proposito:

1) gruppi di individui morfologicamente affini e interfertili tra loro (in grado di generare prole fertile, salvo patologie) formano una Specie

2) Individui di una Specie che, per varie ragioni, subiscono un isolamento geografico, sviluppando caratteristiche peculiari, ma conservano interfertilità con la "Specie nominale", sono da considerarsi Sottospecie

3) Una Specie o una Sottospecie possono essere Endemiche, cioè avere un'areale ristretto solo ad una data zona.

Ciò che mi pare però argomento assai più delicato è la sensibilità nello stabilire il grado di variabilità intraspecifica; certamente più esemplari si ha la possibilità di esaminare di una Specie e maggiore sarà la nostra comprensione della variabilità morfologica della Specie stessa...ecc...ecc...ma ho già sparato troppe sciocchezza a riguardo...lascio la parola a Voi sull'argomento....:)

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MessaggioInviato: 22/11/2011, 15:29 
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Nome: maurizio pavesi
ciao fabio

in attesa che la discussione "decolli", ti segnalo che l'argomento è stato trattato in passato anche sul nostro sito partner, in una lunga ed esauriente discussione dove forse troverai qualcosa di interessante ;) ...

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MessaggioInviato: 22/11/2011, 15:31 
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Nome: Fabio Aste
Grazie Maurizio! :) ...Mi immergo nel tuo Link! :D

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MessaggioInviato: 22/11/2011, 17:43 
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Nome: Maurizio Bollino
fabio.aste ha scritto:
Esplorando questo Forum, ormai mia gradevole meta quotidiana :), ho notato che si predilige ragionare su di un singolo esemplare per volta, ......In entomologia quale concetto si ha della "Specie"?


Per rispondere sinteticamente, direi: lo stesso che avete in micologia, ed in genere non diverso dal concetto universale di specie che hai espresso (e a cui mi sono permesso di aggiungere in blu una piccolissima nota)

fabio.aste ha scritto:

1) gruppi di individui morfologicamente affini e interfertili tra loro (in grado di generare prole fertile anche in F2, salvo patologie) formano una Specie

2) Individui di una Specie che, per varie ragioni, subiscono un isolamento geografico, sviluppando caratteristiche peculiari, ma conservano interfertilità con la "Specie nominale", sono da considerarsi Sottospecie

3) Una Specie o una Sottospecie possono essere Endemiche, cioè avere un'areale ristretto solo ad una data zona.


anche se, relativamente al punto 3, mi sono sempre chiesto perchè una specie o sottospecie debba essere definita endemica se presente solo nel giardino di casa mia o in Sicilia, e non endemica se presente "solo" in Africa. In pratica, il mio dubbio è: qual'è il limite massimo di ampiezza di un areale entro il quale si può parlare di specie endemica?

fabio.aste ha scritto:
Ciò che mi pare però argomento assai più delicato è la sensibilità nello stabilire il grado di variabilità intraspecifica; certamente più esemplari si ha la possibilità di esaminare di una Specie e maggiore sarà la nostra comprensione della variabilità morfologica della Specie stessa...ecc...ecc...ma ho già sparato troppe sciocchezza a riguardo...lascio la parola a Voi sull'argomento....:)


Ovvio! Lavorare sulle lunghe serie è condizione imprescindibile per "capire" una specie (o un gruppo di specie, o un genere), ed è tanto più necessaria quanto più variabile è la specie (o il gruppo di specie, o il genere) studiato.
Pertanto, per tornare alla tua osservazione che
fabio.aste ha scritto:
Esplorando questo Forum ...... ho notato che si predilige ragionare su di un singolo esemplare per volta


in realtà il ragionamento sul singolo esemplare è la punta di un iceberg: se si riesce a dire che quell'esemplare appartiene a una data specie, lo si può fare solo perchè si sono esaminati MOLTI esemplari di varie popolazioni, e si è stabilito quali caratteri identificano una specie o una sottospecie.

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MessaggioInviato: 22/11/2011, 19:57 
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Nome: Fabio Aste
Grazie infinite per la tua risposta, Maurizio! :)

Perdona l'ignoranza ma cosa significa la tua nota: "anche in F2"? :oops:

Cita:
anche se, relativamente al punto 3, mi sono sempre chiesto perchè una specie o sottospecie debba essere definita endemica se presente solo nel giardino di casa mia o in Sicilia, e non endemica se presente "solo" in Africa. In pratica, il mio dubbio è: qual'è il limite massimo di ampiezza di un areale entro il quale si può parlare di specie endemica?



...beh...effettivamente tutte le specie del pianeta, se rapportate all'Universo (agli Universi?), probabilmente, sono da considerarsi endemismi della Terra :D ...(naturalmente faccio per scherzare :) )

Cita:
in realtà il ragionamento sul singolo esemplare è la punta di un iceberg: se si riesce a dire che quell'esemplare appartiene a una data specie, lo si può fare solo perchè si sono esaminati MOLTI esemplari di varie popolazioni, e si è stabilito quali caratteri identificano una specie o una sottospecie.


...più che logico, Grazie! :)

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MessaggioInviato: 22/11/2011, 20:05 
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Nome: Maurizio Bollino
fabio.aste ha scritto:
Perdona l'ignoranza ma cosa significa la tua nota: "anche in F2"?

Significa: anche in seconda generazione.

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Maurizio Bollino


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MessaggioInviato: 22/11/2011, 20:22 
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Nome: Fabio Aste
Grazie! Non avevo considerato l'analisi della fecondità in seconda generazione: significa che esistono casi di fertilità in prima generazione in cui poi la prole genera prole sterile, pur non avendo patologie? In pratica: Coppia di riferimento: fertile, figli della "coppia di riferimento": fertili, figli dei figli della "coppia di riferimento": sterili?


:)

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MessaggioInviato: 22/11/2011, 20:30 
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Nome: Maurizio Gigli
Non posso che concordare con quanto scritto da Maurizio (Bollino).
Mi limito a fare una precisazione relativa al dubbio che ha giustamente espresso:

Maurizio Bollino ha scritto:
anche se, relativamente al punto 3, mi sono sempre chiesto perchè una specie o sottospecie debba essere definita endemica se presente solo nel giardino di casa mia o in Sicilia, e non endemica se presente "solo" in Africa. In pratica, il mio dubbio è: qual'è il limite massimo di ampiezza di un areale entro il quale si può parlare di specie endemica?


L'aggettivo "endemico" ha senso solo se seguito dall'indicazione geografica. Dire: "questa specie è endemica di Creta", o "endemismo italiano", o "genere endemico del Sud America" ha un significato, mentre dire semplicemente: "questa è una specie endemica." non ha alcun senso.

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MessaggioInviato: 22/11/2011, 22:06 
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Nome: Fabio Aste
Julodis ha scritto:

Maurizio Bollino ha scritto:
anche se, relativamente al punto 3, mi sono sempre chiesto perchè una specie o sottospecie debba essere definita endemica se presente solo nel giardino di casa mia o in Sicilia, e non endemica se presente "solo" in Africa. In pratica, il mio dubbio è: qual'è il limite massimo di ampiezza di un areale entro il quale si può parlare di specie endemica?


L'aggettivo "endemico" ha senso solo se seguito dall'indicazione geografica. Dire: "questa specie è endemica di Creta", o "endemismo italiano", o "genere endemico del Sud America" ha un significato, mentre dire semplicemente: "questa è una specie endemica." non ha alcun senso.


...quindi a maggior ragione se l'area geografica è ancora più ristretta: "specie endemica del mio giardino", se effettivamente la specie vive solo ed esclusivamente nel mio giardino...ecc... :D

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Nome: Arturo Bonometti
Mi intrometto più da curioso/polemico :mrgreen: :mrgreen: che altro.

Devo dire che mi ha sempre stupito come in Entomologia, scienza che, a dispetto di altre, ha a disposizione una fonte infinita di modelli su cui si possono verificare concetti come quello di specie, si faccia una gran fatica a staccarsi dalle sole (benchè importantissime) Biogeografia e Genetica formale.

In particolare mi sembra strano (ma forse per mia ignoranza) che gli entomologi non si siano lanciati per primi in una MISSIONE di sequenziamento genetico e studio successivo di tutte le modalità di trasmissioni dei caratteri diverse dalle mere trasmissioni mendeliane. Penso ad esempio alle possibilità che ofrirebbe uno studio su una simile quantità e varietà di genomi (oltre che alla Biologia) alla comprensione della trasmissione, espressione, silenziamento e influenza di geni polimorfici, sequenza ripetitive (e patologie relative, come quelle da mutazione dinamica) e altri argomenti poco chiari ma così importanti anche per l'uomo, in medicina.

Ora ripeto, sono forse io all'oscuro di questi studi, non mi stupirebbe, ma quello che vedo in generale, sul Forum e sugli articoli che mi capita di leggere è che al più ci si spinge, nell'analisi di specie (concetto che sono sicuro essere infinitamente più complesso e multiforme in entomologia che non in qualsiasi altra branca della Biologia, sia per la ricchezza di forme, sia per le loro interazioni con l'ambiente e le modalità di speciazione) allo studio del cariotipo e di poche altre variabili. Quando invece ci si spinge oltre (se non ci fregano il lavoro i genetisti, come con Drosophila) lo si fa solo per questioni di genetica di popolazione o pochi altri campi applicati. Capisco d'altronde che un fingerprint e studi successivi richiedano tecniche relativamente costose e che ai fini dello studio generale dell'Entomologia una chiave dicotomica basata su caratteri morfologici sia molto più fruibile di un diagramma dei polimorfismi, tuttavia lo trovo una sorta di spreco delle risorse che ci competono.

Ora appunto mi chiedo: sono rimasto indietro io ?

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Caro Arturo,
senza entrare nel dettaglio, rispondo in modo generico.
L'entomologia è una scienza anomala, dove i "dilettanti" (intesi come non professionisti, non in antitesi ai professionisti) come me, te (suppongo) e tanti altri, sono quelli che fanno sì che tale scienza rimanga viva e attiva. Ne consegue che, a parte casi fortunati dove esistono fondi personali consistenti per la ricerca, in genere le indagini si devono necessariamente limitare a ciò che a un "dilettante" è accessibile: il fenotipo e poco più.

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Eh si, hai proprio ragione ! E questa è forse sia la cosa più bella dell'Entomologia (che stringe tutti in una cerchia di puri appassionati) sia un suo limite (soprattutto economico come giustamente dici).

Devo dire che sembra un pò il finale amaro-romantico di un libro di Mann ... :devil: :lov3:

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