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Areale di Capnodis cariosa cariosa



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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Areale di Capnodis cariosa cariosa
MessaggioInviato: 05/11/2013, 21:14 
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Nome: Carlo Arrigo Casadio
Ho appena scoperto che sulla vena del gesso romagnola, a pochi km da casa mia, esiste una popolazione autoctona di terebinto che trova in questo particolare ambiente (la vena del gesso appunto) condizioni climatiche di tipo tipicamente mediterraneo.
Mi stavo chiedendo quante probabilità ci sono di poter trovare anche la C. cariosa dato che è legata a questa pianta.

La vena del gesso è un ambiente molto particolare in cui convivono piante tipiche dell'appennino tosco-romagnolo e piante a più spiccata vocazione mediterranea. Sul versante nord, quello con suoli più profondi e clima più fresco, ci sono anche alcune stazioni relitte di Tilia cordata .

Essendo un ambiente ricco di doline (e di grotte) si trovano anche piante tipiche di quote più elevate (zona del faggio) nonostante la cima più alta non raggiunga i 500 m slm.

Fortunatamente adesso tutta la vena del gesso è diventata parco regionale :hp: :hp:

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Carlo Arrigo

"Solo un entomologo può capire il piacere da me provato nel cacciare per ore in qua e in là, sotto il sole cocente, tra i rami e i ramoscelli e la corteccia degli alberi caduti"
Alfred Russel Wallace


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MessaggioInviato: 05/11/2013, 21:47 
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Iscritto il: 09/11/2010, 19:52
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Nome: Luca Bodei
Carlo A. ha scritto:
Ho appena scoperto che sulla vena del gesso romagnola, a pochi km da casa mia, esiste una popolazione autoctona di terebinto che trova in questo particolare ambiente (la vena del gesso appunto) condizioni climatiche di tipo tipicamente mediterraneo.
Mi stavo chiedendo quante probabilità ci sono di poter trovare anche la C. cariosa dato che è legata a questa pianta.

La vena del gesso è un ambiente molto particolare in cui convivono piante tipiche dell'appennino tosco-romagnolo e piante a più spiccata vocazione mediterranea. Sul versante nord, quello con suoli più profondi e clima più fresco, ci sono anche alcune stazioni relitte di Tilia cordata .

Essendo un ambiente ricco di doline (e di grotte) si trovano anche piante tipiche di quote più elevate (zona del faggio) nonostante la cima più alta non raggiunga i 500 m slm.

Fortunatamente adesso tutta la vena del gesso è diventata parco regionale :hp: :hp:



Cerca li sotto cerca...non troverai Capnodis...ma forse qualcosa di ugual interesse.... ;) se ti può servire un esemplare di Capnodis lo trovai su una pianta di pesco sotto il castello di Brisighella... ;) :hi:

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Tc70


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MessaggioInviato: 05/11/2013, 21:53 
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Nome: Francesco Izzillo
Credo che non lo troverai. Come distribuzione nota arriva non molto più a sud della zona che citi ma per località litoranee e in ogni caso siamo al margine nord dell'areale e, quindi, immagino che i ritrovamenti in quelle zone (Pesaro e Pisa) siano molto sporadici. E' comunque legato preferibilmente al Lentisco. :hi:

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Francesco Izzillo


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MessaggioInviato: 05/11/2013, 21:55 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:07
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Nome: Davide Pedersoli
Tc70 ha scritto:
Cerca li sotto cerca...non troverai Capnodis...ma forse qualcosa di ugual interesse....

Luca, sei sempre il solito....ahahah

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Pedux Camuno


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MessaggioInviato: 05/11/2013, 21:57 
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Nome: Alessandro Pinna
Carlo, a quel che so Capnodis cariosa ha come limite settentrionale in Italia laToscana e le Marche (o forse Abruzzo ora non ricordo) e, subito dopo il confine, la Croazia. Di conseguenza non si può escludere che viva anche in Romagna. Tuttavia credo sia una specie preferenzialmente di ambiente litorale. La presenza di terebinto vuol dire poco, infatti Pistacia therebintus è molto comune anche qui, sulle colline veronesi a due passi da casa mia. Ma purtroppo di C. cariosa neanche l'ombra.
Credo sia eventualmente più probabile trovarlo nel triestino che in Romagna, ma sicuramente Julodis e Francesco potranno dire la loro!

:hi:

Nel frattempo ha scritto Francesco e...più o meno ci ho azzeccato, sto diventando esperto di Buprestidi! :lol1: :lol1:

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AleP


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MessaggioInviato: 05/11/2013, 23:01 
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Località: Casola Valsenio
Nome: Carlo Arrigo Casadio
Luca ho buttato li il fatto delle grotte apposta! :D

Purtroppo io non sono uno speleo :cry: (a proposito, si è appena concluso il raduno speleo di Casola, :ok: :ok: ) e quindi non vado in grotta, inoltre quelle della vena del gesso credo non siano facili, ma il sistema carsico dei gessi romagnoli potrebbe riservare delle sorprese interessanti.
Non so se esistono studi o lavori sulla fauna di queste grotte.

Tornado alla cariosa, immagino che la presenza della pianta ospite non voglia dire molto, comunque penso che frequenterò maggiormente queste zone la prossima stagione......non si sa mai.

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Carlo Arrigo

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MessaggioInviato: 05/11/2013, 23:54 
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Località: Bubano di Mordano (Bologna)
Nome: Augusto Degiovanni
Tc70 ha scritto:
Cerca li sotto cerca...non troverai Capnodis...ma forse qualcosa di ugual interesse.... se ti può servire un esemplare di Capnodis lo trovai su una pianta di pesco sotto il castello di Brisighella...

Carlo A. ha scritto:
Ho appena scoperto che sulla vena del gesso romagnola, a pochi km da casa mia, esiste una popolazione autoctona di terebinto che trova in questo particolare ambiente (la vena del gesso appunto) condizioni climatiche di tipo tipicamente mediterraneo.
Mi stavo chiedendo quante probabilità ci sono di poter trovare anche la C. cariosa dato che è legata a questa pianta.

La vena del gesso è un ambiente molto particolare in cui convivono piante tipiche dell'appennino tosco-romagnolo e piante a più spiccata vocazione mediterranea. Sul versante nord, quello con suoli più profondi e clima più fresco, ci sono anche alcune stazioni relitte di Tilia cordata .

Essendo un ambiente ricco di doline (e di grotte) si trovano anche piante tipiche di quote più elevate (zona del faggio) nonostante la cima più alta non raggiunga i 500 m slm.

Fortunatamente adesso tutta la vena del gesso è diventata parco regionale :hp: :hp:



Cerca li sotto cerca...non troverai Capnodis...ma forse qualcosa di ugual interesse.... ;) se ti può servire un esemplare di Capnodis lo trovai su una pianta di pesco sotto il castello di Brisighella... ;) :hi:


E aggiungo io anche nulla o quasi.
Ho già sondato le nostre zone, ma a parte il Lathrobium maginii mingazzinii, e la Typhloreicheia mingazzinii (che si trovano il primo all'esterno di alcune grotte scavando in spondine, il secondo vagliando) non c'è nulla di quello che pensi.......purtroppo, sarebbe stato troppo bello :(

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MessaggioInviato: 06/11/2013, 0:58 
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Per quanto ne so, a parte qualche località nuova, questa è la distribuzione di Capnodis cariosa nella parte più settentrionale del suo areale italiano.

Capnodis cariosa (Pallas, 1776).gif



Non possiamo dire al 100% che non ci sia sui gessi romagnoli, ma mi sembra abbastanza improbabile che nessuno ce l'abbia mai vista. Anche se questa specie, malgrado le dimensioni, spesso riesce a passare inosservata. Quando è tra il fogliame, è difficile vederla, Molto più facile quando è in volo o si posiziona sui punti più alti degli arbusti, affacciata tra le foglie, per scaldarsi al sole. O quando le piante hanno il fogliame molto rado.

f.izzillo ha scritto:
E' comunque legato preferibilmente al Lentisco

In realtà, almeno qui nel Lazio, quando trova ambienti con le condizioni adatte attacca indifferentemente sia il lentisco che il terebinto, e credo che nella parte orientale del suo areale attacchi anche altre specie di Pistacia. Semplicemente, da noi è più facile trovare nelle zone adatte a questa Capnodis il lentisco piuttosto che il terebinto.

E' certamete più diffusa lungo il litorale, ma si trova anche in diverse località all'interno. Ad esempio qui nel Lazio è comune nelle colline intorno a Tivoli (su terebinto), che ora sono ben lontane dal mare (ma non in passato).

Un'occhiata comunque val la pena darla. Non si può mai sapere.

Tc70 ha scritto:
se ti può servire un esemplare di Capnodis lo trovai su una pianta di pesco sotto il castello di Brisighella...

Quella era Capnodis tenebrionis! E si spinge molto più a Nord, mentre la cariosa è tipicamente mediterranea.

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Julodis ha scritto:
Tc70 ha scritto:
se ti può servire un esemplare di Capnodis lo trovai su una pianta di pesco sotto il castello di Brisighella...

Quella era Capnodis tenebrionis! E si spinge molto più a Nord, mentre la cariosa è tipicamente mediterranea.



L'avevo già determinata cosi...ma ora ho la conferma.... :D grazie... ;) :hi:

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Nome: Luca Bodei
Notoxus59 ha scritto:
E aggiungo io anche nulla o quasi.
Ho già sondato le nostre zone, ma a parte il Lathrobium maginii mingazzinii, e la Typhloreicheia mingazzinii (che si trovano il primo all'esterno di alcune grotte scavando in spondine, il secondo vagliando) non c'è nulla di quello che pensi.......purtroppo, sarebbe stato troppo bello :(



Ecco...cosi è soddisfatta anche la mia curiosità.... ;) .... :ok: :hi:

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Notoxus59 ha scritto:
Tc70 ha scritto:
Cerca li sotto cerca...non troverai Capnodis...ma forse qualcosa di ugual interesse.... se ti può servire un esemplare di Capnodis lo trovai su una pianta di pesco sotto il castello di Brisighella...

Carlo A. ha scritto:
Ho appena scoperto che sulla vena del gesso romagnola, a pochi km da casa mia, esiste una popolazione autoctona di terebinto che trova in questo particolare ambiente (la vena del gesso appunto) condizioni climatiche di tipo tipicamente mediterraneo.
Mi stavo chiedendo quante probabilità ci sono di poter trovare anche la C. cariosa dato che è legata a questa pianta.

La vena del gesso è un ambiente molto particolare in cui convivono piante tipiche dell'appennino tosco-romagnolo e piante a più spiccata vocazione mediterranea. Sul versante nord, quello con suoli più profondi e clima più fresco, ci sono anche alcune stazioni relitte di Tilia cordata .

Essendo un ambiente ricco di doline (e di grotte) si trovano anche piante tipiche di quote più elevate (zona del faggio) nonostante la cima più alta raggiunga appena i 500 m slm.

Fortunatamente adesso tutta la vena del gesso è diventata parco regionale :hp: :hp:



Cerca li sotto cerca...non troverai Capnodis...ma forse qualcosa di ugual interesse.... ;) se ti può servire un esemplare di Capnodis lo trovai su una pianta di pesco sotto il castello di Brisighella... ;) :hi:


E aggiungo io anche nulla o quasi.
Ho già sondato le nostre zone, ma a parte il Lathrobium maginii mingazzinii, e la Typhloreicheia mingazzinii (che si trovano il primo all'esterno di alcune grotte scavando in spondine, il secondo vagliando) non c'è nulla di quello che pensi.......purtroppo, sarebbe stato troppo bello :(


Hai raccolto anche in grotta?

Possibile che un sistema carsico così vasto e complesso non possieda una sua fauna entomologica endemica :? :?

Mi diceva il botanico che ci ha fatto da guida che a monte Mauro (la cima più alta della vena del gesso, 517 m slm) è presente una felce rarissima che vive nei Balcani, in Medio Oriente ed arriva fino in India (sempre sporadica) ma il nostro è l'unico sito conosciuto per l'Europa occidentale.
Tra l'altro si trova solo a Monte Mauro, la parte di gessi compresa tra il torrente Senio ed il torrente Sintria e manca nel resto della catena gessosa.

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Carlo Arrigo

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Nome: Stefano Cosimi
Carlo A. ha scritto:
Non so se esistono studi o lavori sulla fauna di queste grotte.


Se non ricordo male un lavoro sulla fauna delle grotte di Onferno (le cui caratteristiche sono quasi identiche a quelle della vena dei gessi) ci dovrebbe essere e mi pare proprio che di insettini interessanti ci sia poco o nulla davvero.

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MessaggioInviato: 06/11/2013, 22:37 
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Nome: Carlo Arrigo Casadio
Ok, vedremo.
grazie a tutti e grazie a Maurizio per la mappa :ok:

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Carlo, ma che domande...... :gh: prima di uscire dalla mia "zona" a livello di cavità ho cercato di esplorarle il più possibile.
Ma sono arrivato ad una mia conclusione, che essendo la zona gessosa non in contatto (cioè separate da argille) con le grandi arenarie o quel poco di calcare che abbiamo dove vi sono i Duvalius, questi ultimi non sono penetrati all'interno del complesso gessoso, come invece è accaduto nel Reggiano dove i gessi sono in contatto con quegli elementi, ed hanno potuto insediarvisi.
Pensa che il Duvalius bianchii cycnus, presente a Giugnola per cui ad un'altezza inferiore a Monte Mauro, non sono arrivati (sempre causa alle Argille, "mio parere personale" ) a insediare i gessi che non sono molto lontani.
Potrebbe anche essere che i nostri Gessi siano più giovani (non sono un Geologo, per cui è una mia ipotesi) rispetto a quelli Reggiani, può darsi che occorrano ancora migliaia di anni per avere la possibilità di essere colonizzati da queste bestie.

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