Ciao a tutti,
sabato scorso 6 ottobre 2012 durante una gita insieme alla famiglia e a un gruppo di amici su un sentiero nei pressi di Tocco Caudio (BN) sul monte Taburno mi sono imbattuto in un piccolo imenottero che non avevo mai visto.
Ci eravamo fermati per una sosta di riposo e mentre gli altri si rifocillavano sgranocchiando qualcosa ho incominciato ad esplorare la zona. Da questa c'erano varie "stradine" che si inoltravano tra la vegetazione circostante, passaggi tipo sentieri di camminamento fatti dal bestiame. Ne ho preso uno a caso e mi sono inoltrato. Dopo pochi metri dal sentiero principale ho notato alcuni escrementi di bovino. Mi sono avvicinato per curiosare ed ho notato che su esso c'erano oltre a vari ditteri un paio di vespette nere e gialle che si muovevano in modo particolare.
Mi avvicino e mi soffermo ad osservarle. Una è andata via quasi subito, forse spaventata dalla mia presenza l'altra si aggirava sull'ammasso con brevi e rapidi movimenti avvicinandosi quasi di soppiatto alle mosche che si trovavano nelle immediate vicinanze. Giunta a circa 1 cm di distanza dalla mosca prescelta effettuava uno scatto fulmineo, un vero e proprio salto, e cercava di afferrare il dittero. Questa operazione è stata effettuata più volte ma senza successo, le mosche riuscivano eludere l'attacco sottraendosi e allontanandosi facendo finire la vespetta fuori bersaglio. Alcune volte riusciva anche a toccare il dittero ma non ad afferrarlo.
Il suo modo di operare mi incuriosisce e dopo vari tentavi finalmente uno va a buon fine e peraltro sulla preda di dimensione più grandi tra quelle che aveva scelto fino a quel momento. Fino ad allora l'avevo vista avvicinare mosche di dimensioni più piccole delle proprie, la metà del proprio corpo o anche meno, mentre l'attacco che riesce con successo è su una preda abbastanza grande di poco più piccola delle sue stesse dimensioni. Si tratta di una mosca verde metallizzata appartenente probabilmente al genere
Lucilia sp., famiglia Calliphoridae o
Neomyia sp., famiglia Muscidae.
Riassumo le fasi dell'attacco.
Come già detto si muove rapidamente a piccolissimi scatti. Si muove in direzione delle mosche che si alzano in volo e si posano nuovamente, osserva i movimenti la vedo muovere la testa nella direzione degli spostamenti delle mosche. Sceglie la preda, gli si avvicina fino a distanza di pochi centimetri, spicca poi un salto, si appoggia e avvinghia con le zampe la preda, cadono insieme rotolando giù dall'escremento e finiscono nell'erba, mi sposto e mi avvicino per vedere meglio, scatto alcune foto i due sono tra l’erba e non riesco a vedere proprio bene quello che succede. La vedo con l'addome ripiegato, suppongo stia pungendo la preda per iniettargli il veleno paralizzante. La mosca cerca di divincolarsi ma la vespetta serra bene le zampe e si aiuta anche con le mandibole. Bastano pochi secondi perché la mosca sembra non dare più alcun segno di resistenza, vedo la vespetta spostarla ed aggiustarsela per un comodo trasporto, la gira e la rigira facendola aderire alla sua parte ventrale e tenendola con le sue mandibole dalla parte della testa. Fa un primo tentativo di involarsi ma ricade pesantemente, senza lasciare la preda. Un'altra aggiustatina e riprova il decollo questa volta ci riesce e parte.
Mi alzo in fretta e cerco di seguirla ma purtroppo non va in una direzione per me comoda, si sposta supera la vegetazione e sparisce ... Sono rimasto un po' nei pressi per vedere se qualche altra vespetta si faceva viva ma niente.
Dopo poco sento gli amici e i bambini chiamarmi il tempo concessomi per le osservazioni era finito.
Tornato a casa in serata mi metto alla ricerca per cercare di dare un nome alla vespetta.
Non è stato semplice date le mie scarse conoscenze

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Dopo svariati tentativi e dopo aver visto centinaia di foto, sono riuscito a trovare la famiglia di appartenenza delle mie vespette.
Appartengono alla Superfamiglia
Apoidea, famiglia
Crabronidae.
Mi concentro su quest’ultima e, sempre osservando le foto, giungo ad individuare esemplari che somigliano moltissimo a quelli visti e fotografati. Non c'è dubbio il genere è
Mellinus sp. e tra quelli presenti in Europa (
FaunaEur ne riporta solo due, non so quanto questo possa corrispondere al vero) e dopo un confronto con le mie foto, scelgo
Mellinus arvensis (Linnaeus, 1758), con questa specie trovo le maggiori affinità.
Di seguito un confronto con le due specie prese come riferimento e
presenti in questo sito
