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Halticus luteicollis (Panzer, 1805) - Miridae. Sardegna http://www.entomologiitaliani.net/public/forum/phpbb3/viewtopic.php?f=95&t=3371 |
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Autore: | eremicus [ 29/10/2009, 20:54 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Halticus luteicollis o saltator? Miridae, Sardegna |
Hai fatto la scelta giusta: è proprio Halticus luteicollis (Panzer, 1805). |
Autore: | Hemerobius [ 29/10/2009, 21:16 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Halticus luteicollis (Panzer, 1805) - Miridae. Sardegna |
Carissimo Attilio, inserisco di seguito quella che ritengo la descrizione originale della specie (e dopo quelle obbrobriose preparazioni a secco un po' di estetica serve ![]() Queste due immagini rappresentano il fronte/retro di una piccola scheda del 93° "quaderno" della Faunae Insectorum Germanica Initia. Deutschlands Insekten. di Goerg Wilhelm Franz Panzer. Volevo chiederti come mai risulta come data il 1805? Dai miei dati questa scheda dovrebbe (ma metto tutti i punti interrogativi possibili) essere del 1793. In secondo luogo, come mai Panzer attribuisce la specie a Wolff.? Di questo problema forse ho già sentito dire qualcosa. Ciao Roberto ![]() |
Autore: | Ranatra [ 29/10/2009, 23:05 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Halticus luteicollis (Panzer, 1805) - Miridae. Sardegna |
Hemerobius ha scritto: dopo quelle obbrobriose preparazioni a secco un po' di estetica serve ![]() Caro capo, grazie per la clemenza ![]() ![]() ![]() Resta da dire che se non li avessi incollati così male magari non saresti stato tentato di aggiungere l'interessante scheda ![]() Laura P.S. E' stato strano darti del tu, ma dovevo uniformarmi allo spirito del Forum ![]() |
Autore: | Hemerobius [ 29/10/2009, 23:08 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Halticus luteicollis (Panzer, 1805) - Miridae. Sardegna |
Mi chiedo cosa abbiano fatto di male i tuoi eterotteri da non poter essere esaminati direttamente in alcool ... porelli ![]() Roberto ![]() |
Autore: | Ranatra [ 29/10/2009, 23:17 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Halticus luteicollis (Panzer, 1805) - Miridae. Sardegna |
Non hanno fatto niente di male, infatti di solito un maschio ed una femmina per ciascuna specie li preparo (o meglio li incollo ![]() ![]() ![]() ![]() |
Autore: | eremicus [ 31/10/2009, 21:21 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: Halticus luteicollis (Panzer, 1805) - Miridae. Sardegna |
Intervengo in questa discussione già 'archiviata' che, da un certo punto in poi, avevo persa. Ho molto apprezzato la pagina originale della descrizione di H. luteicollis e il suo valore estetico. Contribuisco alla valorizzazione iconografica della specie inserendo l'immagine dell'interpretazione che A. Servadei ne diede in uno dei suoi splendidi acquarelli (di questo sono il fortunato possessore). Rispondendo a Hemerobius sulla data di pubblicazione del 93° fascicolo che contiene la descrizione, a me risulta che la data esatta sia il 1804. Non ho invece una spiegazione per l'attribuzione a Wolff della paternità della specie. Quanto alla definizione di "obbrobriose" per le preparazioni a secco degli Eterotteri, concordo con te, ma con un preciso distinguo. Le preparazioni a secco andrebbero fatte subito e non utilizzando esemplari già conservati in alcool. Ritengo, come è tradizione della disciplina, che gli Eterotteri andrebbero preparati preferibilmente a secco, per diversi motivi; provo ad elencare i primi che mi vengono in mente: - in molti gruppi è indispensabile accertare i rapporti di lunghezza tra i diversi articoli delle antenne; questi rapporti devono essere basati su misurazioni certe che si possono ottenere soltanto su esemplari con le antenne ben distese sul cartellino; in un esemplare in alcool è veramente arduo raggiungere la complanarità degli antennomeri; - la conservazione in alcool irrigidisce gli esemplari rendendo quasi impossibili le manipolazioni che conducono all'estrazione dei genitali senza provocare la rottura delle varie parti; - negli esemplari in alcooli i genitali sono spesso irrimediabilmente raggrinziti e inutilizzabili; per molte famiglie si ricorre oggi a tecniche di distensione dei genitali che evidenziano strutture altrimenti non percepibili; per attuarle è necessaria una estrema elasticità dei tessuti; - l'alcool decolora completamente gli esemplari di alcuni gruppi (ad es. buona parte dei Miridae), privando delle indicazioni orientative che la colorazione può dare; - i Miridae di alcuni gruppi sono dotate di delicatissime setole, di valore diagnostico, che si perdono inesorabilmente negli esemplari che entrano a contatto con liquidi. Concludendo, ritengo che la scelta se conservare in alcool o a secco gli esemplari non possa vaere un valore assoluto, ma debba essere fatta a seconda del gruppo su cui si lavora. |
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