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Problemi biogeografici 4: il genere Actenodes



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MessaggioInviato: 08/03/2016, 22:43 
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AdYRuicanescu ha scritto:
I just have read this debate. And today I have photographed Megactenodes westermanni. I still think they are descended from a common trunk with the tribus Chrysobothrini, due to the typical antennae geniculate, that not occurs in other Buprestidae (first and the third antennomer prolonged). However I do not have a proof it is just an adaptative convergence, I still think they are closely related, as well as I know, the tribes Chrysobothrini and Actenodini belong to the same subfamily–Chrysobothrinae. Correct me if I am wrong.

Yes, Chrysobothrini and Actenodini are closely related, but now they are not in Chrysobothrinae subfamily, but in Buprestinae (Chrysobothrinae is no more a subfamily, but simply a branch of Buprestinae. But the difference is nothing).

I think the separation Actenodini-Chrysobothrini was quite ancient.


Alessio89 ha scritto:
Ma quali sono i reperti più antichi dei generi di buprestidi attualmente esistenti che si conoscano? O meglio, qual'è la loro datazione?
Ho l'impressione (io che conosco molto poco questo insetti), basandomi sulle "apparenze" dei resti fossili e su qualche informazione presa qua e là, che questa famiglia sia una delle più antiche fra i coleotteri; sbaglio? :oops: . Sembra infatti che non siano cambiati poi molto da quei tempi così remoti (periodo Cretaceo? :? ).


Qui trovi un elenco dei Buprestidi fossili mesozoici trovati in Eurasia. Come puoi vedere, per la maggior parte sono cretacei, ma ce ne sono anche di giurassici, quindi ancora più antichi. Appartengono tutti a generi esclusivamente fossili, ma questo vuol dire poco, un po' perché è una tendenza diffusa quella di creare nuovi generi per le specie fossili, un po' perché alcune delle descrizioni di insetti fossili sono fatte da ricercatori che non sono propriamente specialisti di quei gruppi di insetti.

Se invece passiamo al Terziario, la buprestidofauna prende un aspetto decisamente moderno (non che quella del Secondario sia poi così diversa). Un esempio è questo Buprestidae spagnolo del Miocene superiore (più o meno, 6-10 milioni di anni fa), giustamente attribuito a Dicerca sp., e confrontato con un esemplare di Dicerca aenea attuale. Se l'avessero confrontato con una Dicerca alni o una berolinensis, sarebbe probabilmente stato difficile trovare delle differenze.

Ecco qui l'aspetto di qualche Buprestidae del medio Giurassico (intorno a 170 milioni di anni fa), tra i più antichi. Neanche tanto diversi da un attuale Buprestino.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 09/03/2016, 17:58 
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Sono andato a consultare il CD Piccole faune sui Buprestidi d'Italia perché mi ricordavo che nella presentazione vi era un accenno ai buprestidi fossili (e perché è una delle pochissime fonti di cui dispongo per prendere informazioni sulle generalità dei Buprestidae :mrgreen: ).
Lì si parla di resti fossili di specie molto simili (se non uguali) a Buprestis novemmaculata e Aurigena lugubris, rinvenute nei giacimenti fossiliferi di Bolca, sui Monti Lessini, e risalenti a circa 50 milioni di anni fa :o .
Se le somiglianze fra quei paleo-buprestidi e le specie odierne non sono state messe in discussione, si potrebbe supporre che la comparsa dei generi attualmente esistenti sia ancora più antica, e neppure tanto lontana dalla fine dell'era mesozoica.
Il divario quindi tra il momento in cui si iniziano ad allontanare (nettamente) le placche del Gondwana e la comparsa di questi buprestidi, è di conseguenza un tantino minore.

La seconda ipotesi di Marco Villani sembra prendere piede. Seguita e integrata da quella delle zattere di Fabrizio, per coprire, per così dire, quel "piccolo" buco temporale di 50 milioni di anni, tra il frazionamento del Gondwana, come nella cartina (105 mil) e i primi resti dei generi di buprestidi oggi viventi (50 mil).
Solo così riuscirei a spiegarmi una distribuzione così bizzarra :oops: .

Molte delle mie (poche) certezze però, cadono con questo ragionamento. Anche a me sembra assurdo che generi come l'Actenodes esistessero già 120 milioni di anni fa :o .

:hi:


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MessaggioInviato: 09/03/2016, 19:56 
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Nome: Maurizio Gigli
Alessio89 ha scritto:
Molte delle mie (poche) certezze però, cadono con questo ragionamento. Anche a me sembra assurdo che generi come l'Actenodes esistessero già 120 milioni di anni fa :o .
Ci credo molto poco anche io. Diciamo che se vedessi un Buprestidae cretaceo, o forse anche della fine del Giurassico, di tipo "chrysobothroide", ovvero con caratteri che ritroviamo sia nei Chrysobothrini che negli Actenodini, non sarei affatto meravigliato, ma non credo che addirittura esistessero i generi attuali, tanto più che gli Actenodini non credo che siano tra i generi più antichi di Buprestidae, anzi al contrario. Già mi sembra molto più credibile se gli attuali generi, o almeno una parte, fossero già identificabili nelle faune di inizio Terziario, intorno a 60-50 milioni di anni fa.

Una distribuzione, anch'essa strana, ma perfettamente spiegabile se i tempi fossero quelli che ho appena scritto, è quella degli Stigmoderini, su cui presto aprirò un'altra discussione, tanto per far infuriare l'Izzillo, che preferisce le bestie mediterranee.

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MessaggioInviato: 09/03/2016, 20:17 
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Julodis ha scritto:
Alessio89 ha scritto:
Molte delle mie (poche) certezze però, cadono con questo ragionamento. Anche a me sembra assurdo che generi come l'Actenodes esistessero già 120 milioni di anni fa :o .
Ci credo molto poco anche io. Diciamo che se vedessi un Buprestidae cretaceo, o forse anche della fine del Giurassico, di tipo "chrysobothroide", ovvero con caratteri che ritroviamo sia nei Chrysobothrini che negli Actenodini, non sarei affatto meravigliato, ma non credo che addirittura esistessero i geni attuali, tanto più che gli Actenodini non credo che siano tra i generi più antichi di Buprestidae, anzi al contrario. Già mi sembra molto più credibile se gli attuali generi, o almeno una parte, fossero già identificabili nelle faune di inizio Terziario, intorno a 60-50 milioni di anni fa.

Una distribuzione, anch'essa strana, ma perfettamente spiegabile se i tempi fossero quelli che ho appena scritto, è quella degli Stigmoderini, su cui presto aprirò un'altra discussione, tanto per far infuriare l'Izzillo, che preferisce le bestie mediterranee.

Ma no, sono molto tollerante! :lol1:

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pure io preferisco le bestie mediterranee :oops:


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Ringraziate che non ci sono Buprestidi antartici (non più)!

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MessaggioInviato: 10/03/2016, 17:28 
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Per Alessio: ecco qui un lavoro che riassume le conoscenze, in quel momento, sui Buprestidi fossili eurasiatici.



Benché sia probabilmente solo un caso di convergenza adattativa, è impressionante quanto il terzo esemplare della prima figura, Karatausia maculata, del Giurassico superiore, sia somigliante a Trachypteris picta.

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MessaggioInviato: 10/03/2016, 20:27 
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Sì, è incredibile :o , forse anche abbastanza sconcertante considerando che altri gruppi di coleotteri hanno rappresentati fossili molto più recenti.

Sto pensando che i buprestidi fanno letteralmente concorrenza ai Psychodidi, una delle famiglie più primitive tra i ditteri nematoceri. Sono cambiati più questi ditteri (almeno morfologicamente), dal Mesozoico al Cenozoico che non i buprestidi negli stesso periodo di tempo. Da non credere.

Comunque approfitto per ringraziarti per le pubblicazioni e per le interessanti informazioni che dai in questi post.
Mi ha sempre affascinato la storia evolutiva degli insetti, così come degli esseri viventi in generale.

Continuerò certamente a seguirti/seguirvi negli altri post :D .

:hi:


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MessaggioInviato: 10/03/2016, 22:08 
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Nome: Maurizio Gigli
Alessio89 ha scritto:
Sto pensando che i buprestidi fanno letteralmente concorrenza ai Psychodidi, una delle famiglie più primitive tra i ditteri nematoceri. Sono cambiati più questi ditteri (almeno morfologicamente), dal Mesozoico al Cenozoico che non i buprestidi negli stesso periodo di tempo. Da non credere.

Evidentemente quando un adattamento funziona, ed i fattori ambientali principali cambiano poco, certe caratteristiche permangono a lungo con minimi cambiamenti.

Che gli Psychodidi siano cambiati di più mi sembra abbastanza logico. Probabilmente hanno modi di vita più vari, che sono cambiati di più nel tempo, rispetto ai Buprestidi (un buprestide che viveva su una conifera del Giurassico non doveva fare cose molto diverse da uno che vive su un pino oggi), e non trascuriamo il fatto che quasi tutti i Buprestidi hanno un periodo di vita compreso tra 1 e 4 anni, mentre gli Psicodidi suppongo l'abbiano molto più breve. Quindi, in un uguale periodo di tempo, più generazioni.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 10/03/2016, 22:22 
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Nome: Maurizio Gigli
Sempre per Alessio: ho dato un'occhiata al bellissimo e pesantissimo libro Evolution of the Insects, di David Grimaldi e Michael S. Engel , Cambridge University Press, 2005 (755 pp.), che ho avuto la fortuna di trovare a prezzo molto ridotto da un venditore inglese qualche anno fa (venduto come nuovo di seconda scelta, per qualche piccolo difetto, che io però non ho trovato).
A pag. 381 dice qualcosa sui Buprestidi fossili. Quelli più antici sono proprio del Giurassico. Due reperti del Triassico erano stati inizialmente attribuiti erroneamente a questa famiglia (ma non è detto che prima o poi non ne trovino di questo periodo). Si conosce perfino una larva completa e molto ben conservata in ambra del medio Cretaceo del New Jersey (90 mil. di anni). Sembra identica ad una di quelle attuali. Potrebbe tranquillamente essere una larva di Anthaxia!

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 11/03/2016, 11:06 
 

Iscritto il: 04/02/2010, 12:01
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Nome: giovanni carotti
Discussione molto interessante! Non conosco i buprestidi né le faune sud americane, africane e malgasce, ma prendendo spunto da quanto dice Maurizio (la spiegazione più semplice è la più plausibile...) prima di tirare in ballo gruppi polifiletici, convergenze adattative, estinzioni, zattere e correnti marine, mi viene da chiedere: non è che Actenodes è presente anche in Africa? Qual'è il livello di conoscenza delle buprestidofaune forestali africane?

Vengono fuori in continuazione sorprese in italia (parlo di entomofauna in generale), figuriamoci nelle sterminate e sconosciute foreste africane...


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MessaggioInviato: 11/03/2016, 11:25 
 
magari hanno preso spunto da chi trova bestie e non mette dati di località di raccolta


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MessaggioInviato: 11/03/2016, 12:14 
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Nome: Maurizio Gigli
giovanni carotti ha scritto:
mi viene da chiedere: non è che Actenodes è presente anche in Africa? Qual'è il livello di conoscenza delle buprestidofaune forestali africane?

Ovviamente nessuno può dire che sicuramente in Africa non ci siano, però è molto improbabile. La Buprestidofauna africana è abbastanza conosciuta, soprattutto per le specie di dimensioni medie o grandi, anche se ogni anno vengono fuori nuove specie. Ma un conto è una nuova specie, un conto un nuovo genere. Pare proprio che i generi africani di Actenodini siano diversi da quelli americani (e del Madagascar).

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MessaggioInviato: 11/03/2016, 20:19 
 

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Nome: giovanni carotti
Maurizio, grazie per il chiarimento! Cercare di capire l'origine di certe distribuzioni è sempre affascinante.

Purtroppo lodevoli propositi, espressi recentemente, sono durati da natale a santo Stefano.


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MessaggioInviato: 11/03/2016, 21:03 
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Nome: Alessio Morelli
Julodis ha scritto:
Si conosce perfino una larva completa e molto ben conservata in ambra del medio Cretaceo del New Jersey (90 mil. di anni). Sembra identica ad una di quelle attuali. Potrebbe tranquillamente essere una larva di Anthaxia!

Ci stiamo avvicinando sempre di più ai 105 milioni di anni e quindi alla situazione del Cretaceo medio illustrata nella cartina.
Sempre più assurdo. Se non sarà come avevi affermato:
Julodis ha scritto:
E' possibile che un genere di Buprestidi, o di altri insetti, sopravviva per un periodo lungo quanto quello nel quale sono nati e si sono evoluti tutti gli attuali ordini di Mammiferi e di Uccelli, o forse più?

...poco ci manca.

Peccato solo non avere il tempo di approfondire questo tema.
Il confronto con gli Psychodidi effettivamente non regge (era solo un "mito" che per me cadeva).
Certo, avere un tempo di sviluppo che arriva a 30 anni, oltre che 1 o 4, per i Buprestidi, non è minimamente paragonabile a quello dei Psychodidi (che comunque in alcune specie raggiunge i 1-2 anni!), e forse neppure a quello di altri insetti.
Evidentemente il loro segreto è che vanno a rilento :mrgreen: .

:hi:


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