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Preparazione degli Eterotteri



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 Oggetto del messaggio: Preparazione degli Eterotteri
MessaggioInviato: 31/10/2009, 22:25 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:30
Messaggi: 7102
Località: Capaci (Pa)
Nome: Marcello Romano
L'amico Attilio (eremicus) mi chiede di riportare anche in questa sezione quanto da lui scritto in questa discussione, a proposito della preparazione degli eterotteri, in quanto riveste certamente interesse generale per chi desiderasse iniziare ad occuparsi di questo gruppo e dunque trova qui una giusta collocazione.

Ecco quanto Attilio ha scritto:

Attilio Carapezza ha scritto:
...Le preparazioni a secco [degli Eterotteri] andrebbero fatte subito e non utilizzando esemplari già conservati in alcool. Ritengo, come è tradizione della disciplina, che gli Eterotteri andrebbero preparati preferibilmente a secco, per diversi motivi; provo ad elencare i primi che mi vengono in mente:
- in molti gruppi è indispensabile accertare i rapporti di lunghezza tra i diversi articoli delle antenne; questi rapporti devono essere basati su misurazioni certe che si possono ottenere soltanto su esemplari con le antenne ben distese sul cartellino; in un esemplare in alcool è veramente arduo raggiungere la complanarità degli antennomeri;
- la conservazione in alcool irrigidisce gli esemplari rendendo quasi impossibili le manipolazioni che conducono all'estrazione dei genitali senza provocare la rottura delle varie parti;
- negli esemplari in alcooli i genitali sono spesso irrimediabilmente raggrinziti e inutilizzabili; per molte famiglie si ricorre oggi a tecniche di distensione dei genitali che evidenziano strutture altrimenti non percepibili; per attuarle è necessaria una estrema elasticità dei tessuti;
- l'alcool decolora completamente gli esemplari di alcuni gruppi (ad es. buona parte dei Miridae), privando delle indicazioni orientative che la colorazione può dare;
- i Miridae di alcuni gruppi sono dotate di delicatissime setole, di valore diagnostico, che si perdono inesorabilmente negli esemplari che entrano a contatto con liquidi.
Concludendo, ritengo che la scelta se conservare in alcool o a secco gli esemplari non possa avere un valore assoluto, ma debba essere fatta a seconda del gruppo su cui si lavora.

_________________
:hi: Marcello Romano


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 Oggetto del messaggio: Re: La preparazione degli Eterotteri
MessaggioInviato: 10/11/2009, 16:38 
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Iscritto il: 06/02/2009, 8:59
Messaggi: 305
Località: Sassari
Nome: Laura Loru
Oh caspita, buona l'idea di riportare qui le preziose indicazioni di Attilio visto che erano sfuggite pure a me, diretta interessata e autrice del post a cui si fà riferimento!
Ho recepito tutte le dritte e mi attiverò per seguirle in futuro. Infatti, purtroppo, la maggior parte del materiale di cui dispongo ora è in alcool perchè proviene da grosse campagne di cattura durante le quali abbiamo raccolto e conservato tutti gli artropodi rinvenuti. Si parla di migliaia di esemplari e al momento del gravoso smistamento in ordini, la cosa più pratica e veloce è conservare in alcool. E questa è la ragione fondamentale per cui i miei esemplari preparati hanno spesso aspetto e posizioni inquietanti :cry: visto la durezza che li contraddistingue :cry: Comunque, dal momento che ormai ho intrapreso il viaggio della conoscenza degli eterotteri mi opererò in occasione di future campagne di ricerca a congelare il materiale di mio interesse, da preparare successivamente. Perchè posso congelarli, vero? O il congelamento potrebbe creare qualche problema a me sconosciuto??
E' superfluo aggiungere che ogniqualvolta ci concediamo, con miei colleghi e con Roberto, una giornata di caccia ad hoc :hp: (e in tal caso gli sfortunati di turno sono oltre ai miei eterotteri, formicidi, ragni, coleotteri in generale e ovviamente neurotteri) ho sempre preparato immediatamente a secco il materiale raccolto!
Ah, ora che mi ricordo, all'inizio, quando smistavo anche io il materiale, circa 5 anni fà, per ovviare agli inconvenienti della durezza da alcool, seguii il consiglio di Roberto (non ricordo chi a sua volta glielo aveva suggerito :? ) di aggiungere un certo quantitativo di acido acetico (non ricordo più quanto!) all'alcool. Dopo circa un anno lasciai perdere, non solo perchè nonostatnte le precauzioni le esalazioni mi "stordivano" ma anche perchè gli esemplari si rammolivano all'inverosimile, diventando quasi "snodabili" e anche la colorazione subiva qualche modifica!

Oh mamma come sono stata lunga.......spero non vi siate addormentati leggendomi.....

LAURA


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