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Kisanthobia ariasi ariasi (Robert, 1858) Dettagli della specie

28.XII.2013 - ITALIA - Lazio - RM, Monti della Tolfa


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MessaggioInviato: 28/12/2013, 20:03 
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Nome: Maurizio Gigli
Kisanthobia ariasi ariasi (Robert, 1858), resti

In genere non inserisco discussioni su frammenti di esemplari, ma in questo caso faccio una eccezione, data l'apparente rarità di questa specie, che in Italia sembrerebbe limitata a in pochissime località (7-8) sparse tra Toscana, Lazio, Abruzzo e Sicilia.

Oggi, mentre girovagavo tra i rilievi della zona di Tolfa in cerca di qualcosa con 6 zampe ed un paio di elitre, sono capitato in un punto vicinissimo ad una delle zone in cui vado da anni, dove stranamente non ero mai arrivato. Ed ho trovato un gruppetto di querce nelle condizioni in cui di solito vive la Kisanthobia che, come altri prima di me, ho trovato nella stessa zona, ma ad un paio di km di distanza.
Ho provato a staccare un ramo morto da una delle querce, e sollevando la corteccia ho notato dei frammenti inequivocabili, presso un foro d'uscita altrettanto facile da identificare.

Tolfai_28-XII-2013_OL_006.JPG


Continuando a scortecciare, sono usciti fuori dei resti più consistenti, sempre vicino al foro d'uscita.
Tolfai_28-XII-2013_OL_007.JPG


Quando capita di trovare resti di Buprestidi adulti tra legno e corteccia, ma non in celletta, bensì affacciati al foro d'uscita o vicini ad esso, in genere i casi sono due:
1 - quando sono usciti, la corteccia era un po' sollevata, abbastanza per farli uscire dal legno, tanto da non poter più far forza con le mandibole per forare la corteccia, ma non tanto da permettergli di mettersi paralleli alla superficie del legno e uscire
2 - al momento dell'uscita dal legno, ad attenderli c'era un predatore, in genere il solito Cleridae (di solito gli staccano la testa appena li vedono affacciati al foro).
Qualche volta può anche dipendere da una forte variazione di temperatura che li sorprende al momento dell'uscita.

Questi sono probabilmente morti a fine primavera scorsa.
Comunque, ne approfitto per farvi vedere come vivono, soprattutto per chi avesse intenzione di cercarli da qualche altra parte.

I rami attaccati sono in genere di pochi cm di diametro. La larva si sviluppa nel legno morto, in rami in cui spesso convive con Latipalpis plana, anche se in genere sta nelle parti con il legno più duro di quest'altra specie, che invece ama il legno più morbido, anche un po' spugnoso a causa dell'attacco di qualche fungo.
Qui si vede la dimensione del ramo in questione.
Tolfai_28-XII-2013_OL_009.JPG



Ecco come scavano le larve. La galleria scura, un po' curva, in alto a destra, è quella dalla quale è uscito l'adulto.
Tolfa_28-XII-2013_L26_002.JPG


Preferiscono i rami alti, come del resto anche gli adulti, che non sono floricoli ma stanno sul fogliame. E questo è probabilmente il motivo per cui si trovano di rado. Ma occasionalmente (come in questo caso), possono stare anche su rami bassi, a patto che siano in punti aperti, ben illuminati dal sole.

Da noi attaccano, apparentemente, solo le querce, ma in Turchia la ssp. curta si trova sia su quercia che su acero. Non è impossibile che lo faccia anche la nostra.

Ecco la pianta da cui ho staccato questo ramo.
Tolfa_28-XII-2013_L26_003.JPG


Bisogna cercare querce, preferibilmente abbastanza vecchie, in punti assolati, di solito su pendii rivolti a Sud, ma non nei boschi fitti (dove probabilmente, se ci sono, stanno sui rami più alti, esposti al sole), bensì sulle piante ben distanziate tra loro o piuttosto isolate.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 28/12/2013, 20:09 
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Bel reportage, mi ha fatto tornare alla mente quando venivo a cercarre la Kisanthobia proprio a Tolfa un po' di anni fa :lol1: .
Meno male che non ci hai fatto un reportage sulla "parabola esistenziale" della Harmonia!!! :mrgreen:

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Francesco Izzillo


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MessaggioInviato: 28/12/2013, 23:03 
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Interessante report Maurizio! :ok:
Peccato che questa specie, come pure l'altra che citi, dalle mie parti non ci siano, anche perché ambienti simili a quelli che hai fotografato si trovano (ancora) qui sulle colline esposte a sud.
:hi:

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AleP


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Nome: Maurizio Gigli
AleP ha scritto:
Interessante report Maurizio! :ok:
Peccato che questa specie, come pure l'altra che citi, dalle mie parti non ci siano, anche perché ambienti simili a quelli che hai fotografato si trovano (ancora) qui sulle colline esposte a sud.
:hi:

Per la Latipalpis, posso essere d'accordo, ma la Kisanthobia, chi dice che dalle tue parti non ci sia? Arriva fino in Europa centrale! Tutto sta a trovare un ambiente giusto ed avere un po' (anche più di un po') di fortuna.

Kisanthobia.jpg



Questa è la distribuzione in Europa secondo Faunaeur, ma si trova probabilmente anche altrove. Una distribuzione simile è tipica di una specie relitta o, più semplicemente, di una specie di cui si conosce poco la diffusione perchè difficile da trovare. Inoltre la stessa ssp. si trova in Nord Africa (ci dovrebbero essere delle foto di esemplari tunisini trovati da Sama anche sul Forum), e l'altra ssp. in Turchia e forse zone limitrofe (dovrei controllare).

(nella cartina di Faunaeur si sono dimenticati di indicare la Sicilia)

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Maurizio Gigli
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Oltre a fare i complimenti a Maurizio per il bel resoconto :hp: :hp: :hp:, aggiungo che ho avuto la fortuna di individuare una zona vicino a casa mia :D dove Kisanthobia ariasi ariasi è presente. Non sono mai riuscito a trovare gli animali in attività ma in 4 anni sono riuscito a rimediare una piccola serietta (7 esemplari) con gli allevamenti.
Posso confermare in toto quanto riportato da Maurizio circa l'ambiente di raccolta e la tipologia della pianta da individuare. :ok:

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:hi:
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Andrea


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Julodis ha scritto:
AleP ha scritto:
Interessante report Maurizio! :ok:
Peccato che questa specie, come pure l'altra che citi, dalle mie parti non ci siano, anche perché ambienti simili a quelli che hai fotografato si trovano (ancora) qui sulle colline esposte a sud.
:hi:

Per la Latipalpis, posso essere d'accordo, ma la Kisanthobia, chi dice che dalle tue parti non ci sia? Arriva fino in Europa centrale! Tutto sta a trovare un ambiente giusto ed avere un po' (anche più di un po') di fortuna.

Kisanthobia.jpg


Questa è la distribuzione in Europa secondo Faunaeur, ma si trova probabilmente anche altrove. Una distribuzione simile è tipica di una specie relitta o, più semplicemente, di una specie di cui si conosce poco la diffusione perchè difficile da trovare. Inoltre la stessa ssp. si trova in Nord Africa (ci dovrebbero essere delle foto di esemplari tunisini trovati da Sama anche sul Forum), e l'altra ssp. in Turchia e forse zone limitrofe (dovrei controllare).

(nella cartina di Faunaeur si sono dimenticati di indicare la Sicilia)

Grazie Maurizio, non sapevo di questa strana distribuzione di K. ariasi, la facevo simile a quella di L. plana! Molto interessante, visto che roverelle isolate ed esposte ci sono anche qui. Sai se attacchi anche il leccio?
:hi:

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AleP


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Nome: Maurizio Gigli
AleP ha scritto:
Molto interessante, visto che roverelle isolate ed esposte ci sono anche qui. Sai se attacchi anche il leccio?
:hi:

La roverella la attacca di sicuro, il leccio non lo so, ma presumo di si, considerando che nel suo areale la specie s.l. è stata trovata in varie specie di Quercus, tra cui Quercus pubescens, Q. cerris, Q. faginea, Q. canariensis, Q. coccifera.
Siccome spesso attacca i rami alti, ti consiglio di approfittare di eventuali giornate di forte vento, e di andare a cercare i rami caduti nei giorni (o settimane, o mesi) seguenti.

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Maurizio Gigli
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