Kisanthobia ariasi ariasi (Robert, 1858), resti
In genere non inserisco discussioni su frammenti di esemplari, ma in questo caso faccio una eccezione, data l'apparente rarità di questa specie, che in Italia sembrerebbe limitata a in pochissime località (7-8) sparse tra Toscana, Lazio, Abruzzo e Sicilia.
Oggi, mentre girovagavo tra i rilievi della zona di Tolfa in cerca di qualcosa con 6 zampe ed un paio di elitre, sono capitato in un punto vicinissimo ad una delle zone in cui vado da anni, dove stranamente non ero mai arrivato. Ed ho trovato un gruppetto di querce nelle condizioni in cui di solito vive la Kisanthobia che, come altri prima di me, ho trovato nella stessa zona, ma ad un paio di km di distanza.
Ho provato a staccare un ramo morto da una delle querce, e sollevando la corteccia ho notato dei frammenti inequivocabili, presso un foro d'uscita altrettanto facile da identificare.
Continuando a scortecciare, sono usciti fuori dei resti più consistenti, sempre vicino al foro d'uscita.
Quando capita di trovare resti di Buprestidi adulti tra legno e corteccia, ma non in celletta, bensì affacciati al foro d'uscita o vicini ad esso, in genere i casi sono due:
1 - quando sono usciti, la corteccia era un po' sollevata, abbastanza per farli uscire dal legno, tanto da non poter più far forza con le mandibole per forare la corteccia, ma non tanto da permettergli di mettersi paralleli alla superficie del legno e uscire
2 - al momento dell'uscita dal legno, ad attenderli c'era un predatore, in genere il solito Cleridae (di solito gli staccano la testa appena li vedono affacciati al foro).
Qualche volta può anche dipendere da una forte variazione di temperatura che li sorprende al momento dell'uscita.
Questi sono probabilmente morti a fine primavera scorsa.
Comunque, ne approfitto per farvi vedere come vivono, soprattutto per chi avesse intenzione di cercarli da qualche altra parte.
I rami attaccati sono in genere di pochi cm di diametro. La larva si sviluppa nel legno morto, in rami in cui spesso convive con Latipalpis plana, anche se in genere sta nelle parti con il legno più duro di quest'altra specie, che invece ama il legno più morbido, anche un po' spugnoso a causa dell'attacco di qualche fungo.
Qui si vede la dimensione del ramo in questione.
Ecco come scavano le larve. La galleria scura, un po' curva, in alto a destra, è quella dalla quale è uscito l'adulto.
Preferiscono i rami alti, come del resto anche gli adulti, che non sono floricoli ma stanno sul fogliame. E questo è probabilmente il motivo per cui si trovano di rado. Ma occasionalmente (come in questo caso), possono stare anche su rami bassi, a patto che siano in punti aperti, ben illuminati dal sole.
Da noi attaccano, apparentemente, solo le querce, ma in Turchia la
ssp. curta si trova sia su quercia che su acero. Non è impossibile che lo faccia anche la nostra.
Ecco la pianta da cui ho staccato questo ramo.
Bisogna cercare querce, preferibilmente abbastanza vecchie, in punti assolati, di solito su pendii rivolti a Sud, ma non nei boschi fitti (dove probabilmente, se ci sono, stanno sui rami più alti, esposti al sole), bensì sulle piante ben distanziate tra loro o piuttosto isolate.