Ciao Luigi, capisco le perplessità ma ci sono diversi concetti sbagliati nel tuo discorso che conviene correggere prima di arrivare a una spiegazione.
elleelle ha scritto:
Ma partiamo dal caso più semplice della generalità dei Crabronidae, o come diavolo si chiamano ora.
I Crabronidae (es. Stizus, Bembix, Philanthus ...) predano le specie abituali uccidendole e portandole alla prole nel nido già morte. E’ esattamente quello che fa un’aquila e un qualsiasi altro uccello carnivoro. Perciò, non possono essere altro che predatori, anche se predano per la prole.
"Crabronidae" è un raggruppamento enorme ed estremamente variegato, attualmente diviso in una decina di famiglie, e non si può generalizzare così, visto che include una vasta gamma di comportamenti, tra cui anche cleptoparassiti e specie sociali. Inoltre, i tre esempi che porti (
Stizus,
Bembix e
Philanthus) non uccidono gli insetti catturati ma li paralizzano, come ben illustrato in letteratura, quindi non è esattamente quel che fa un'aquila e non possono essere definiti predatori come li intendi te.
elleelle ha scritto:
Il punto debole di questa tecnica è che devono riaccedere più volte alla tana per portare prede fresche, e questo è dispendioso, e aumenta il rischio che la tana sia individuata dai cleptoparassiti.
Secondo diversi studi in realtà risulta il contrario. Nelle specie a rifornimento progressivo e in cui c'è interazione tra madre e prole sembra che i casi di cleptoparassitismo siano ridotti.
elleelle ha scritto:
Per risolvere questo problema Pompilidae e Sphecidae si sono evoluti e hanno “inventato” il veleno che non uccide, ma paralizza soltanto. In questo modo possono immagazzinare nel nido pedotrofico una quantità maggiore di provviste in una volta sola senza timore che si decompongano. E, una volta riempito il nido e deposto l’uovo, possono occultare l’ingresso in maniera molto accurata rendendone difficile l’individuazione.
Come riportato sopra, è la stessa strategia di gran parte dei "Crabronidae". La chiusura dell'ingresso del nido viene praticata in vario modo da una grandissima varietà di specie, sia a rifornimento massivo che progressivo. Ad esempio i
Bembix, che praticano il rifornimento progressivo, tendono a coprire l'entrata del nido e a riscavarla a ogni visita. Lo stesso fanno molti altri Imenotteri che praticano il rifornimento massivo, come alcuni Eumeninae che nidificano nel terreno.
elleelle ha scritto:
Mentre il tipico parassitoide è subdolo e rifila la fregatura al suo ospite senza aggredirlo, l’attacco alla preda di Sphecidae e Pompilidae è quello tipico dei predatori. E’ violento, e spesso ne segue una colluttazione dall’esito non scontato, come nel caso dei Pompilidae. Un attacco che non mi sembra molto diverso dall’attacco di un leone ad un bufalo.
Giusto per fare un esempio tra tanti, i Chalcididae del genere
Lasiochalcidia lottano con le larve di formicaleone per riuscire a incastrarne le mandibole e permettere la deposizione nella membrana tra testa e torace, quindi non direi che nei parassitoidi la situazione sia sempre subdola e senza aggressione. Oppure riterresti le
Lasiochalcidia predatori perché lottano con l'ospite?
elleelle ha scritto:
Inoltre la preda non viene lasciata in loco come nel caso dei parassitoidi “puri”, ma viene trasportata verso un nido o una tana, dove diventa semplice carne da mangiare, anche se in teoria l’”ospite” è vivo.
E gli Scoliidae? La loro larva è esterna e si nutre dell'ospite vivo, che però rimane in loco. Tra i "Crabronidae" esiste anche
Larra anathema che entra nella tana del grillotalpa, lo paralizza e la larva si sviluppa direttamente in loco.
elleelle ha scritto:
Inoltre, spesso questi imenotteri catturano più prede per ogni larva (Eumenes, Sceliphron ...) e anche di specie diverse. Ha senso dire che la larva si comporta da parassitoide parassitando, per completare il suo sviluppo, più ospiti di specie diverse? Il rapporto non dovrebbe essere di 1:1? O, di n:1 nel caso di Braconidae come Apanteles e nel caso dei Tachinidae?
Anche nei parassitoidi come li intendi te ci sono specie molto plastiche per quanto riguarda l'ospite e una femmina può deporre su ospiti diversi nel corso della sua vita, quindi il fatto che la larva si nutra di più ospiti diversi nello stesso nido non è contrario al concetto di parassitoide vero.
Detto questo, l'errore che a mio parere fai nel tuo ragionamento è equiparare le modalità di cattura dell'ospite attutata dall'adulto alla modalità di sviluppo della larva, ma soprattutto parlare genericamente di "parassitoidi", quando ci sono altri termini aggiuntivi che specificano il tipo di rapporto che si viene a instaurare tra parassitoide e ospite.
Il termine parassitoide in sé intende un organismo che vive a stretto contatto con il proprio ospite, portandolo poi alla morte. Anche il predatore porta alla morte della preda, ma non vive a stretto contatto con essa. Le larve degli Imenotteri citati sino ad ora vivono dentro/sopra l'ospite e lo portano alla morte, rispettando tutti i criteri del parassitoide.
Per riprendere l'esempio dell'aquila da te fatto, l'aquila uccide la preda e ne porta delle porzioni alla prole, che si limita a nutrirsi dei pezzi di carne forniti dalla madre senza vivere sulla carcassa, quindi è perfettamente definibile predatore. Negli Imenotteri non succede questo (escludendo quelli sociali che sono un discorso a sé), anche in quelli a rifornimento progressivo viene portato un ospite intero e paralizzato su cui poi la larva si nutrirà, portandolo infine alla morte; inoltre nei casi che conosco di rifornimento progressivo la larva non rimane mai priva di cibo, ma la madre continua a rifornire il nido di ospiti mentre la larva sta finendo quelli precedenti. Gli adulti catturano gli ospiti in una maniera simile a come fanno i predatori, ma quel che conta è la modalità di sviluppo dello stadio giovanile.
Riguardo i termini aggiuntivi, bisogna distinguere tra endoparassitoidi (larva dentro l'ospite) ed ectoparassitoidi (larva fuori dall'ospite), e tra idiobionti (bloccano lo sviluppo dell'ospite) e koinobionti (l'ospite continua la propria vita e sviluppo). Quelli che tu chiami parassitoidi intesi come larva interna e ospite "ignaro" sono solamente gli endoparassitoidi koinobionti, come può essere l'Ichneumonide
Trogus lapidator, che si sviluppa all'interno di un bruco di Papilio machaon che continua a svilupparsi fino allo stadio di crisalide. Gli altri esempi che tu porti come predatori, come "Crabronidae" ed Eumeninae, invece sono ectoparassitoidi idiobionti, in quanto la larva vive a stretto contatto all'esterno dell'ospite (o più ospiti) e l'ospite essendo paralizzato non può più svilupparsi.