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Pimelia (Pimelia) costata Waltl, 1835 - Tenebrionidae

26.III.1986 - SPAGNA - EE, Huelva, Mazagòn, M. Ortego leg.


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 21/11/2011, 0:21 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:47
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Nome: Piero Leo
La Penisola Iberica annovera una ventina di taxa del genere Pimelia, quasi tutti endemici della stessa, alcuni dei quali con un areale piuttosto ristretto.
Pimelia (Pimelia) costata Waltl, 1835 è nota delle zone costiere e subcostiere dell'estremo sud del Portogallo e delle province di Huelva, Sevilla e Cadiz, nell'Andalusia occidentale.

Lunghezza 21 mm
P. costata 01.jpg


P. costata 02.jpg



:) Ciao
Piero


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MessaggioInviato: 21/11/2011, 1:01 
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Nome: Maurizio Gigli
Come hai fatto a lucidarla così? O questa è una specie già lucida per conto suo?

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 21/11/2011, 23:00 
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Nome: Piero Leo
Julodis ha scritto:
Come hai fatto a lucidarla così? O questa è una specie già lucida per conto suo?
Maurizio sa benissimo che non lucido le Pimelia :mrgreen: . Però in genere lavo bene gli esemplari prima di prepararli, soprattutto se hanno una scultura un po' "complicata" che tende a trattenere la sporcizia. Il lavaggio diventa assolutamente indispensabile quando si tratta di Tenebrionidi che per natura agglutinano terra e argilla sui tegumenti, come Asida, Opatrum, Gonocephalum, Sclerum, ecc.: in questo caso prima di poterli studiare è necessario ripulirli per bene. Un tempo, per pulire i miei esemplari, usavo normale bagnoschiuma o shampoo, ora ho scoperto che lo sgrassatore Chante Clair è più efficace: lo uso con pennelli (tipo artista, però economici) di setola rigida a punta piatta; dopo il lavaggio è bene fare un bel risciacquo con acqua distillata.

:) Ciao
Piero


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MessaggioInviato: 21/11/2011, 23:05 
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Nome: Vinicio Salami
Tenebrio ha scritto:
...ora ho scoperto che lo sgrassatore Chante Clair è più efficace: lo uso con pennelli (tipo artista, però economici) di setola rigida a punta piatta; dopo il lavaggio è bene fare un bel risciacquo con acqua distillata.


ciao Piero, ho usato questo metodo per anni...adesso mi trovo abbastanza bene anche tenendo le bestiole per 24 h in una soluzione di aceto bianco ed acetone puro (50/50).

:birra: :birra:


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MessaggioInviato: 22/11/2011, 0:41 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:47
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Nome: Piero Leo
eurinomio ha scritto:
ciao Piero, ho usato questo metodo per anni...adesso mi trovo abbastanza bene anche tenendo le bestiole per 24 h in una soluzione di aceto bianco ed acetone puro (50/50).
:) Ciao Vinicio :lov2: . Sì, aceto e acetone vanno benissimo soprattutto per sgrassare gli esemplari, oppure per pulire incrostazioni non particolarmente tenaci. Ti assicuro però che per Asida e Opatrum occorre veramente quella che in sardo chiamiamo "sa striggiula" :D .

:) Ciao
Piero


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MessaggioInviato: 22/11/2011, 0:59 
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Iscritto il: 19/09/2009, 22:25
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Località: Brescia
Nome: Vinicio Salami
Tenebrio ha scritto:
...Ti assicuro però che per Asida e Opatrum occorre veramente quella che in sardo chiamiamo "sa striggiula" :D .


:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:


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MessaggioInviato: 22/11/2011, 8:43 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Tenebrio ha scritto:
eurinomio ha scritto:
ciao Piero, ho usato questo metodo per anni...adesso mi trovo abbastanza bene anche tenendo le bestiole per 24 h in una soluzione di aceto bianco ed acetone puro (50/50).
:) Ciao Vinicio :lov2: . Sì, aceto e acetone vanno benissimo soprattutto per sgrassare gli esemplari, oppure per pulire incrostazioni non particolarmente tenaci. Ti assicuro però che per Asida e Opatrum occorre veramente quella che in sardo chiamiamo "sa striggiula" :D .

:) Ciao
Piero

Infatti anche io ho provato di tutto per ripulire alcuni Tenebrionidi, ma con scarsi risultati, come si può vedere da molte mie foto, tipo questa. Soprattutto negli esemplari unici (per la mia collezione), non mi fido a insistere troppo, per paura che mi si comincino a smontare. Per il resto, ho provato di tutto per trovare un liquido che sciogliesse le incrostazioni senza bisogno di spazzolarli o di staccare singolarmente i pezzetti di sporco con la punta di uno spillo: acqua e sapone, alcool, acetone, aceto, acido cloridrico, ammoniaca, candeggina, detersivi vari, etere, perfino l'idraulico liquido! da soli o in varie combinazioni. Ma sembra che niente funzioni come vorrei. Mi rimane da provare solo il vetril, il liquido sciogli insetti per parabrezza delle auto e l'acido solforico.
In certi casi, invece, cerco volutamente di evitare la pulizia, perchè mi sembra che lo strato di incrostazioni sia parte integrante dell'aspetto reale dell'insetto, anche se impedisce di osservare caratteristiche della cuticola che potrebbero essere importanti per l'identificazione (ovviamente, in questi casi parte dell copertura se ne va anche se non vogliamo!).

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 22/11/2011, 11:34 
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Nome: Francesco Izzillo
Ho trovato molto funzionale per pulire i Coleotteri (specie non delicatissime) da terra, sterco, etc.. l'acqua ossigenata. Immergendo i soggetti da pulire il questo liquido per una durata di 5' con a. o. a 10/12 vol. e per una durata di 10' con a.o. a 6 vol. si ottengono risultati ottimali. Dopo il trattamento basta risciacquare i Coleotteri, di norma perfettamente puliti, in normalissima acqua. :hi:
L'uso dell'acqua ossigenata l'ho mutuato da quando, raccogliendo conchiglie, usavo questo liquido per alcuni tipi di "puliture".

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Francesco Izzillo


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