Forum Entomologi Italiani

si si, ero riferito alla formaldeide che so che è con certezza cancerogena, non so se il DMHF lo è pure (non ho trovato informazioni in merito)

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- SoNo un PoMpIeRe -

si certo anche capnodis tenebrionis....posto foto a breve

Allora, hai avuto il tempo di fare le foto?

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Daniele

mi sa che il ns amico si è perso nella nebbia

prima della preparazione - dopo la preparazione

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Research Fields
Taxonomy, ecology, biomonitoring , faunistic of Staphylinidae

riporto a galla questo argomento dato che in un altro argomento si discuteva sul fatto di incollare o meno i tarsi. Quando ho cominciato a preparare gli insetti con una certa cura, incollavo anch'io i tarsi utilizzando colla a base d'acqua diluita. Qualcuno mi ha fatto notare che la colla, però, ha l'incoveniente di alterare o non redenre più visibili alcuni caratteri presenti sui tarsi (peli coricati o meno, ecc...), quindi mi son convito di abiutuarmi a preparare tutti gli insetti utilizzando meno colla possibile (una goccia all'altezza dello sterno, niente di più).
Per mettere in posizione le zampe utilizzo gli spilli:


oppure un po' di saliva (a volte basta anche acqua vulgaris... )


altro "trucco": se qualche tarso fa i capricci, provo a riposizionarlo dopo qualche ora, quando le articolazioni hanno perso un po' di vigore e cominciano a diventare rigide. Tenendo l'arto in posizione qualche secondo, dopo non si muoverà più e resterà immobile.

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Prima si parlava come spillare insetti particolarmente coriacei: io utilizzo sempre e solo il n.2 e, con un po' di pratica, riesco a bucare un Morimus al primo colpo: basta tenere lo spillo con 4 dita (v. foto): oltre a dare più forza, si evita che lo spillo si pieghi perchè tenuto saldamente in posizione.

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- SoNo un PoMpIeRe -

Alessandro, anche io evito quasi sempre di incollare i tarsi (ed anche le antenne) sul cartellino. Finchè si tratta di Cerambycidae, in genere abbastanza grandi e con zampe piuttosto lunghe, si possono posizionare con gli spilli o con le fascette o i triangolini di cartoncino (sistema illustrato, mi pare, da Daniele Sechi?), ma per insetti piccoli e/o con zampe che sporgono appena è impossibile (pensate ai Birridi, Coccinellidi o Isteridi, ad esempio). Qui o si usa la colla, oppure la saliva. L'acqua non va molto bene perchè spesso, asciugando, l'arto si sposta di nuovo. La colla, se molto diluita, diventa praticamente invisibile una volta secca, esattamente come la saliva.

A volte comunque capitano esemplari ce non si riesce a preparare in alcun modo, nemmeno dopo la bollitura o il passaggio in microonde. In quei casi, piuttosto che rischiare di romperli o trovarmeli incollati in modo che non si vedano arti o antenne, preferisco, se sono grandini, spillarli, lasciandoli nella posizione in cui stanno, se piccoli, li incollo sulla punta di un cartellino triangolare messo di traverso, attaccato all'altezza dello sterno, ovvero il sistema molto usato in America (è molto poco elegante, ma è rapido, non si rischia di spezzare gli arti nella preparazione e permette di vedere anche gran parte del lato inferiore). Questo.


Faccio anche io così, ma alcuni insetti sono praticamente impossibili da forare. Tra questi, alcuni Buprestidi (anche le nostre Capnodis non scherzano, ma c'è di peggio), e certi grossi Curculionidae. C'è ad esempio un genere papuasico, Gymnopholus, con specie sui 3 cm, nere, con grosse spine sulle elitre, i cui esemplari, se raccolti quando non sfarfallati da poco, sono impenetrabili.

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Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
http://bup.xoom.it/

preparazione

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diversi metodi preparazione Coleoptera

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