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Scambi con paesi extraCEE e dogane italiane



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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 14/12/2009, 16:41 
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Iscritto il: 05/09/2009, 7:56
Messaggi: 3445
Località: Cesena
Nome: Gianfranco Sama
Da molti anni, ormai, ho dovuto rinunciare ad effettuare scambi di insetti con colleghi di nazioni al di fuori della Comunità Europea. Questo a causa della burocrazia ottusa delle nostre dogane.
Il problema è sempre esistito, mi ricordo violenti scontri verbali con la dogana di Bologna con tanto di “cartellini gialli” sventolatimi sotto il naso con la minaccia di denunce per offesa a pubblico ufficiale. Il problema esisteva anche con invii da parte di istituzioni pubbliche come Musei e Università. Mi ricordo che avendo ottenuto in prestito per tre mesi dal Museo di Storia Naturale di Parigi il tipo di Grammoptera viridipennis Pic, per esaminarlo e controllarne la località di cattura (nella descrizione originale era citato di “Corse”), mi arrivò, dallo stesso Museo, la richiesta di restituzione prima ancora del tipo che, nel frattempo era stato fermato dalle dogane di Bologna e trattenuto in attesa di inviarmi la richiesta di fattura o di dichiarazione di valore.
Piano piano, con l’avvento dell’Europa, con la libera circolazione delle merci, il problema è stato superato almeno con paesi europei come Francia e Germania. Da pochissimo tempo si possono ormai effettuare scambi anche con paesi dell’Europa orientale (Cechia, Polonia, Bulgaria, ecc.), ma il problema è rimasto per i paesi extra CEE. Da anni, nonostante abbia necessità di avere in collezione specie di Nord America, Brasile o Giappone o di esaminare materiale tipico di quei paesi, ho, di fatto, rinunciato a chiederlo per non dover, tutte le volte, lottare con le dogane che, attualmente, hanno concentrato i loro “posti di blocco” presso Varese che, pedissequamente, anche se il materiale proviene da un museo, richiedono pedissequamente "fattura o dichiarazione di valore come se i musei vendessero i loro insetti.

Vorrei sapere se altri hanno o hanno avuto lo stesso problema e come lo hanno risolto (se lo hanno risolto). C’è qualche avvocato che possa consigliare una via per bypassare questa "stupida lex" stupidamente applicata ?

Non consigliatemi di inoltrare le richieste tramite qualche museo, perché anche a questo ho rinunciato per non dover poi andare a Bologna o a Milano per ritirare i tipi.

Grazie in anticipo

_________________
Gianfranco Sama

"Benedetto colui che ti aiuta a correggere i tuoi errori invece di scagliarteli contro"
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Gershom Sholem


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 16:57 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:07
Messaggi: 1706
Località: W-Mediterraneo
Nome: Davide Badano
Non so consigliarti ma so che i musei hanno gli stessi problemi di un privato quando devo inviare/ricevere i loro esemplari.
:dead:


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 17:08 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
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Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Isotomus ha scritto:
Non consigliatemi di inoltrare le richieste tramite qualche museo, perché anche a questo ho rinunciato per non dover poi andare a Bologna o a Milano per ritirare i tipi.
Beh ne hai anche di molto più vicini. Le dogane non guardano se il Museo sia importante e/o funzionante ma solo se sia Museo. Secondo me, a parte Ferrara, potresti sfruttare Imola, ma anche Bagnacavallo.

Ciao Roberto :to:

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verum stabile cetera fumus


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 17:15 
 

Iscritto il: 13/09/2009, 18:04
Messaggi: 881
Nome: Pierpaolo Rapuzzi
Ciao Franco,
questo è un problema assolutamente presente e grave. Voglio aggiungere alcuni dati relativi alla mia esperienza.
Esiste una legge europea che impedisce l'ingresso di materiale biologico da paesi extra-unione a meno di non presentare una certificazione veterinaria del paese di origine che attesti la "non pericolosità" del materiale. Bene questa richiesta, che molto spesso se dall'altra parte non ci sono istituti è IMPOSSIBILE da ottenere, è pretesa solo dalla dogana di Lonate (Varese), altre dogane come quella di Roma o di Genova non fanno di queste richieste ed anzi sdoganano i pacchi senza storie. Il problema è che non si sa dove transita il pacco e pertanto si corre il rischio che venga rispedito alla mittenza.
Io al momento ho risolto il problema facendo arrivare i pacchi a degli amici in Francia (dove questo non esiste). Inoltre in Francia arrivano in pochissimi giorni e vengono sdoganati nell'arco di 24-36 ore contro i MESI delle dogane italiane!
Tirando le somme secondo me la questione è in questi termini:

A- se è vero che questo materiale presenta un pericolo biologico allora la dogana di Malpensa è in grave dolo in quanto trattiene sul territorio nazionale delle merci che rapprersentano un rischio per la salute pubblica e peggio ancora le altre dogane che la fanno passare senza problemi.

B- se questo non è vero allora la dogana di Malpensa fa un abuso d'ufficio che deve essere sanzionato in maniera rigorosa.

C- se siamo in Europa assieme alla Francia (o al Belgio) perchè solo da noi si avvalgono di leggi europee per mettere i bastoni tra le ruote di chi vuole fare Scienza?

Mi auguro che qualcuno sul forum sia in grado di dare una soluzione meno complicate di quella di aggirare l'ostacolo cambiando il paese di ingresso nell'area Schengen di quattro insetti.

Pierpaolo


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 17:29 
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Iscritto il: 04/02/2009, 17:49
Messaggi: 5473
Località: Cagliari
Nome: Daniele Sechi
Ho avuto, come ovvio, la stessa esperienza di Gianfranco. Però non so perché ma alcuni pacchi li bloccano, altri no. Che sia un controllo a campione?
Il fatto più clamoroso mi è successo qualche anno fa, avevo un po' di tenebrionidi nord americani tutti indeterminati e così tramite un amico entomologo statunitense ho contattato uno specialista che stava proprio facendo la revisione del genere Eleodes (e quindi era interessato a vedere molto materiale, evidentemente anche negli USA i tenebrionidi non li raccolgono in molti... :lol: ). Insomma ho mandato tutto il mio materiale e dopo circa un mese mi è stato rispedito tutto determinato. Il pacco però è stato bloccato dalla dogana italiana che mi ha chiesto di specificarne il contenuto e di dichiararne il valore (specificando che l'Italia non contempla il valore zero). Non c'è stato verso di spiegare che erano insetti già miei!! Insomma anche dichiarando un valore minimo (tipo 5 dollari) ti tocca sempre pagare una tassa fissa perché il pacco è stato bloccato per cui 10-15 euri li ho dovuti sborsare.
Io continuo a inviare e ricevere pacchi, finora Cile e Messico sempre senza problemi. Ultimamente fermati dal Giappone, Cina e USA. Secondo cosa c'è però io non sarei drastico come Gianfranco, vale comunque la pena aspettare un po' di più, mettersi l'anima in pace che bisogna compilare e spedire fax e pagare un 10-15 euro per il "disturbo". Consiglio di farci spedire pacchi piccoli con già dichiarato il contenuto (dried beetles va benone) e il valore (3 dollari? :ok: ), per la mia esperienza passano più spesso senza problemi.
Peraltro se il valore dichiarato (comprese le spese di spedizione se ad esempio si acquista su ebay) non supera i 22 euro la dogana non dovrebbe bloccare.

_________________
:hi:
Daniele


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 17:35 
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Iscritto il: 25/11/2009, 9:31
Messaggi: 8156
Località: Lecce
Nome: Maurizio Bollino
Stesso problema, SEMPRE E SOLO CON LA DOGANA DI LONATE. Io ho un pacco bloccato dal 24 settembre con Curculionidae filippini, e solo dopo veementi proteste mie, sia telefoniche al call-center, che via e-mail (anche con minaccia di denuncia per appropriazione indebita e omissione di atti di ufficio) si sono fatti sentire per chiedermi la dichiarazione doganale ed avviare il materiale all'ispezione veterinaria. Questo, però, avveniva circa 20 giorni fa, ma a tutt'oggi ancora nessuna nuova.
Ricordo che in passato avevo trovato una tabella con i codici delle merci per le quali era previsto il certificato veterinario all'importazione, ma non lo trovo più. Qualcuno sa dove posso trovarla? Mi sembra di ricordare che l'ispezione veterinaria era prevista solo per gli insetti destinati ad alimentazione (umana o animale), non per tutti gli insetti (a meno che a Lonate non pensino che io uso Pachyrhynchus e Metapocyrtus come questi snack tailandesi!!!)

_________________
Maurizio Bollino


Ultima modifica di Maurizio Bollino il 14/12/2009, 17:42, modificato 2 volte in totale.

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MessaggioInviato: 14/12/2009, 17:39 
 

Iscritto il: 13/09/2009, 18:04
Messaggi: 881
Nome: Pierpaolo Rapuzzi
Caro Maurizio,
la mia esperienza con Lonate è stata talemente disastrosa che dopo telefonate, e-mail e minacce varie si sono fatti sentire per dire che senza dichiarazione veterinaria del paese di origine i pacchi vengono respinti. E così è stato!
Pierpaolo


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 17:45 
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Iscritto il: 06/02/2009, 9:07
Messaggi: 1706
Località: W-Mediterraneo
Nome: Davide Badano
Ne parlavo con un conservatore di museo.

I pacchi vengono effettivamente fermati a campione, se sei fortunato passa.

Alla dogana di Milano hanno fermato per "motivi sanitari" esemplari tipici conservati nel suddetto Museo da oltre 100 anni! Possono effettivamente trasmettere gravi malattie incurabili...come l'entomologite acuta :lol1: .
Li sdoganano dopo molto tempo con la tassa di cui parlavate ed il museo non solo non ha fini commerciali ma ovviamente non è neppure una struttura privata!!


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 17:46 
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Iscritto il: 05/09/2009, 7:56
Messaggi: 3445
Località: Cesena
Nome: Gianfranco Sama
Esatto Daniele, non solo si deve pagare per materiale nostro che ritorna, ma anche per materiale che è e resterà di proprietà altrui, per esempio quando ricevo materiale che devo identificare e poi restituire.

Siamo un paese (che si proclama) fra i sette più industrializzati del mondo, ma con una burocrazia da far invidia ai Borboni.

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Gianfranco Sama

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MessaggioInviato: 14/12/2009, 18:05 
 
Ho avuto anche io problemi con Malpensa/Varese, e il tutto è aggravato dal fatto che è praticamente impossibile contattarli telefonicamente.
In genere i pacchi vengono fermati per motivi fiscali, ma la situazione può aggravarsi se subentrano controlli di tipo veterinario o fitosanitario (peraltro questo mi è capitato solo due volte e non hanno avuto problemi a far effettuare un controllo e poi a sdoganare il contenuto, visto che si trattava di insetti morti e secchi).
Il punto cruciale è che le normative doganali sono così complesse che è molto facile per loro trovare qualche cavillo per complicare la vita al cittadino, perché nel nostro paese il potere è essenzialmente il potere di dire di no. Tralasciando l'analisi del perchè questo succeda (e secondo me le radici sono da trovare molti secoli fa, più o meno con la fine del Rinascimento e l'inizio della decadenza dell'Italia come potenza economica e politica), sta di fatto che la nostra posizione è molto debole su questo fronte e quindi, più che minacciare azioni legali, conviene tenere un atteggiamento collaborativo, anche per evitare che, per togliersi dai piedi questi rompiscatole di entomologi, non venga fuori qualche "soluzione finale" (leggi: una norma che vieti una volta per tutte l'importazione di reperti entomologici). A dire il vero esiste già una norma, che per ora è lettera morta, che, se applicata, potrebbe dare il colpo di grazia alla circolazione internazionale di materiale entomologico e specialmente di reperti per studio. Per non dare suggerimenti alle persone sbagliate preferisco non rivelarla.


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 19:07 
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Iscritto il: 28/08/2009, 13:45
Messaggi: 1946
Località: Ginevra, Svizzera
Nome: Guido Sabatinelli
Anche io naturalmente di questi problemi e ho un pacco dal Giapone bloccato da 2 mesi. Ho pero' deciso di non collaborare e ho scritto che non sono in grado di fornire certificato veterinario ne' di pagare i 55 euro richiesti. Vediamo che succede, forse lo rispediscono al mittente a loro spese?

Comunque secondo me le ragioni non sono burocratiche ma funzionali. Con l'abbatimento delle frontiere doganali con l'Europa gli uffici doganali si sono visti mancare il lavoro e ora debbono anche documentare la loro produttività' con degli introiti che sono i soldi che chiedono ogni volta per il diritto di ispezione e altro. Sai quando ne fai 50 al giorno...

Certo questo accanimento delle dogane e' solo in Italia.
Comunque anche per il servizio postale/doganale l'Italia e' conosciuta in tutto il mondo e se comprate su eBay vi accorgete che molti venditori non accettano acquirenti Italiani.

ciao, Guido

_________________
Guido Sabatinelli
Museo di storia naturale, Ginevra, Svizzera
http://www.glaphyridae.com
http://www.scarabeidi.it


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MessaggioInviato: 14/12/2009, 23:50 
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Iscritto il: 18/06/2009, 16:54
Messaggi: 1093
Località: Casalecchio di Reno (BO)
Nome: Iuri Zappi
Carissimi,
ho finito or ora di lavorare e sono veramente stracotto ma un piccolo contributo penso di poterlo dare.
Negli ultimi mesi ho ricevuto alcuni pacchetti di materiale (acquistato o ricevuto in scambio o per studio) da diversi paesi extra CEE.
Certo da alcuni paesi i pacchi non vengono mai fermati ma da altri è quasi una certezza: USA, Cina, Taiwan è praticamente sicuro o quasi.
L'idea che mi sono fatto è che alla dogana interessa solo che si paghi la tassa di importazione (20% del valore dichiarato), per loro non esiste il valore zero o che si tratti di un regalo.
La dogana di Lonate/Pozzolo (VA) è ovviamente la bestia nera!! :cry:
Io mi regolo così.
Faccio sempre dichiarare dal mittente un valore di 5$ o 5 euro o anche di più se il materiale è tanto. Anche per materiale proveniente dai musei.
Spesso il materiale arriva con tale semplice dichiarazione ma attenzione!
Se sono stati dichiarati 5 euro la tassa è 1 euro + 5,17 euro di corriere, quindi si pagano 6,17 euro in contrassegno.
La faccenda si complica se il valore dichiarato è zero o è stato scritto "regalo".
Io non telefono più perchè tanto non rispondono mai, ho provato decine di volte per un pacchetto dagli USA. Quando arriva la richiesta di dichiarazione doganale, scrivo l'importo sul quale dovrò pagare la tassa del 20% e nel riquadro "dichiarazione delle merci" scrivo la loro dicitura che non ricordo dove ho trovato: "Collezioni ed esemplari per collezioni di zoologia, di botanica, di mineralogia, di anatomia, o aventi interesse storico, archeologico, paleontologico, etnografico". Mando sia il fax al numero del referente sia una email al medesimo. Gli ultimi 3 pacchetti mi sono arrivati dopo 3 settimane di giacenza in dogana.
Però non sempre va così bene e non sempre è così semplice....
Ciao a tutti
Iuri :hi: :hi: :hi:

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Iuri


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MessaggioInviato: 30/12/2009, 21:57 
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Iscritto il: 21/05/2009, 14:59
Messaggi: 6986
Località: Casinalbo (MO)
Nome: Riccardo Poloni
io non posso contribuire perchè non sono molto pratico di scambi ma posso senz'altro dire che anche quando mia madre ha mandato a mio fratello dei pacchettti di fazzoletti tempo negli USA, perchè lì non ci sono, ha avuto dei problemi :mrgreen: , ora, secondo me saremo anche il settimo paese più industrializzato del mondo ma ci facciamo ridere dietro da un sacco di paesi esteri, e, lasciatemelo dire, è veramente ridicolo che si possa credere che degli insetti impacchettati e sigilati possano portare malattie, è una vera ipocrisia, invece le tonnellate di legname e di frutti provenienti da paesi tropicali non portano niente, noooo, solo decine e decine di parassiti tropicali l'anno :mrgreen:

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Riccardo Poloni
La dignità degli elementi
la libertà della poesia,
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è magia, è magia, è magia...
Negrita, Rotolando verso sud


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MessaggioInviato: 31/12/2009, 23:53 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Tanto per aggiungere un'altra voce al coro di proteste, ecco anche la mia esperienza.
I problemi con i pacchi extra CE ci sono sempre stati, come ricordava anche Gianfranco. Già negli anni '80 mi capitava ogni tanto di ritrovarmi pacchi bloccati in dogana (una volta per riuscire a sdoganarne uno sono dovuto andare di persona a Fiumicino e parlare coi diretti interessati), ma erano controlli a campione, e la maggior parte delle volte arrivavano.
Da qualche anno le cose sono un po' cambiate.
Dai paesi comunitari arriva, ovviamente, tutto senza problemi, gli altri potremmo dividerli in due categorie: quelli generalmente ignorati (Africa, Sud Est asiatico, Australia) e quelli presi regolarmente di mira (Russia, USA, Cina, Giappone e Corea, in particolare i primi tre). I paesi sud-americani sono in una situazione intermedia.
Se un pacco proveniente da uno dei 5 paesi suddetti arriva alla dogana di Lonate/Pozzolo (VA), cominciano i problemi. Normalmente viene chiesta la famosa dichiarazione del contenuto e del valore (che deve essere diverso da 0, anche se magari è solo materiale in studio da restituire). Il bello è che la dichiarazione gli deve arrivare entro un limitato numero di giorni (mi pare 10) dalla data di invio della loro richiesta (e non da quando la riceviamo!), altrimenti il pacco viene rispedito al mittente (e in genere lo fanno veramente). Se tutto procede regolarmente, ricevuta la dichiarazione vi spediscono il pacco, che di solito arriva entro 5-15 giorni, e dovete pagarci: 19% di IVA (o tassa di importazione, come volete), 6 € circa di diritti doganali, e a volte spese accessorie.
Se vi dice male vi chiedono anche la visita veterinaria, che fanno direttamente nei loro uffici (dietro pagamento con conto corrente di altri 6 € e passa + spese CC). Ricevuto il bollettino di pagamento, segue la trafila di prima.

Se tutto fila liscio, c'è solo la fregatura del dover sborsare cifre che a volte diventano considerevoli, ma a volte va peggio.
L'ultima volta che hanno preteso la visita veterinaria mi sono visto recapitare un pacco pieno di bestie schiacciate e rotte, e addirittura alcune mancanti (c'era rimasta solo la bustina con i dati di raccolta). Evidentemente chi ha effettuato il controllo era un tipo, diciamo, maldestro.

Altre volte va anche peggio. All'inizio del 2009 ho comprato dei Buprestidi da Osipov (Russia). Dopo 6 mesi non avevo ricevuto ancora niente, se non le lamentele dello stesso Osipov, che si era visto ritornare indietro ben 4 volte il pacco (sempre, casualmente, col timbro di Lonate). Alla fine, per averlo, ho dovuto farlo spedire a casa di Hans Muehle, a Monaco di Baviera, (lo ha ricevuto in meno di una settimana) e farmelo portare da lui la prima volta che è venuto in Italia.

Ormai mi sono rassegnato, e spero che i pacchi arrivino alla dogana di Fiumicino, dove non fanno alcun problema e te li mandano direttamente a casa, senza spese aggiuntive o richieste di documentazione. Quando arrivano a Lonate seguo il solito iter e spero che vada bene. Ormai mi mandano direttamente le richieste di documentazione ed altro direttamente per email, e altrettanto faccio io per risposte e documenti, risparmiando almeno un po' di giorni ed evitando il rinvio al mittente.

Un accorgimento per limitare le possibilità di intercettazione a Lonate: fatevi spedire il materiale per raccomandata. Il più delle volte passa senza controllo doganale (almeno da Cina, Giappone e Corea).

Resta comunque un mistero irrisolto, amzi due:
1 - perchè negli altri stati CE questo non succede?
2 - perchè solo a Lonate? Non sarà che tutto dipende da un unico funzionario che non ha nulla di meglio da fare che renderci difficile la vita?

Auguri per l'anno nuovo! :birra:

_________________
Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
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MessaggioInviato: 01/01/2010, 10:19 
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Iscritto il: 05/09/2009, 7:56
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Località: Cesena
Nome: Gianfranco Sama
Maurizio,
anche negli anni 80, i pacchi venivano fermati solo a Bologna mentre arrivavano regolarmente in altre località italiane. Era evidentemente il funzionario di quella dogana che mancava del "grano salis" necessario per applicare le regole in maniera elastica e non vessatoria (oserei dire sadico / maniacale). Forse è lo stesso funzionario str..zo che rifiutatosi di andare in pensione è stato trasferito a Lonate/Pozzolo. :gun:
Bisognerebbe sapere se la legge in proposito vengono applicate giustamente o se, magari, non si possa fare una "denuncia di gruppo". Ci vorrebbe un avvocato entomologo che studiasse la questione e suggerisse le contromosse, se ce ne sono.
Di nuovo auguri a tutti
G.Sama

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Gianfranco Sama

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