L'amico Ivan Corradini mi ha scritto:
Ti volevo chiedere un consiglio visto che tu sei più pratico di mè: io di solito per le trappole per histeridae uso pezzi di carne di bovino ma se usassi il pesce va bene lo stesso?Allora ho pensato di postare la mia risposta in questa sezione, anzichè inviarla come messaggio privato, sperando che possa essere di interesse anche per altri amici del forum.
In oltre 20 anni di catture di Histeridae, ho avuto modo di utilizzare le trappole a caduta in habitat diversi ed in diverse regioni (Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria, Toscana, Puglia e Sicilia), posizionandole in prati di fondovalle, boschi, praterie alpine, macchia mediterranea, greti di torrenti stagionali, dune, pinete retrodunali, campi coltivati, vigneti, ecc.
Ho sempre utilizzato trappole ricavate da bottiglie di acqua da mezzo litro, trasformate in una sorta di "nassa", che da una parte previene la fuga degli insetti entrativi e dall'altra previene la predazione delle esche da parte di volpi, faine, cani vaganti, gatti, ecc.. Inoltre, le ridotte dimensioni ne consentono un agevole (quasi sempre) posizionamento nel terreno, non richiedendo un grande scavo (particolarmente difficile se il suolo è duro, sassoso e compatto).
La modalità di "chiusura" della trappola fa sì che, qualora un animale riesca ad estrarla dal terreno, non possa comunque svuotarla, mangiandosi l'esca. Intal caso, spesso la si trova rotolata non distante dal luogo di posizionamento e, quasi sempre, con insetti ancora al suo interno.
E' sempre buona norma coprire l'imboccatura della trappola con rami, cortecce, sassi (occhio che questi non la chiudano completamente), ecc., sia per renderla invisibile ad eventuali persone di passaggio, che per ripararla almeno parzialmente in caso di pioggia.
Le modalità per realizzare queste semplici, economiche e leggerissime trappole sono dettagliatamente descritte (con foto) nel lavoro allegato a questo messaggio. Ci tengo a precisare che non sono di mia invenzione, dato che agli inizi ho tratto spunto dall'idea di qualcun altro, ma non sono più riuscito a ricordare chi fosse e dove avesse pubblicato notizie al riguardo (breve inciso: un mio collega isteridologo cileno, Gerardo Arriagada, ha introdotto a suo dire in Sud America l'uso di questa trappola, dopo averne letto la descrizione nel lavoro allegato, e che da allora è lì conosciuta come "trampa Penati"! Mi sono sempre chiesto se mi ha preso per i fondelli.....

).
Riguardo le esche, volendo attrarre Histeridae saprofili, ho ottenuto i migliori risultati utilizzando teste di pollo o pesce azzurro (meglio le sarde delle alici, perchè più "consistenti"), a seconda della temperatura ambientale: se bassa, pesce azzurro, perchè si decompone più velocemente e quindi "attiva" la trappola prima; al contrario, se alta, testa di pollo (o mezza testa).
Tenete conto che a seconda dell'esca utilizzata e della temperatura, le trappole vanno controllate a partire da due giorni al massimo dopo il loro posizionamento, per evitare che la poltiglia acquosa che si forma con la decomposizione faccia marcire gli insetti nella trappola (motivo per cui sul fondo della stessa è sempre opportuno fare qualche minuscolo forellino con funzione drenante). Nel caso in cui al primo controllo l'esca risulti ancora "attiva" (= non completamente decomposta), consiglio di estrarre pazientemente con un cucchiaino da caffè gli esemplari presenti (occhio che da vivi sono veloci nonostante l'apparenza), quindi richiudere la "nassa" e riposizionare la trappola, che andrà ricontrollata il giorno successivo e così via, fino ad esaurimento del potere attrattivo dell'esca. Lo svuotamento ed il lavaggio della trappola andrà fatto solo al termine del trappolamento.
Se casualmente capitasse di trovare rettili morti (serpenti o lacertidi di dimensioni sufficienti, es. ramarro), allora utilizzateli come esca (i serpenti in pezzi) ed avrete risultati eccezionali, dato l'odore molto più forte che questi emettono decomponendosi. Attenzione però a non compiere inutili stragi: una volta mi è capitato, utilizzando pezzi di biacco, di trovare in una sola trappola oltre un centinaio di Histeridae di due o tre specie!
In ambiente di duna o retroduna (substrato sabbioso vicino alla costa marina), qualche cattura interessante (es.:
Hypocaccus spp.) si ottiene utilizzando frutta marcescente (metterla nella trappola già marcia altrimenti ci vuole una vita....), quale mezza pesca o mezza albicocca (la banana non mi ha mai dato risultati).
Non utilizzare MAI carne rossa (bovina o equina) e bianca (coniglio o maiale), perchè la piccola quantità che può essere messa nella trappola non produce odore sufficientemente forte per attrarre gli Histeridae (tranne gli esemplari vicinissimi). Infatti, le grandi catture effettuabili sulle carcasse (mucche, cavalli, asini, capre, pecore, ecc.) sono dovute alla quantità e non alla qualità di materia organica in decompozione.
Un ultimo consiglio: l'esca deve essere posizionata sul fondo della trappola in quantità tale da restare distante dalla imboccatura della "nassa" per non facilitare l'uscita degli insetti. Inoltre, controllate sempre il substrato sotto ed intorno alla trappola, perchè spesso vi si rinvengono altri esemplari.
Chi fosse interessato, può realizzare una versione "grande" di questa trappola utilizzando bottiglie di plastica da 1,5 l, che munite di "gancio" in filo di ferro possono essere appese a rami di alberi ed utilizzate con frutta o altre sostanze zuccherine per attrarre insetti di altre famiglie (io ho catturato Nitidulidae e Staphylinidae).
Buona caccia a tutti!
Fabio