Ieri rientrando presto da una trasferta di lavoro, lungo il tragitto ho deciso di fermarmi per fare una breve ricerca in un ambiente costituito da pino, carpino, faggio, frassino, castagni, pioppo alnus e,.....
Salix caprea e purpureaOra qualcuno forse già avrà intuito quali bestiole ho messo nel mirino. Ebbene si.
Xylotrechus pantherinus, Saperda similis e
Lamprodila decipiens!
Dopo essere stato entomologicamente svezzato a Lamprodila legato a diversi lavori di ricerca da parte di Hellrigl, raccogliendo e allevando allora un gran numero di esemplari, non l'ho più ne cercata ne trovata.
Secondo me è una specie che se non sai esattamente dove cercarla, non la trovi, ma non è poi nemmeno rara come sembra. E i due Cerambycidi,(ma non soltanto questi due) vivono quasi un po in simbiosi con il Bupestidae su Salix caprea.
Uno scorcio dell'ambiente
Già il primo piccolo cespuglio di purpurea, mi ha dato ragione. Letteralmente ogni ramo principale del diametro tra i due e 5 cm, dimostrava vecchi segni di attacco di Lamprodila, con tanto di inconfondibili fori d'uscita.
Essendo la pianta ancora in parte vegeta, ho cercato e trovato "giovani" segni di attacco, e il primo taglio ricognitivo, mi ha dato esito positivo. Una giovane larva, tuttavia morta da poco per cause "naturali". Altri due o tre scortecciamenti giusto per capire lo stato di sviluppo, e ho capito che ero sul posto giusto, e che ora bisogna soltanto attendere fino inizio giugno e tornare a raccogliere i rami.
Si perché un allevamento in casa non è possibile sviluppandosi esclusivamente in legno vegeto, e avendo bisogno di un alto tasso di umidità.
Da notare che spesso le piante attaccate da Lamprodila sono in uno stato vitale molto precario, e infestati da numerosi altri xylofagi. Sovente si incontra
Oberea oculata,
Xilotrechus pantherinus, Saperda similis, Aromia moscata, Agrilus viridis, nonchè diversi Lepidotteri.
Nel mio caso ieri soltanto
Oberea, e un unico probabile
pantherinus, di cui il tronco di ca. 6 cm di diametro ho tagliato e asportato per intero, per eventualmente allevarlo in casa.
Per anticipare la classica domanda: come si riconoscono gli attacchi ancora giovani, vorrei screditare un luogo comune che associa agli attacchi dei vistosi ingrossamenti o nodi del ramo. A volte l'ingrossamento può essere chiaro e inconfondibile, ma non è comunque mai definito come nodo sporgente e ben delineato.(come lo possono essere i nodi di
Saperda populnea per intenderci) L'ingrossamento, se presente, è graduale e costante non più lungo di 8-10 cm, e lo spessore maggiore raggiunge all'centro ca 1/3 - 1/2 in più del spessore del ramo sano. Tuttavia non è sempre cosi.
In queste due immagini si vede un rametto di ca. 3 cm di diametro fotografato da davanti e di dietro. Non dimostra evidente ingrossamento, ma una altra caratteristica sempre presente. Sono quelle piccole crepe trasversali della corteccia e quel alone, che con parole poco tecniche ma esplicative chiamo il "livido". Infatti la porzione di corteccia fine che copre la zona di attività della larva sottostante assume un mutamento del colore grigiastro della corteccia sana e diventa leggermente bluastra-violacea, ben delineata da una sottile linea grigio-giallognola e di forma più o meno ovale. Appunto come un livido. Questi due sintomi insieme assicurano la presenza della larva. Non è facile trovarli ma una volta visto uno e compreso il complesso, si individuano da lontano.
Del resto, ho scortecciato un po’ di ramaglia di faggio rimasta a terra dopo uno sfoltimento e ho trovato attacchi massicci di ancora minuscole larve sconosciute. Ho riempito il baule ci questi rami che ora attendono pazientemente gli sviluppi in allevamento.