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Pronocera angusta (Kriechbaumer, 1844) Dettagli della specie

13.I.2016 - ITALIA - Trentino-Alto Adige - BZ, Dint. Bressanone


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MessaggioInviato: 15/01/2016, 20:36 
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Hai ragione. Solo ora mi accorgo che questa cosa è limitata ai soli floricoli, mentre per le specie che si nutrono di linfa non accade lo stesso. Infatti nelle trappole cadono spesso Phymatodes e Cerambyx che sono anche notturni e si nutrono di linfa.
:hi:


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MessaggioInviato: 15/01/2016, 20:41 
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Entomarci ha scritto:
E in generale i calidiini non vanno in trappola. A parte i ropalopus ovviamente...

E i Phymatodes: gli unici esemplari che ho li ho presi proprio con delle trappole su farnia.

Comunque i Callidini si nutrono di linfa, quindi non vedo come le Pronocera possano essere attirate da esche dolci dato che, vivendo in boschi di conifere, di linfa non ne potrebbero comunque trovare. Sarà una specie afaga. Le trappole non le potrei mettere lo stesso dato che starò via per soli due giorni :cry:


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MessaggioInviato: 15/01/2016, 21:59 
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Scusate ma, in questi casi, perché non usare trappole adesive?
Una spruzzata di colla spray, oppure, più facili da trovare, dei nastri di carta moschicida, sulle cataste. Diurni o notturni, non fa differenza.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 15/01/2016, 22:01 
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Non sembra una cattiva idea. Non ci avevo proprio pensato! :D
:hi:


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MessaggioInviato: 15/01/2016, 22:12 
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Nome: Maurizio Gigli
Per fare una prova, la carta moschicida è la cosa migliore.
La vendono in rotolini che costano molto poco (vedi, ad esempio, qui), è facile da portare, la metti in un attimo, appiccicandola su tronchi, rami o ramaglie, e quando passi a riprenderla (mai lasciarla sul posto, se non vuoi fare strage di insetti e piccoli vertebrati) basta metterla in un barattolo o scatoletta (o, se hai già tolto gli insetti, in un sacchettino).

Se usi la colla (quella spray è più comoda, ma ci sono anche da dare con un pennello, o direttamente dal tubo, come vischio o colla per topi), ricordati, dopo aver recuperato gli insetti, prima di andartene, di buttare della terra sopra le parti coperte di colla.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 15/01/2016, 22:21 
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Nome: Marco Villani
Grazie per gli utilissimi consigli. :birra: Si vede che hai maturato un'esperienza data dal fatto che le tue prede abituali non sono attirate da esche!
:hi:


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MessaggioInviato: 15/01/2016, 22:45 
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marco villa ha scritto:
Grazie per gli utilissimi consigli. :birra: Si vede che hai maturato un'esperienza data dal fatto che le tue prede abituali non sono attirate da esche!
:hi:

In realtà qualche esca ci sarebbe, almeno per le specie che vivono sulle conifere. In Nord America usano spesso trappole con terpeni ed altre sostanze in soluzione alcolica, per tenere sotto controllo le invasioni di Buprestis ed altri Buprestidi nei boschi di conifere.
Addirittura, per alcuni sembra che basti anche il semplice etanolo.
Io ci ho provato una sola volta, perché qui di boschi di conifere non è che ce ne siano molti, in una zona presso Maccarese dove ci sono un po' di pini d'Aleppo, pini da pinoli e ginepri coccoloni, e ci ho preso due Anthaxia sepulchralis, una specie quasi introvabile nel Lazio (credo che per la regione ci sia solo una vecchia citazione generica del porta, 1929, oltre a questo reperto, che è inedito). Per aver messo un ex barattolo di marmellata, pieno a metà di alcool denaturato, appeso ad un pinetto ad un paio di metri di altezza, non è andata male.

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MessaggioInviato: 15/01/2016, 22:53 
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Nome: Marco Villani
Questa dell'etanolo proprio non la sapevo! Magari è un sistema che funziona anche in pinete adriatiche, come quelle vicino a Ravenna.


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MessaggioInviato: 16/01/2016, 8:27 
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Le trappole con la colla, pur non dubitando della loro efficacia nella fase di cattura, mi lasciano perplesso per la fase di raccolta dell'esemplare; ho la sensazione che poi gli esemplari, quelli più piccoli, potrebbero danneggiarsi quando li togli (antenne, zampe, tarsi, ecc).
Per quanto rigurda invece i floricoli che non vanno in trappola, questo non è vero. Penso ai vari Purpuricenus, ai Clhorophorus, ai C. scopolii, ad alcuni Lepturini come alcune Stictoleptura, dove ci sono anche gli Stenocorus, le Rutpela, ecc. In buona sostanza, senza dilungarmi, come ha già scritto Marcello, generalmente le trappole funzionano meglio in alcuni ambienti rispetto ad altri (oltre che dipendenti anche dalla loro esposizione rispetto al sole ed alla vetezione presente) e ci sono specie più attirate dalle trappole rispetto ad altre e questo, indipendentemente se sono floricole o no, se sono notturne o diurne. Non c'è una regola fissa, ma solo delle "tendenze".
:hi: michele


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MessaggioInviato: 16/01/2016, 14:51 
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Nome: Maurizio Gigli
marco villa ha scritto:
Questa dell'etanolo proprio non la sapevo! Magari è un sistema che funziona anche in pinete adriatiche, come quelle vicino a Ravenna.

E' facile provare. Tieni conto, però, del fatto che l'alcool evapora molto più velocemente dell'acqua, per cui non puoi tenere le trappole in funzione troppo a lungo.

michele.carraretto ha scritto:
Le trappole con la colla, pur non dubitando della loro efficacia nella fase di cattura, mi lasciano perplesso per la fase di raccolta dell'esemplare; ho la sensazione che poi gli esemplari, quelli più piccoli, potrebbero danneggiarsi quando li togli (antenne, zampe, tarsi, ecc).


Basta trovare il solvente giusto, e non ci sono troppi problemi.

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MessaggioInviato: 17/01/2016, 11:38 
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Nome: Riccardo Poloni
Bella specie Marcello!! Intervengo solo per dire che gli insetti effettivamente ed oggettivamente rari non esistono, se si avesse poi la pazienza di provare più tecniche di raccolta diverse sono convinto che alcune specie rare diventerebbero comunissime.
So di un entomologo per esempio che fa caccia notturna, ma non al lume, bensì perlustrando cataste ed alberi. Anch'io, quando ho potuto impiegare un po' di tempo per questa caccia, ho trovato sempre qualcosa.
Per le carte adesive, a mio avviso, la tecnica migliore è utilizzare nastro adesivo potente o carta moschicida (ancora meglio), perchè poi si può staccarla e immergerla in un barattolo pieno di alcol a 90°, che scioglierà la colla liberando gli esemplari senza danneggiarli, mentre con la colla applicata direttamente alla corteccia bisognerebbe aspettare che il solvente faccia effetto.

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MessaggioInviato: 17/01/2016, 12:06 
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Nome: Maurizio Gigli
Plagionotus ha scritto:
Bella specie Marcello!! Intervengo solo per dire che gli insetti effettivamente ed oggettivamente rari non esistono, se si avesse poi la pazienza di provare più tecniche di raccolta diverse sono convinto che alcune specie rare diventerebbero comunissime.

In molti casi è vero, ma ci sono anche quelle effettivamente rare.

Plagionotus ha scritto:
So di un entomologo per esempio che fa caccia notturna, ma non al lume, bensì perlustrando cataste ed alberi. Anch'io, quando ho potuto impiegare un po' di tempo per questa caccia, ho trovato sempre qualcosa.

Siamo in tanti ad usare questo sistema. Ho cominciato a cercare di notte perlustrando con le lampade circa 40 anni fa. Solo che ora è più facile, perchè la tecnica di illuminazione ha fatto enormi progressi e si può avere molta più luce e con molta più autonomia.
Mi ricordo che i Prionus li prendevo tutti così, in un bosco in cima al Monte Morra. Ed andavo quasi più ad udito che a vista, perchè con le torce elettriche di allora si riusciva ad illuminare uno spazio piuttosto ridotto. Adesso, coi faretti a led, è tutta un'altra cosa. Quando vado in giro ora, con un faretto da 7 W frontale, ed uno da 10W in mano, illumino quasi a giorno fino ad alcuni metri di distanza. Gli insetti si vedono quasi meglio che di giorno.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 17/01/2016, 12:58 
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Nome: Marcello Benelli
Allora, sul concetto di rarità potremmo speculare per giorni.
In realtà dobbiamo pensare alla distribuzione degli insetti immaginando una figura a forma di guanto, dove il corpo centrale della mano rappresenta il centro di distribuzione della specie, dove essa trova le migliori condizioni climatiche di sviluppo ed è maggiormente diffusa e poi delle frange dove essa comunque arriva ma marginalmente, con popolazioni sporadiche, relitte, variabili negli anni.
Pensate a oxypleurus nodieri. In Romagna è noto di credo 5 esemplari ma se lo andiamo a cercare nei posti giusti è infestante! Questo non vuol dire che è una specie rara, ma solo che in certe zone arriva con delle frange estreme e li probabilmente sopravvivono poche centinaia di esemplari.
Per pronocera il centro di distribuzione e' l'Europa centrale (Polonia, Slovacchia ecc...)... noi siamo un dito del guanto!
Anche se questo non vuol dire che non sia possibile che ci siano popolazioni di una certa entità. A Mules e dintorni è senz'altro piu diffusa che in altre zone del Tirolo...

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Marci
"S'i fosse fuoco, arderei 'l mondo,
S'i fosse vento, lo tempesterei,
S'i fosse acqua, i' l'annegherei
s'i fosse dio, mandereil' en profondo" ( Cecco Angiolieri).


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MessaggioInviato: 17/01/2016, 14:45 
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Iscritto il: 05/08/2009, 18:02
Messaggi: 2264
Nome: Marcello Benelli
Altra cosa. Ma chi l'ha detto che la pronocera è notturna?
Nei miei allevamenti saltano sempre fuori al mattino. E quando le tengo vive per qualche giorno noto che nelle ore diurne sono attive e attirate dalla luce...

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MessaggioInviato: 17/01/2016, 15:21 
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Nome: Daniele Maccapani
Sulla rarità penso che più o meno tutti intendiamo la stessa cosa, basta mettersi d'accordo su quello a cui ci si riferisce ;)
Non ha senso dire che una specie è rara in senso assoluto; la rarità di una specie va sempre riferita ad un particolare ecosistema. La stessa specie può essere infestante in ambienti dove trova condizioni ottimali e rarissima in altri ambienti dove sopravvive a stento. (la metafora del guanto mi piace molto :D col permesso di Marcello, penso la userò anche io se capita :to: )

Ovviamente poi ogni specie è un caso a sé con mille sfumature diverse...
Ci saranno specie rare quasi ovunque (magari perché in via d'estinzione, o magari lo sono naturalmente), altre infestanti quasi ovunque, altre con oscillazioni demografiche così forti da passare da rare a comuni in modo ciclico, ecc.. Poi la nostra concezione di rarità o abbondanza è sicuramente sempre falsata dalla facilità/difficoltà con cui si notano le diverse specie quando presenti...

E' un argomento meno banale di quanto sembri :) Come dice Marcello, se ne potrebbe parlare per giorni :birra:
(perché non farlo? :roll: Magari in entomologia generale... Potrebbero uscirne riflessioni interessanti :) )

:hi:

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"Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell)
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