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cosa succede ai tarli oltre i 57 gradi



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MessaggioInviato: 28/08/2016, 10:19 
 

Iscritto il: 26/08/2016, 15:11
Messaggi: 6
Nome: Caterina Cattuzzo
Vorrei solo chiedere, se possibile, se i tarli, le loro larve e uova muoiono se ad esempio un mobile viene esposto al sole a oltre 63° per circa 4 ore. Se questo fosse vero, perchè la vecchia stalla dei miei nonni presenta delle travi al sole tarlate, con fori di uscita che sembrano quelli del capricorno delle case?
grazie se mi potrete rispondere


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MessaggioInviato: 29/08/2016, 18:37 
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Iscritto il: 03/08/2013, 15:40
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Località: magreta (mo)
Nome: giulio galli
Non so di preciso a che temperatura muoiano i tarli, ma 63° sono tanti. Non so come faccia una stalla a raggiungere tale temperatura, ma anche se la raggiungesse occorre considerare che il tarlo deve essere direttamente esposto a tale temperatura. Travi ed altre strutture legnose hanno uno spessore che il calore deve attraversare e quindi l'interno rimane più fresco della superficie anche di molto. Per cui rifugiandosi all'interno di una trave molto spessa, magari un po' riparata potrebbero trovare delle temperature accettabili. Viste le dimensioni dei fori potrebbero non essere tarli, ma la sostanza non cambia. Occorre poi considerare se i fori sono vecchi; in tal caso le larve potrebbero essersene andate prima che la stalla raggiungesse temperature così elevate e quindi ci sarebbe uno sfasamento temporale.

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mantis96


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MessaggioInviato: 29/08/2016, 19:12 
 

Iscritto il: 26/08/2016, 15:11
Messaggi: 6
Nome: Caterina Cattuzzo
Grazie della risposta. ieri fra l'altro ho avuto conferma che già intorno ai 55° gli insetti all'interno di tavole di legno muoiono
http://comunicazioneambientale.altervis ... azione.pdf
considerati spessori, credo, intorno ai 2 o 3 centimetri, che sono quelli dei mobili.
a pag 191: "Insetti: vengono uccisi con una combinazione di temperatura a 50-60 °C e
umidità relativa di 60-100 %. La durata del trattamento dipende
dallo spessore del legno. Per il genere Lyctus si raccomanda una
durata del trattamento di 0,5 h. "

Mobili che son stati due giorni interi al sole, ed erano più di 60° per circa 3 ore, considerato il piano di cemento sottostante. le tavole dei due mobili massicci sono un po' crepate, il mobile impiallacciato (una bella vetrina per cui so han usato colle da esterno) ha solo l'impiallacciatura non più perfetta come prima, ma accettabilissima. Ne ha risentito un po' la cera di finitura, che è diventata bianca. saran morti i tarli all'interno del sacco di nylon anche con i vapori di nafta?

la stalla l'aveva fatta mio padre, e ha una trave sopra la finestra esposta a sud, però secondo me i tarli se muoiono d'estate trovano dimora poi in autunno, e il ciclo continua. Comunque è da tener presente il discorso che fai tu sullo spessore.
interessante anche vedere come le tavole del soffitto appena sopra questa trave (la finestra è alta e subito dopo inizia il tetto) non sembrano colpite da tarli, anche se non vedo benissimo. credo siano passati quasi 60 anni, credo fosse il 1958


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MessaggioInviato: 31/08/2016, 8:16 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Premesso che nessun animale sopravvive indenne se il suo corpo raggiunge temperature di 50 o più gradi (ma in realtà, anche meno), per problemi dovuti alla denaturazione delle sue complesse molecole organiche (ad esempio, una proteina, oltre una certa temperatura, si svolge, perdendo la sua struttura terziaria, ovvero il modo in cui è ripiegata, da cui dipende la capacità di svolgere la sua funzione, e quando la temperatura si abbassa di solito non si riavvolge più correttamente), eccetto alcune specie adattate ad ambienti particolari, come le sorgenti termali, e non è il nostro caso, quel che conta è la temperatura effettiva a cui arriva il legno in cui è la larva.
Non serve misurare la temperatura di un tronco/ramo/tavola di legno al sole, che può tranquillamente superare i 60-70°C, perché già pochi mm più sotto la temperatura è molto più bassa, tanto che gli xilofagi in natura in quelle condizioni ci prosperano (molte delle specie di Buprestidi, famiglia di cui mi occupo, cercano proprio condizioni simili per svilupparsi). Le travi della stalla esposte al sole non si scaldano certamente più di un tronco o un ramo secco nelle stesse condizioni, e sono situazioni in cui molti xilofagi vivono tranquillamente. Ciò non toglie che anche in natura capiti che esemplari di alcune specie si vengano a trovare a temperature troppo alte e muoiano. Per esempio, capita abbastanza di frequente di trovare adulti morti sul lato al sole di un tronco, uccisi nell'atto di uscire dalla celletta pupale (in genere, ad 1-2 cm nel legno) mentre attraversano lo spesso del legno/corteccia che li separa dall'esterno. Quando capita ad uno o due individui può dipendere anche da altro, ma quando si trovano numerosi individui morti così affacciati, su uno stesso lato di un tronco, in genere dipende dal fatto che quel lato, al sole, si è scaldato molto, proprio mentre gli insetti erano prossimi alla superficie, o già in parte fuori (affacciati al foro d'uscita che stavano scavando), e quindi sono letteralmente morti di caldo (mentre quelli più all'interno erano protetti dallo spessore del legno).

Discorso diverso se l'oggetto in legno è chiuso in un sacco di plastica (magari nero, come quelli per la spazzatura) ed esposto al sole. In quel caso la temperatura interna sale di più, e può anche superare i limiti di tollerabilità delle larve/pupe/adulti nel legno. Per sicurezza lo lascerei per più di un giorno.
I vapori di nafta non gli fanno certo piacere, ma bisogna vedere se riescono a penetrare nel legno e a raggiungere gli insetti, che comunque hanno una esigenza di ossigeno abbastanza bassa (che però cresce con l'aumentare della temperatura), quindi una certa resistenza.

Il fatto che alcune tavole vicine non sembrino colpite può dipendere da diverse cause, tra cui il tipo di trattamento a cui sono state sottoposte, il tipo di legno, le condizioni in cui si trovano, ecc., non necessariamente dalla loro temperatura. Poi, bisogna vedere se si tratta proprio di tarli, o di altri xilofagi, o di più specie conviventi. Già qualche foto dei fori d'uscita potrebbe dare qualche indicazione in più.

_________________
Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 01/09/2016, 17:51 
 

Iscritto il: 26/08/2016, 15:11
Messaggi: 6
Nome: Caterina Cattuzzo
Grazie di queste notizie, che ho letto più che volentieri; “Dovendo” anche andare a vedere chi sono i Buprestidi….
Credo di aver sottovalutato la faccenda, nonostante lo spessore ridotto delle tavole, poi come rilevi ci sono delle condizioni particolari anche di fortuna e casualità che possono aiutare; leggendoti mi sono anche resa conto di aver fatto un errore, non tanto il sacco di nylon che in diversi punti era anche doppio, ma il fatto di non aver girato o voltato una volta i mobili, esposti comunque 3 giorni; ormai è troppo tardi, i giorni di caldo si sono da noi esauriti con lunedì. Tuttavia due mobili vecchi hanno ampie superfici non trattate in cui la nafta è ben penetrata, per questi non mi sento di aver paura, viceversa per la vetrinetta nuova dove la gommalacca è anche all’interno, ma non sopra sotto e dietro, gli spessori più ridotti potrebbero essere bastati per la temperatura che il nylon ha favorito.

Quando ho tempo posto i fori.

Se si fanno fare mobili nuovi, anche moderni, bisognerebbe mai farsi verniciare le parti interne (eventualmente solo mordente se ci sono vetri) e poi trattarsele con un po’ di nafta. Credo che comunque nessuno di voi seguirà il mio consiglio… :)
Grazie ancora!


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