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Entomologo Ceco, arrestato a Perth.



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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Entomologo Ceco, arrestato a Perth.
MessaggioInviato: 19/03/2017, 16:00 
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Iscritto il: 17/02/2009, 0:05
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Nome: Leonardo Forbicioni
Certo che con gli australiani non si scherza eh?
Date un'occhiata qui:
http://www.perthnow.com.au/news/western-australia/czech-man-tried-to-smuggle-thousands-of-insects-out-of-perth/news-story/d13d531eed1808d568254ad753ca2e70

P.S.- Comunque state tranquilli. Il materiale sequestrato lo custodisco io!! :p :p Magariiii!! :cry:

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MessaggioInviato: 19/03/2017, 18:52 
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Di certo non può giustificarsi dicendo che non lo sapeva. E' noto che, se non sei australiano e non hai un permesso, non si può esportare niente dall'Australia.

Ma c'era bisogno di tirarli fuori e contarli uno per uno?

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 19/03/2017, 19:02 
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Località: Castel Mella (Brescia)
Nome: Livio Mola
Julodis ha scritto:
Ma c'era bisogno di tirarli fuori e contarli uno per uno?

Maurizio, si chiama "inventario"
;)

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L'oca è ritenuto l'animale simbolo della stupidità, a causa delle sciocchezze che gli uomini hanno scritto con le sue penne.


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MessaggioInviato: 19/03/2017, 22:36 
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Località: Vicenza
Nome: Silvano Biondi
Tenuto conto che mia figlia sarà in Erasmus proprio a Perth l' anno prossimo, e che conto di andarla a trovare, posso dire di essere stato avvertito :lol1:

:hi:

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Silvano


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MessaggioInviato: 20/03/2017, 1:29 
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Nome: Leonardo Platania
Oddio! Beh, certo, che l'Australia fosse il black-hole degli entomologi era risaputo...
Però questa cosa è davvero irritante, cioè, una regolamentazione è più che lecita, ovviamente sappiamo tutti che esistono "commercianti senza scrupoli", però dovrebbero rendere più semplici questi tipi di cose, per quando le raccolte sono destinate allo studio da parte di specialisti, magari appunto con permessi facili e veloci, ma si sa, questo è un discorso vecchio fatto e rifatto.

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"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e conoscenza."

Dante Inf. XXVI 118-120


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MessaggioInviato: 20/03/2017, 7:42 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
Thaumatomyrmex ha scritto:
Oddio! Beh, certo, che l'Australia fosse il black-hole degli entomologi era risaputo...
Però questa cosa è davvero irritante, cioè, una regolamentazione è più che lecita, ovviamente sappiamo tutti che esistono "commercianti senza scrupoli", però dovrebbero rendere più semplici questi tipi di cose, per quando le raccolte sono destinate allo studio da parte di specialisti, magari appunto con permessi facili e veloci, ma si sa, questo è un discorso vecchio fatto e rifatto.

I permessi per studio sono previsti, anche se la procedura è piuttosto complessa, e non vengono concessi a privati che raccolgono per la loro collezione. Vedi qui. Ne più ne meno di quel che succede attualmente in parecchi altri stati. Gli australiani l'hanno solo fatto prima.

La cosa che mi lascia un po' perplesso, che non riguarda solo l'Australia, ma diversi altri stati, è:

"Please note that any native Australian specimen that is described and designated as a Type (holotype or paratype) must be lodged in an approved Australian institution.

Approved institutions include the ANIC, as well as the state and territory museums. Australian Type specimens must not be lodged in an overseas institution."


Si può arrivare a situazioni paradossali. Mettiamo il caso che io compri (pagandoli a caro prezzo) una serie di esemplari australiani regolarmente esportati da un ente con i dovuti permessi, mi accorga che si tratta di una specie non descritta e la descriva. A quel punto dovrei inviare tutti gli esemplari, olotipo e paratipi, ad un museo australiano, il tutto a spese mie!

E come la mettiamo con le centinaia di specie descritte in passato, i cui tipi risiedono in gran parte in Europa o negli USA?

Mentre non ho nulla da eccepire sulla opportunità di proteggere la fauna selvatica, australiana o di qualunque altro posto, dal prelievo sfrenato, per motivi collezionistici o d'altro genere, non sono affatto d'accordo con questa specie di "campanilismo scientifico", per cui i tipi di una specie australiana devono restare in Australia, quelli di una specie indiana in India e via così. Molto più ragionevole mi sembra invece la richiesta di avere almeno un paratipo in un museo locale.
La scienza non dovrebbe essere patrimonio universale? Perciò, ovunque siano i tipi di una specie, che differenza fa, soprattutto ora che col Web possiamo avere tutto digitalizzato ed a disposizione di tutti?

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MessaggioInviato: 20/03/2017, 9:45 
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Iscritto il: 05/02/2009, 17:28
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Nome: Marco Uliana
Sono d'accordo con Maurizio, su tutto in generale e su questo in particolare.
Julodis ha scritto:
La scienza non dovrebbe essere patrimonio universale? Perciò, ovunque siano i tipi di una specie, che differenza fa, soprattutto ora che col Web possiamo avere tutto digitalizzato ed a disposizione di tutti?


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MessaggioInviato: 20/03/2017, 15:08 
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Nome: maurizio pavesi
oltre a tutto, i paratipi secondo il codice non sono "tipi portanome", anzi (l'esperienza insegna) non vi è nemmeno la certezza che siano realmente conspecifici con l'olotipo, solo una più o meno ragionevole probabilità

in effetti, l'attendibilità della determinazione di un paratipo e quella di un ex. determinato dall'autore della specie in un tempo successivo alla descrizione è la stessa... anzi, casomai è maggiore nel secondo caso, dato che l'autore potrebbe aver scoperto nel frattempo qualcosa che al momento della descrizione non sapeva

Cita:
... Si può arrivare a situazioni paradossali. Mettiamo il caso che io compri (pagandoli a caro prezzo) una serie di esemplari australiani regolarmente esportati da un ente con i dovuti permessi, mi accorga che si tratta di una specie non descritta e la descriva. A quel punto dovrei inviare tutti gli esemplari, olotipo e paratipi, ad un museo australiano, il tutto a spese mie!...

se il tutto capita a me, la soluzione è semplicissima: designo l'olotipo, magari anche l'allotipo (massì! facciamo vedere che abbondiamo :to: ), glieli spedisco, di paratipi non faccio cenno, e gli altri exx. me li tengo

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MessaggioInviato: 20/03/2017, 18:50 
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Nome: Cosmin-Ovidiu Manci
Apoderus ha scritto:
Tenuto conto che mia figlia sarà in Erasmus proprio a Perth l' anno prossimo, e che conto di andarla a trovare, posso dire di essere stato avvertito :lol1:

:hi:


Silvano puoi raccogliere senza problemi, ma parla con un museo da li e con un museo da Italia, dai a quello da Australia e lo trovi a quella da Italia (se vai li questo e il modo per non avere problemi).
O sei fortunato e non sei cercato :).

:hi:

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MessaggioInviato: 20/03/2017, 22:37 
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Località: Casola Valsenio
Nome: Carlo Arrigo Casadio
Julodis ha scritto:
La cosa che mi lascia un po' perplesso, che non riguarda solo l'Australia, ma diversi altri stati, è:

"Please note that any native Australian specimen that is described and designated as a Type (holotype or paratype) must be lodged in an approved Australian institution.

Approved institutions include the ANIC, as well as the state and territory museums. Australian Type specimens must not be lodged in an overseas institution."


Si può arrivare a situazioni paradossali. Mettiamo il caso che io compri (pagandoli a caro prezzo) una serie di esemplari australiani regolarmente esportati da un ente con i dovuti permessi, mi accorga che si tratta di una specie non descritta e la descriva. A quel punto dovrei inviare tutti gli esemplari, olotipo e paratipi, ad un museo australiano, il tutto a spese mie!

E come la mettiamo con le centinaia di specie descritte in passato, i cui tipi risiedono in gran parte in Europa o negli USA?



Peso che la frase in questione si riferisca al materiale prestato ad istituzioni scientifiche di altri paesi e non a quello venduto dai pochi esportatori australiani che hanno i permessi. Se compri da un venditore è un conto, ma se il materiale ti viene dato in studio da un ente governativo (museo, università o altro) allora mi sembra giusto che tu debba restituire olotipo e paratipi.

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"Solo un entomologo può capire il piacere da me provato nel cacciare per ore in qua e in là, sotto il sole cocente, tra i rami e i ramoscelli e la corteccia degli alberi caduti"
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MessaggioInviato: 20/03/2017, 23:07 
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Nome: Marco Uliana
Carlo A. ha scritto:
Peso che la frase in questione si riferisca al materiale prestato ad istituzioni scientifiche di altri paesi

Carlo, a me sembra che sia una condizione che si applica a chi vuole ottenere un permesso di raccolta.
Quindi se io (privato o ente di ricerca straniero) organizzo a mie spese delle attività sul campo in Australia e pubblico dei risultati tassonomici sui materiali raccolti, non solo le locali istituzioni beneficiano gratuitamente di aumentate conoscenze sulle risorse naturali di loro competenza, ma gli devo anche donare importante materiale raccolto a mie spese, che senz'altro mi sarebbe utile nel proseguo degli studi sul gruppo.

Quindi, invcece di stare presso chi ne potrebbe ancora fruire e rendere utili, questi esemplari devono finire per legge in un istituto dove magari nessuno se ne curerà per anni o decenni.
A me sembra una normativa miope che mediamente si traduce in una perdita per la collettività.

(Non mi ricordo... seconco il codice ICZN il numero dei paratipi deve essere esattamente citato? Si può ancora scrivere qualcosa come "Olotipo e numerosi paratipi con i seguneti dati..." come si faceva una volta? :to: )


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MessaggioInviato: 21/03/2017, 0:01 
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Località: Casola Valsenio
Nome: Carlo Arrigo Casadio
Glaphyrus ha scritto:
Carlo A. ha scritto:
Peso che la frase in questione si riferisca al materiale prestato ad istituzioni scientifiche di altri paesi

Carlo, a me sembra che sia una condizione che si applica a chi vuole ottenere un permesso di raccolta.
Quindi se io (privato o ente di ricerca straniero) organizzo a mie spese delle attività sul campo in Australia e pubblico dei risultati tassonomici sui materiali raccolti, non solo le locali istituzioni beneficiano gratuitamente di aumentate conoscenze sulle risorse naturali di loro competenza, ma gli devo anche donare importante materiale raccolto a mie spese, che senz'altro mi sarebbe utile nel proseguo degli studi sul gruppo.

Quindi, invcece di stare presso chi ne potrebbe ancora fruire e rendere utili, questi esemplari devono finire per legge in un istituto dove magari nessuno se ne curerà per anni o decenni.
A me sembra una normativa miope che mediamente si traduce in una perdita per la collettività.

(Non mi ricordo... seconco il codice ICZN il numero dei paratipi deve essere esattamente citato? Si può ancora scrivere qualcosa come "Olotipo e numerosi paratipi con i seguneti dati..." come si faceva una volta? :to: )


Do I need an export permit?

If you intend to permanently remove the specimens from Australia and lodge them in an overseas institution you will need to apply for an export permit. Details on the procedure for applying for an export permit can be found on the Federal department of environment research pages .

If you wish to borrow the specimens for a period of time and then return them for lodging in an Australian institution, such as ANIC, you will not require an export permit.

Before specimens can be exchanged your institution will need to be registered either with CITES  or the Federal department of environment .

Please note that any native Australian specimen that is described and designated as a Type (holotype or paratype) must be lodged in an approved Australian institution.

Approved institutions include the ANIC, as well as the state and territory museums. Australian Type specimens must not be lodged in an overseas institution.


Mi sembra di capire che loro non considerino affatto la possibilità che un privato cittadino straniero possa richiedere permessi per raccogliere, esportare o anche solo chiedere in prestito esemplari; parlano sempre di istitution.

Nel caso di materiale regolarmente acquistato da commercianti australiani dotati di permesso di esportazione non credo ci siano problemi a tenersi eventuali olotipi e paratipi (anche perché non saprei come possano impedirlo).

Forse non pensano che un "entomologo amatoriale" possa descrivere specie nuove, oppure in Australia tutti gli entomologi, anche i "non professionisti" collaborano con qualche istituzione governativa (Museo, università o altro), cosa che mi sembra possibile.

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Carlo Arrigo

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MessaggioInviato: 21/03/2017, 0:40 
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Certo, mi sono spiegato male, ovviamente è questa intransigenza campanilistica la cosa eccessiva e poco comprensibile perchè va completamente fuori dalla concezione di una "rete universale" tra i musei e le istituzioni di tutto il mondo, dove ogni museo scientifico diviene come un'ambasciata della scienza e non esistono stati.

Ok, forse ho esagerato con la sfumatura poetica del discorso però credo di essere stato chiaro. Lo stesso se non sbaglio accade in Brasile giusto?

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Nome: Maurizio Gigli
Glaphyrus ha scritto:
Carlo A. ha scritto:
Peso che la frase in questione si riferisca al materiale prestato ad istituzioni scientifiche di altri paesi

Carlo, a me sembra che sia una condizione che si applica a chi vuole ottenere un permesso di raccolta.

Anche io l'ho interpretata così. Anche perché, se si riferisse a materiale prestato, che so, dal Museo di Victoria ad una istituzione straniera, o anche ad uno specialista riconosciuto come tale, australiano o straniero, sarebbe inutile precisare che il materiale tipico debba ritornare nell'istituzione australiana di provenienza, visto che tale obbligo è già insito nel termine "prestito". A meno di eventuali altri accordi che dovessero esserci fra le parti.
Del resto questo vale ovunque, non solo in Australia. Se, per esempio, io individuassi, spulciando la collezione Luigioni presso il Museo di Roma, degli insoliti Buprestidi, e poi li descrivessi come specie nuova (cosa improbabile, visto quante persone l'hanno controllata), sarei comunque tenuto, terminato lo studio degli esemplari, a restituirli al museo, che siano tipi o no, in quanto di proprietà dello stesso. Poi, è anche possibile che, previo accordo, in qualche caso possa essere concesso all'autore di tenere uno o qualche esemplare, ma questo è un altro discorso.

Per quanto riguarda il discorso dell'esportazione dall'Australia di materiale raccolto in natura credo che il rilascio di permessi non preveda proprio l'eventualità di concederli a singoli entomologi, che siano collezionisti puri e semplici o studiosi "in proprio", a meno che non si appoggino a qualche ente di ricerca compreso in un elenco ufficiale.
Credo siano gli stessi enti "non australiani" autorizzati a fare scambi di materiale con le istituzioni australiane. Scambi che sono concessi, non solo in forma di prestito, ma anche come cessione permanente di esemplari, tipi esclusi (a differenza di quanto accade, se non sbaglio, per esempio in India, dalle cui istituzioni non può uscire niente).

Per una lista delle istituzioni autorizzate basta guardare qui. Altre informazioni sulla normativa per l'esportazione le trovate qui.

Per quanto riguarda l'Italia, sono parecchie, e riporto qui la lista aggiornata al 2016 di quelle autorizzate:

IT100A
Museo Zoologico la Specola dell Universita di Firenze
Via Romana 17
50125 Firenze
ITALY

IT101A
Dipartimento di Scienze Botaniche
Universita di Messina
Salita Sperone, 31
Casella Postale, 58
Messina S. Agata (ME), 1-98166
ITALY

IT102A
Universita' Degli Studi "Roma Tre"- Dipartimento di Biologia
Viale G Marconi No. 446
Roma 00146
ITALY

IT103A
Università di Bologna
Dipartimento di Scienze Della Terra e Geologico-Ambientali
Museo Geologico G Capeluni
Via Zamboni
40126 Bologna 63
ITALY

IT104A
Museo Civico di Zoologia
Via Ulisse Aldrovandi 18
Roma 00197
ITALY

IT105A
Dipartimento di Protezioine Delle Piante Universita della Tuscia
via San Camillo De Lellis
Viterbo 01100
ITALY

IT106A
Naturmuseum Südtirol/Museo Scienze Naturali Alto Adige
Via Bottai 1
39100 Bolzano
ITALY

IT107A
Department of Animal Pathology, Prophylaxis and Food Hygiene
University of Pisa
Viale delle Piagge 2 56124
PISA
ITALY

IT108A
University of L’Aquila
Department of Medicine, Life, Health and Environment
Via Vetoio
Coppito
67100 L’Aquila
ITALY

IT109A
Università degli Studi di Milano
Dipartimento di Bioscienze Via Celoria, 26
20133 Milano
ITALY

IT110A
Universita Politecnica delle Marche
Dipartimento di Scienze della Vita e dell’ Ambiente
Via Brecce Bianche
Ancona 60131
ITALY

IT111A
University of Ferrara
Department of Life Science and Biotechnology
Via Luigi Borsari, 46
Ferrara 44121
ITALY

Per provare ad ottenere un permesso di esportazione bisogna appoggiarsi ad uno di questi enti (in passato, anche per farsi spedire pacchi di insetti per studio da privati australiani, la spedizione doveva essere indirizzata ad uno di questi enti, ora non so).

Tutto questo riguarda l'esportazione, altro discorso per i permessi di raccolta. Per quelli, bisogna rivolgersi alle istituzioni dei singoli stati australiani. Le informazioni di partenza le trovate qui.

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Maurizio Gigli
http://utenti.romascuola.net/bups
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MessaggioInviato: 21/03/2017, 10:27 
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Iscritto il: 09/06/2012, 20:57
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Località: Mesola (FE)
Nome: Daniele Maccapani
Mi è venuto in mente il racconto che ho sentito da un entomologo che per raccogliere insetti (soprattutto bembidini, nel suo caso) in Australia un po' di anni fa, oltre alla complicata trafila per i permessi, ha avuto anche l'assurdo vincolo di non raccogliere più di due esemplari per specie :?
Cosa c'è di più semplice che riconoscere al volo le diverse specie di bembidini australiani osservandoli vivi senza microscopio mentre la notte li raccogli alla luce? :no1:

:hi:

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"Lasciate questo mondo un po' migliore di come lo avete trovato" (Sir Robert Baden Powell)
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