Ho ricevuto da un amico questa squisita monografia, come sempre il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino non lesina sulla grafica e sulla carta... veramente un bel lavoro, ottimi i disegni di Elena Pozzoli che illustra le peculiarità dei taxa descritti, belle anche le foto in natura di animali rari e schivi. Insomma una pubblicazione che stimolerà sicuramente ulteriori approfondimenti e spero possa essere la "copostipite" per le altre regioni italiane.
Collana: Monografie Editore: MRSN Autore: Marco Isaia, Mauro Paschetta, Enrico Lana, Paolo Pantini, Axel L. Schönhofer, Erhard Christian & Guido Badino Anno: 2011 Pagine: 325 Illustrazioni: a colori e in b/n Formato: 24,0x16,8cm ISBN: 9788897189-08-4 Prezzo: € 50,00
Il lavoro illustra nel dettaglio la fauna aracnologica sotterranea (acari e scorpioni esclusi) delle Alpi Occidentali italiane (Piemonte e Valle d’Aosta) riportando, per ogni taxon, informazioni utili all’identificazione, il corotipo, la mappa regionale delle località note, la lista delle cavità sotterranee in cui è stato rinvenuto, le illustrazioni (in gran parte originali) dei caratteri diagnostici e diverse fotografie scattate in natura. Sono state considerate in totale 75 specie di ragni, 14 di opilioni, 2 di palpigradi e 14 di pseudoscorpioni, attingendo dai dati di letteratura e da un intenso lavoro di campo condotto dagli autori tra il 2005 e il 2010. Se si considerano i taxa più legati all’ambiente ipogeo, gli elementi definibili troglofili risultano 28 (di cui 20 ragni, 6 opilioni e 2 pseudoscorpioni) mentre i sotterranei specializzati risultano 12 (di cui 4 ragni, 2 palpigradi e 6 pseudoscorpioni). Complessivamente sono riportati i dati aracnologici relativi a 361 cavità, di cui circa la metà (170) in provincia di Cuneo, seguita da Torino (66), Biella (37), Vercelli (30), Aosta (21), Novara (18), Verbania (14) ed Alessandria (5). Rispetto alla ricchezza di specie e alla ricchezza di elementi troglomorfi a distribuzione ristretta, le grotte più interessanti si localizzano nel Piemonte meridionale e in particolare nei distretti delle Alpi Marittime e delle Alpi Liguri (CN) che, anche in questo ambito, possono essere considerate come un vero e proprio hot spot di biodiversità.
Viene inoltre fornito un quadro riassuntivo sull’attuale status di tutela delle grotte delle Alpi Occidentali italiane, da cui emerge che, sebbene circa un terzo delle grotte indagate siano comprese all’interno di aree protette, per numerose cavità che ospitano cenosi di notevole interesse conservazionistico (non solo dal punto di vista dell’aracnofauna) non sussiste alcuna forma di tutela.

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