f.izzillo ha scritto:
Daniè, sia che la massiliensis sia salita dall'Africa alla Penisola Iberica e poi discesa in Italia e Sicilia o che, sempre dall'Africa abbia fatto il percorso inverso, resta il problema di capire perchè "salta" la Campania e la Calabria tirreniche; questo è il problema che mi ponevo e non tanto quale percorso abbia fatto in quanto, in ogni caso, il quesito resta!
C'è una spiegazione logica ed indiscutibile, e sono certo che tutti ne converrete. Salta la Campania perché c'è l'Izzillo! E' l'unico fattore che la differenzia dal Lazio. E per stare tranquilla, evita pure la Calabria.
Daniele Maccapani ha scritto:
massiliensis: ........
Ci sono alcune cose che mi sembrano improbabili, dovute più che altro al fatto che probabilmente ti sei basato essenzialmente sulla distribuzione geografica:
Daniele Maccapani ha scritto:
massiliensis: mi sembra che l'ipotesi più probabile sia un'origine nordafricana, seguita da un'espansione alla Sicilia e alla penisola iberica (in volo? Secondo voi sarebbe ipotizzabile? Per un buon volatore non mi sembrano distanze eccessive...); dopo l'ultima glaciazione del Pleistocene la specie si riespande verso nord fino a dove trova un clima adatto.
Bisognerebbe vedere se 1) le popolazioni italiane derivano da una risalita di quelle siciliane fino a congiungersi con quelle iberiche o 2) da una espansione della popolazione iberica, che poi non è mai scesa oltre il Centro Italia. In entrambi i casi la spiegazione mi sembra semplice, senza bisogno di immaginare introduzioni antropiche (tranne forse in Italia nord-orientale: se la specie non è montana gli appennini potrebbero rappresentare una barriera, ma non mi sembra neanche così impossibile che qualche esemplare occasionale sia riuscito a superarli, riproducendovisi per qualche generazione, senza dare il via a popolazioni montane stabili, ma arrivando al versante dove prima la specie mancava).
Conoscendo la distribuzione delle altre specie probabilmente avresti pensato diversamente. Il genere
Chalcophora è fondamentalmente olartico, con un numero di specie abbastanza simile in Eurasia ed in Nord America. Qualche specie sconfina nella Regione orientale (Indocina, soprattutto) ed in quella Neotropicale (sicuramente Centro America, e forse una specie fino in Perù, ma ora non ricordo e non posso controllare). Si tratta comunque di espansioni secondarie di poche specie. Nessuna nella Regione afrotropicale. Il genere è senza dubbio olartico, e le maggiori affinità le presenta probabilmente con le
Chrysodema (Asia orientale, dal Giappone all'Indocina, Indomalesia e soprattutto Filippine), e le
Chalcophorotaenia (ex
Chalcotaenia) d'Australia. Stranamente, le Chalcophorella credo che siano meno strettamente imparentate con le
Chalcophora, e le penso più affini alle
Texania (dal nome si capisce che sono molto lontane dall'area mediterranea e medio-orientale delle
Chalcophorella), e forse un po' meno con le
Nipponobuprestis, di Giappone e Cina orientale, che sembrerebbero a metà strada tra il gruppo delle
Chalcophorella e quello della
Chalcophora. Se queste supposte parentele, che non sono sicure, ma solo ipotizzate da me, fossero corrette, l'origine del genere
Chalcophora dovrebbe porsi probabilmente dalle parti della Cina meridionale o giù di lì.
Venendo a
C. massiliensis, è sicuramente strettamente imparentata con
Chalcophora mariana. Le differenze tra le due specie non sono grandissime, tanto che in passato erano ritenute un'unica specie, poi separate come sottospecie, ed infine considerate specie distinte, che molto probabilmente è corretto.
C. mariana ha un'ampia distribuzione paleartica, che è più o meno questa (così ora ci sono tutte le specie italiane):
(in questa cartina ho colorato male la Francia.
C. mariana si trova solo al centro e al Nord, mentre nella parte mediterranea c'è
C. massiliensis)
Con questa situazione io penserei ad un'origine, per
massiliensis, in Spagna o Francia mediterranea, ed in seguito una estensione lungo la costa tirrenica italiana. Faccio inoltre notare che gli esemplari italiani, ed in particolare quelli del Lazio, mi sembrano essere più differenziati da
mariana di quelli spagnoli (non ho mai visto esemplari francesi, su cui tra l'altro è stata descritta la specie).
Daniele Maccapani ha scritto:
se la specie non è montana gli appennini potrebbero rappresentare una barriera, ma non mi sembra neanche così impossibile che qualche esemplare occasionale sia riuscito a superarli, riproducendovisi per qualche generazione, senza dare il via a popolazioni montane stabili, ma arrivando al versante dove prima la specie mancava
Il fatto è che la specie non è montana in Italia (credo che al massimo risalga sulle colline intorno a Firenze, altrimenti è praticamente sempre di pinete costiere), ma in Spagna lo è. Tanti anni fa ne ho raccolte tante nelle bellissime pinete della Sierra de Gredos e della Sierra de Guadarrama, e non sono più basse dell'Appennino. Perché non raggiunga le nostre pinete montane è un mistero. O forse, sono troppo distanti da quelle costiere, e questa bestia, che evidentemente seguendo la costa è arrivata fino da noi, forse proprio perché, come dice Francesco, non tende ad avventurarsi a grande distanza dai pini, potrebbe semplicemente non essere riuscita a superare i territori intermedi tra le pinete costiere col Pinus halepensis e il pino da pinoli, e le zone montane con boschi di pino nero, ecc.
Su quel che hai detto su detrita, sono abbastanza d'accordo. E' una possibilità, anche se pure l'ipotesi di Maurizio Pavesi e Francesco Izzillo è atrettanto possibile.