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Carabus (Archicarabus) alysidotus Illiger, 1805 - Carabidae

21.X.2013 - ITALIA - Lazio - RM, Maccarese


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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 09/04/2016, 23:17 
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Iscritto il: 09/11/2010, 19:52
Messaggi: 4517
Località: Brescia
Nome: Luca Bodei
Julodis ha scritto:
La specie che però mi pare abbia subito il calo più drastico, nei dintorni di Roma, è Carabus interstitialis. Fino agli anni '80...



Su questo confermo pure io...nelle mie zone era piuttosto comune,ora non so perchè sempre in queste zone,non me ne salta più fuori più uno da parecchio tempo...sostanzialmente son restate intatte suddette zone,il gambero maledetto non è ancora arrivato,ma la rarefazione di questa specie comune (almeno qui da me),anno dopo anno ha fatto la sua parte...mi chiedevo se una delle cause potrebbe anche essere il peggioramento della qualità delle acque,sempre più inquinate,forse centra poco,non essendo strettamente igrofilo,ma praticamente allora non mi spiego questo netto calo di esemplari... :hi:

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MessaggioInviato: 10/04/2016, 7:17 
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Iscritto il: 30/12/2009, 22:20
Messaggi: 31564
Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
marco villa ha scritto:
Pensavo fosse il clatratus ad aver subito il calo più drastico, dato che ormai è scomparso pure in Lazio.
Il C. granulatus interstialis invece è l'unico che io trovo in pianura (tranne una volta i resti di un cancellatus). In realtà è anche piuttosto frequente, nel senso che quando vado alla pineta di San Vitale (bosco umido e con porzioni allagate) ne prendo almeno 1 ogni occasione, sempre sotto corteccia (ma immagino possano cadere ancora più numerosi in trappole al suolo). Credo che si sia salvato proprio per il fatto che, sebbene sia igrofilo, non ha larve acquatiche, e quindi non viene quasi toccato dal gambero.

Si, il clatratus nel Lazio sembra estinto, ma è un fatto accaduto in precedenza. Già non si trovava più nei primi anni in cui cercavo insetti. Per questo non ne avevo tenuto conto. Invece per il granulatus ho constatato di persona il cambiamento. Quando avevo 20-25 anni se andavo nella boscaglia umida presso la costa nei dintorni di Maccarese e sollevavo qualche corteccia o sfasciavo qualche vecchio ceppo durante l'inverno, capitava di trovare 100 esemplari tutti ammassati a svernare. Era probabilmente il carabo che trovavo in quantità maggiore, anche se concentrato in poche località sulla costa ed una nel Reatino (tanto che, dopo averne raccolto qualcuno, non ne prendevo più). Per darti un'idea della differenza, credo di non averne visto più neanche uno almeno dal 2000 in poi.
Tenuto conto dei tempi di espansione, mi pare che la sua scomparsa qui corrisponda proprio al periodo in cui queste zone sono state raggiunte dal Procambarus clarkii.

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Maurizio Gigli
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