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Distribuzione in Calabria delle due sottospecie di Carabus lefebvrei



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MessaggioInviato: 23/06/2016, 20:35 
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Buonasera a tutti.

Stavo pensando alla distribuzione delle sottospecie di Carabus lefebvrei (nominale e bayardi) in Calabria e mi è sorto un dubbio.
Premesso che, a quanto pare, la prima in Calabria è limitata all'Aspromonte, e la seconda "arriva fino alla Sila" (vedi questa discussione, da cui prendo anche la cartina allegata), fra le due popolazioni esiste una zona di transizione, o un confine netto? Dico questo perchè il massiccio dell'Aspromonte e l'altopiano silano sono "collegati" dalla catena delle Serre, che, seppur meno conosciuta dal punto di vista entomologico, presenta ambienti boschivi igrofili analoghi e idonei a questa specie. Quindi non mi sembra vi sia un confine geografico fra i vari Carabus lefebvrei calabresi.

Quindi, dando per scontato che Carabus lefebvrei abiti anche le Serre calabre, le popolazioni di tale area come andrebbero classificate? Ci sono studi a riguardo?

In altre parole, cosa si dovrebbe incontrare nel mezzo, fra l'Aspromonte e la Sila?

Carabidae I di Casale-Vigna Taglianti
cartinacorologicachaetojs1.jpg



PS: Questo problema corologico mi ricorda per certi versi il problema dell'identificazione del confine fra la distribuzione di Pimelia rugulosa rugulosa e Pimelia rugulosa sublaevigata in Sicilia (vedi qui per approfondire). In questi problemi corologici gioca un ruolo importante la comune origine geologica di Peloritani e Aspromonte: così come la subsp. lefebvrei è esclusiva in Calabria dell'Aspromonte, i Peloritani sono l'unica zona della Sicilia (oltre alle Eolie), dove si incontrano Pimelia rugulosa rugulosa senza caratteri di transizione verso la subsp. sublaevigata.


Aspetto vostre nuove :birra:

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MessaggioInviato: 23/06/2016, 21:49 
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Quella cartina ha ormai diversi anni.

Secondo Ckmap, che non è aggiornatissima, ma comunque più recente, queste sono le località più vicine tra le due sottospecie:

lefebvrei.gif



Tra le due località di Giffone (lefebvrei) e Serra San Bruno (bayardi) ci sono meno di 20 km sulla dorsale delle Serre ed in ambiente di bosco senza interruzioni.

Io non sono certo uno specialista di carabi, ma tempo fa ho avuto modo di esaminare alcuni esemplari siciliani di C. lefevbrei lefebvrei, e ho raccolto numerosi C. lefebvrei bayardi del Lazio ed alcuni della Sila. Devo dire che effettivamente quelli siciliani appaiono leggermente diversi da quelli laziali, e che quelli silani sono simili a quelli di qui, ma un po' più tendenti verso la forma tipica. Credo che ci sia un gradiente di transizione tra le due forme che, a mio giudizio, per quel che può valere la mia opinione in un gruppo che conosco superficialmente, potrebbero anche non essere distinte come sottospecie di una specie che, a sua volta, potrebbe forse essere considerata solo sottospecie di C. intricatus. Quando confronto dei lefebvrei bayardi della pineta di Ostia con quelli delle faggete appenniniche trovo differenze quasi pari a quelle tra gli esemplari della Penisola e quelli siciliani, ma non per questo vengono distinti. Fossero stati Buprestidi, probabilmente i lefevbrei non sarebbero stati distinti in due sottospecie, e forse nemmeno da intricatus.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 23/06/2016, 22:10 
 

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Bel ragionamento, ma ci ho capito poco :?
Per esempio, cosa centra C. intricatus?


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MessaggioInviato: 23/06/2016, 22:29 
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Grazie Maurizio. :ok:

aguaplano ha scritto:
Bel ragionamento, ma ci ho capito poco :?
Per esempio, cosa centra C. intricatus?


Maurizio parlava di Carabus intricatus poichè ci sono molti dubbi tassonomici secondo cui C. lefebvrei potrebbe essere semplice sottospecie di intricatus. Ci sono delle discussioni sul forum a tal proposito.

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MessaggioInviato: 23/06/2016, 22:38 
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Nome: Giovanni Altadonna
Julodis ha scritto:


Tra le due località di Giffone (lefebvrei) e Serra San Bruno (bayardi) ci sono meno di 20 km sulla dorsale delle Serre ed in ambiente di bosco senza interruzioni.



Intendevo proprio questo quando parlavo di un confine difficilmente identificabile. :ok:

La mia opinione su queste due sottospecie, non avendo l'autorità e le conoscenze necessarie per smentirle o confermarle in senso tassonomico, rimane essenzialmente basata sulla storia geologica del loro areale.

Quel che mi incuriosisce è questo punto:

Julodis ha scritto:
Credo che ci sia un gradiente di transizione tra le due forme ...


Questo gradiente di transizione che riscontro trova nelle popolazioni calabresi? In altre parole, fin dove è possibile trovare un "bayardi tipico" e un "lefebvrei tipico", al di là delle generiche località "Sila" e "Aspromonte"?

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MessaggioInviato: 23/06/2016, 22:51 
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Dimenticavo di aggiungere che questa domanda non sorge a caso :D
La seconda metà di luglio, quando finiranno questi esami :( , sarò impegnato in due diverse attività scout in trasferta in Calabria :hp: , a Fagnano Castello (CS) e in Aspromonte. Spero di riuscire a raccogliere qualche "bayardi". :D

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MessaggioInviato: 24/06/2016, 6:11 
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Lucanus tetraodon ha scritto:
Questo gradiente di transizione che riscontro trova nelle popolazioni calabresi? In altre parole, fin dove è possibile trovare un "bayardi tipico" e un "lefebvrei tipico", al di là delle generiche località "Sila" e "Aspromonte"?

Visto che andrai proprio nella zona interessata, cerca di trovare un po' di esemplari (soprattutto trappolando, in quel periodo, visto che questa specie si trova, a vista, soprattutto d'inverno, quando spesso si rifugia tra legno e corteccia di alberi morti, o nei ceppi, ecc., anche se capita di trovarla sotto pietre o altri ripari anche in questo periodo, se abbastanza umido). Magari riesci a colmare la lacuna.
Comunque sia, visto che sono considerate sottospecie, in mancanza di una barriera è normale che si ibridino nella zona di contatto e che ci sia una fascia di transizione.

aguaplano ha scritto:
Bel ragionamento, ma ci ho capito poco :?
Per esempio, cosa centra C. intricatus?

Intendevo dire che, se per caso lefebvrei e intricatus non fossero distinti a livello specifico, ma solo sottospecifico, dovrebbe necessariamente cambiare lo status anche delle attuali due sottospecie di lefebvrei che, a seconda dei casi, potrebbero diventare Carabus intricatus lefebvrei (quella siciliana) e Carabus intricatus bayardi (quella della penisola italiana), oppure diventerebbero solo forme locali di Carabus intricatus lefebvrei.
Come ho detto, comunque, la mia conoscenza dei Carabus è scarsa, per cui mi attengo alla classificazione di Casale e Vigna Taglianti.

Del resto, mi pare che ci siano diverse opinioni anche tra gli specialisti, tanto che vedo ora che su Carabidae.org vengono trattati così:

Carabus (Chaetocarabus) intricatus Linne, 1761

Subspecies intricatus bayardi Solier, 1835 IT
Subspecies intricatus intricatus Linne, 1761 AL, AU, BE, BH, BU , BY, CR, CZ, DE, FR, GE, GR, HU, IT, LA, LU, MC, MD, PL, RO, RU, SK, SL, SP, SZ, TR, UK
Subspecies intricatus krueperi Reitter, 1896 GR
Subspecies intricatus lefebvrei Dejean, 1826 IT

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 24/06/2016, 20:02 
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Grazie ancora Maurizio. :ok:

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MessaggioInviato: 28/06/2016, 13:55 
 

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Ciao Giovanni,

qualche anno fa , quando vivevo ancora in Calabria, avevo raccolto parecchi esemplari proprio nella zona di "transizione" , località Villaggio Ziia e loc. Ferdinandea. Qualche esemplare dovrebbe avercelo Marco Malavasi

premettendo che non sono abbastanza ferrato sui carabidae per avere una risposta, confermo che ad un occhio inesperto sembravano proprio una via di mezzo tra le due sottospecie.

ti confermo inoltre quanto detto da Maurizio, sono molto comuni in periodo invernale sotto corteccia , mentre è più complicato in questo periodo ma me ne erano andati diversi esemplari in trappola

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Ciao Lucio


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MessaggioInviato: 28/06/2016, 15:04 
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Grazie per il tuo contributo, Luciano. In effetti le località che citi sono sulle Serre, che custodiscono ambienti boschivi ideali per questa specie e, come tu stesso sottolinei, sono una zona intermedia fra l'Aspromonte e la Sila. Probabilmente le due sottospecie si incontrano proprio sulle Serre.

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MessaggioInviato: 28/06/2016, 16:55 
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Nome: Ferdinando Giovine
Le Serre sono equivalenti all'Aspromonte dal punto di vista geologico oltretutto collegati tra loro da dorsali, sono massicci cristallini e se i nostri amici amano ambienti acidi direi che si dovrebbero trovare le stesse cose. La Sila è totalmente staccata da questi massicci ed è l'ultimo lembo dell'Appennino al Sud e si trovano, in genere, specie differenti (parlo di quello che conosco dei molluschi terrestri molto legati al tipo di ambiente). Un discorso diverso andrebbe fatto per la zona di Stilo (molto vicina a Serra San Bruno) che è un'area calcarea totalmente isolata in mezzo al cristallino, così come Palizzi e Tiriolo. Qui per quanto riguarda i molluschi terrestri si trovano molti endemismi.
Se dovessi essere io a cercare direi che sulle Serre mi aspetterei di trovare il lefebvrei e in Sila il bayardi con possibilità di intermedi nelle zone più a nord delle Serre.
Se ti può interessare per la ricerca tieni conto che io il lefebvrei l'ho trovato anche sotto pietre in un uliveto a 400 m sopra Taurianova in ottobre e addirittura l'ho trappolato a settembre ai margini di un uliveto a 200 m zona Campo Calabro/Matiniti (cercavo il coriaceus). quindi non ti fermare a cercare nei soli boschi di latifoglie.
Ciao

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MessaggioInviato: 28/06/2016, 17:13 
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Grazie Ferdinando. :ok:

Acquarius ha scritto:
Se ti può interessare per la ricerca tieni conto che io il lefebvrei l'ho trovato anche sotto pietre in un uliveto a 400 m sopra Taurianova in ottobre e addirittura l'ho trappolato a settembre ai margini di un uliveto a 200 m zona Campo Calabro/Matiniti (cercavo il coriaceus). quindi non ti fermare a cercare nei soli boschi di latifoglie.
Ciao


Più che ai boschi di latifoglie, questa specie è legata ad ambienti boschivi igrofili dalla pianura (vedi Pineta di Ostia e Bosco di Policoro) al piano montano. Ciononostante una quota così bassa rimane sorprendente per una specie che, per le sue esigenze ecologiche, in Sicilia e Calabria è prevalentemente montana. Probabilmente questi uliveti presentano microhabitat idonei a questa specie in termini di ombra e umidità.
Fra i miei reperti, quelli alla più bassa altitudine li ho raccolti sui Peloritani (Forte Ferraro) in bosco misto a 500 m s.l.m., ma sicuramente nei valloni più umidi può spingersi ancora più in basso.

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MessaggioInviato: 28/06/2016, 18:55 
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Località: Hradec Kralove,Czech republik
Nome: Jan Matějíček
ssp. intricatus Linné, 1761 C-Europe(Germany & ?Sweden), France, Holl., N-Italy, Carpath.; Yug., N-Greece, Eur.Turkey
=cyaneus Fabricius, 1776
=giganteus Heer, 1837; ?in litt. ?Lugano
~gigas Heer, 1841, nec Creutzer, 1799 ?Lugano
~bicolor Letzner, 1850; un
~cyanescens Letzner, 1850; un
~tricolor Letzner, 1850; un
~versicolor Letzner, 1850; un
~violaceus Letzner, 1850; un
~virescens Letzner, 1850; un
=angustulus Haury, 1876 Banat:Bazias
~obscurus Dalla Torre, 1877; un
=montenegrinus Kraatz, 1878 Montenegro
~chlorizans Dalla Torre, 1879; un
=kaadeni Schaufuss, 1880
=bohemicus Haury, 1881 Bohemia
=liburnicus Haury, 1881 Croatia:?
~minor Haury, 1881, nec Kraatz, 1860
~laticollis Roeschke, 1896, nec Sturm, 1826 "Mark Brandenburg"
=germanicus Semenov, 1898; nec ?; nom.pro laticollis Roeschke "Mark Brandenburg"
=neustrius Lapouge, 1900 Bretagne
~aurulentus Lapouge, 1902; un Bretagne
=ulcerosus Lapouge, 1902 Banat
=roeschkeanus Semenov, 1906; nom.pro germanicus Semenov "Mark Brandenburg"
=eurynotus Lapouge, 1913 S-Romania:Comana
=siegwarti Born, 1914 Locarno
=exemtus Kolbe, 1917 "Agram"
=paniscus Kolbe, 1917 Wienerwald
=petax Kolbe, 1917 "Südtirol:Bozen, Klausen, Gardasee"
=bosniensis Born, 1918 Bosnia, Hercegovina & S-Montenegro
=chionobatus Born, 1918 Makedonia/Kosovo:Shar Dag
=starensis Born, 1918 Bulgaria:"Stara Planina, Sofia env., Vitosha, Klissura, Rila Mts."
=carnicus Depoli, 1926 "Alpi Carniche:Mt.Talm"
=macedonicus Jureček, 1928 S-Macedonia:Pelister Mts.:"Peristeri nr.Monastir"
~weiratheri Breuning, 1934; un NW-Greece:Kerkyra Island; SW-Albania; "Korfu"(=Kerkyra)
~bucovinensis Marcu, 1934; un N-Romania:?
=marchali Raynaud, 1971
=subrhodopensis Blumenthal, 1976 NE-Greece:Thraki:Silo Massif nr.Essimi
~jauffreti Merceron, 1995; un Alpes-Maritimes:N of Nice:nr. Saint*Blaise:Mt.Cima


ssp. lefebvrei Dejean, 1826 Sicily; S-Italy:Calabria:Aspromonte Massif
=aspromontanus Born, 1918 Aspromonte Massif

ssp. bayardi Solier, 1835 S,C-Italy:Roma env.to Calabria(Napoli)
=silaensis Haury, 1881 La Sila Massif
=leonii Born, 1902 "Basilicata"
=molisensis Born, 1918 Latium:Pagano:nr.Castel di Sangro
=lombardii Luigioni, 1927 Firenze(?introduced)


ssp. krueperi Reitter, 1896 E-Greece:Thessalia:Magnesía:"Volo"(=Vólos), Larisa:Ossa Massif

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Taxonomy, ecology, biomonitoring , faunistic of Staphylinidae


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MessaggioInviato: 28/06/2016, 22:17 
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Nome: Maurizio Gigli
Sicuramente Carabus lefebvrei bayardi non è legato a terreni silicei, anzi credo che non gli importi nulla del tipo di terreno. L'ho trovato su terreni sabbiosi a circa 100 m dal mare (praticamente il retroduna), come su arenarie in bassa montagna, ma anche sui rilievi calcarei, tra 400 a 1200 metri, forse più, generalmente in vallette, non lontano da ruscelli. Gli ultimi, una coppia un mesetto fa a Fiumata (Filettino, Frosinone), sotto una pietra.
Probabilmente è invece vero che preferisce luoghi piuttosto umidi.

PS - Se gli oliveti di Taurianova somigliano a quelli che ho visto poco più a Nord anni fa, non mi meraviglia che ci siano questi carabi. Non sono come i nostri! Sembrano quasi dei boschi, con piante enormi ed altissime.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 29/06/2016, 12:11 
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Gli oliveti di Taurianova sono come dici tu, ma settembre/ottobre non è la nostra stagione delle piogge e il terreno era abbastanza riarso dopo l'estate, ma quello che mi ha colpito è l'esemplare di Campo Calabro/Matiniti: le colline sopra lo Stretto di Messina alla fine dell'estate sono il tipico ambiente steppico con oliveti bassi e radi ed ampie radure con vegetazione annuale secca. Avevo posto la trappola accanto ad un rudere a mattoni e calce, esposta a Nord per farla durare di più dato il caldo.
Questo ambiente è molto simile a quello di Brancaleone e Palizzi (costa jonica reggina) dove alle prime piogge di settembre compare il coriaceus. Purtroppo pur avendo tenuto le trappole per oltre un mese non ci fu nemmeno un giorno di pioggia....

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