Osmoderma ha scritto:
Se c'è qualche errore, o qualche informazione di base da integrare fatelo presente.

Più che errori, diciamo che lo Zangheri ha dato solo delle informazioni molto di base. In realtà le cose sono un po' più complesse, articolate e varie.
Cominciamo col dire che il fatto di raccogliere i rami spezzati (a terra?) è molto limitante, perchè molte specie non depongono lì, ma in condizioni diverse. Comunque non credo ci sia bisogno di riportare brani dello Zangheri, ottimo libro, ma certo non specializzato in allevamenti di xilofagi, quando qui sul Forum c'è parecchia gente che questi allevamenti li fa da decenni.
In ogni caso, questa discussione nasce in realtà, se ho ben capito l'intenzione di Omar, con l'intento di esplorare i vari sistemi di conservazione della legna, non come raccogliere quella adatta ad allevare xilofagi. Quindi, i vari tipi di contenitori utilizzati, pregi, difetti, ecc., e dove tenerli.
A questo proposito, i contenitori indicati sullo Zangheri, che sono del tipo classico, hanno di buono che permettono di individuare facilmente gli adulti neosfarfallati delle specie attirate dalla luce, come ad esempio praticamente tutti i Buprestidi, ma non vanno altrettanto bene per le specie non attirate od addirittura lucifughe, perchè nel barattolo trasparente non vedremmo niente e magari dentro la scatola è pieno di Cerambycidae che si massacrano, muoiono, seccano, ecc.
Bisogna anche vedere di cosa è fatto il contenitore principale, opaco. Se è di cartone, o altro materiale "bucabile" da larve o adulti, ci sono seri problemi per la lunga conservazione (che può andare molto oltre i 2-3 anni ottimisticamente indicati dallo Zangheri - io ho roba che esce da legni presi più di 10 anni fa).
I contenitori più pratici si devono scegliere anche in funzione di dove si terranno. Se stanno in casa, o comunque in un posto coperto e non al sole, è un conto. Se si tengono all'aperto, sotto il sole, è molto diverso.
Nel secondo caso, bisogna tener conto del fatto che:
- i contenitori in metallo non vanno bene perchè si scaldano troppo
- i contenitori di plastica vanno bene se arieggiati con qualche forellino (altrimenti quando la temperatura scende, di notte o d'inverno, si forma condensa nella cassetta, a volte tanto da formare uno strato d'acqua sul fondo, specialmente se contengono legno tagliato da parti vive della pianta), ma bisogna tener conto del fatto che dopo 2-3 anni vanno sostituiti perchè la plastica con gli UV del sole tende a diventare fragile e infine ci si sbriciola in mano
- i contenitori in vetro si comportano circa come quelli di plastica, ma non si danneggiano con gli UV. Devono però avere almeno qualche buchetto sul coperchio (in plastica o legno), per lo stesso motivo (condensa)
- i contenitori in legno, specie se con uno o più lati in reticella metallica, sono in assoluto i migliori, ma non si trovano già fatti, e bisogna costruirseli. Il sole non gli fa nulla, ma si rovinano, col tempo, a causa della pioggia (io comunque ne ho sul balcone da più di 10 anni e ancora durano)
Se invece si tengono in casa, o comunque al riparo dalla luce solare e dalla pioggia, ci sono molti meno problemi. La plastica dura praticamente in eterno, come pure il legno, il metallo non si surriscalda, il vetro idem. C'è anche meno problema di condensa, per le temperature più costanti.
Il motivo per cui, malgrado tutto, io tengo quasi tutto fuori, è che:
- gli sbalzi di temperatura sono simili a quelli che le larve subiscono in natura, e così possono sincronizzarsi col ritmo stagionale. Si evitano sfarfallamenti in periodi innaturali (il vero periodo di sfarfallamento è un dato importante) e che certe specie non sfarfallino proprio perchè restano in attesa del netto cambiamento di temperatura dopo la fine dell'inverno.
- inoltre gli UV riducono la formazione di muffe
- evito di trovarmi, come mi è capitato in passato, la casa invasa da Betilidi, fastidiosissimi e dolorosissimi
Poi ci sono i contenitori di fortuna, comunque utilizzabili: bottiglie di plastica, contenitori di gelato, barattoli di conserva, ecc. Ho usato perfino le scatolette di formaggio spalmabile!
Una cosa di cui tenere conto: quanto tempo si deve tenere la legna prima di buttarla?
Dipende dal tipo di legna e da cosa c'è dentro. La seconda cosa non sempre si sa, per cui a volte bisogna andare un po' a tentativim e in caso di dubbio, meglio tenere la legna qualche anno di più.
Comunque sia, se si tratta di rametti di piccole dimensioni, magari originariamente vivi, quindi attaccati da specie che si comportano come parassiti primari, legati a tessuti vegetali ancora vivi, o morti da poco, oppure di radici e fusti di arbusti, o ancora parti di piante prevalentemente erbacee o scarsamente lignificate, in genere esce quasi tutto entro l'anno successivo (se non l'anno stesso della raccolta). Per sicurezza, meglio tenerli un paio d'anni. Se escono specie annuali che ridepongono sullo stesso legno, anche di più.
Se invece si tratta di rami più grandi, parti raccolte già secche, ecc., meglio tenerle diversi anni. Intanto ci sono specie che non si sviluppano in natura in un anno, ma in 2, 3, 4 anni. Poi, in allevamento, soprattuto a causa del disseccamento del legno e del suo impoverimento, i tempi possono allungarsi anche parecchio (record di un Buprestis (Cypriacis) di non ricordo quale specie, ma parente del nsotro splendens, di circa 20 anni). Mi sono nate delle Acmaeodera, da legni da cui quelle specie non erano mai uscite, dopo 7-8 anni. Inoltre alcune specie, sia tra Cerambycidae che Buprestidae, sono in grado di accoppiarsi e deporre nelle cassette sugli stessi legni, ed in questo caso si possono avere 2, 3 o più generazioni, allungando quindi di molto i tempi in cui quel legno resta per noi fruttuoso. Col passare delle generazioni gli individui tendono a diventare di solito più piccoli, o per consanguineità eccessiva, o per la degradazione del legno, finchè alla fine la piccola popolazione in allevamento si estingue ed è ora di liberare il contenitore.
Un ultimo (per ora) consiglio: prima di buttare la legna vecchia, sempre meglio spaccare ogni singolo rametto, In genere si aprono per lungo in 2, poi in 4, e così via, fino a ridurlo a strisciette, perchè spesso vi si trovano all'interno adulti morti in celletta, ma magari in perfette condizioni, solo da ammorbidire e preparare. Capita soprattutto con legni di zone calde, magari esotiche, tenuti in casa, dove le temperature non salgono mai oltre un certo valore.