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Nozioni di storia geologica su Sicilia, Sardegna ed altre regioni del Mediterraneo



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MessaggioInviato: 12/02/2016, 18:07 
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Iscritto il: 19/06/2012, 14:35
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
Ciao a tutti,
Capisco che questo non è proprio nell'ambito del forum, ma il tutto mi sarebbe utile alla ricostruzione della biogeografia di alcune mantidi.
In particolare, questi sono i quesiti:
1) quand'è che la placca sardo-corsa-balearica si è distaccata dalla Spagna orientale e quando ha lasciato dietro di se le Baleari e procedendo con le isole Sardegna e Corsica?
2) quali sono le isole arcaiche che hanno formato la Sicilia? E che origine hanno? Una di queste potrebbe essersi staccata dall'Algeria o dalla Tunisia? Il collegamento tra la Sicilia e le isole ad esse meridionali è stata limitata al Messiniano? E quello tra le isole minori e il Nord Africa? Vi è mai stato un ponte tra Tunisia e Sicilia antecedente al Messiniano?
3) che cos'è di preciso l'Alboran? Se ho capito bene era una raggruppamento di isole posto tra Spagna e Algeria che poi si è frammentato in Kabilia ed altre isole. L'Alboran ha mai permesso un contatto tra Spagna e Algeria? E' mai stato in contatto con la sola Spagna? E' sprofondato nel Mediterraneo oppure è stato inglobato dal massiccio dell'Atlante quando questo è avanzato verso nord?
Grazie a tutti. Sono ben accetti lavoro che trattano di questi scenari paleo-mediterranei.
Ciao


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 18:26 
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Iscritto il: 22/12/2009, 13:31
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Località: Napoli
Nome: Francesco Izzillo
marco villa ha scritto:
Ciao a tutti,
Capisco che questo non è proprio nell'ambito del forum, ma il tutto mi sarebbe utile alla ricostruzione della biogeografia di alcune mantidi.
In particolare, questi sono i quesiti:
1) quand'è che la placca sardo-corsa-balearica si è distaccata dalla Spagna orientale e quando ha lasciato dietro di se le Baleari e procedendo con le isole Sardegna e Corsica?
2) quali sono le isole arcaiche che hanno formato la Sicilia? E che origine hanno? Una di queste potrebbe essersi staccata dall'Algeria o dalla Tunisia? Il collegamento tra la Sicilia e le isole ad esse meridionali è stata limitata al Messiniano? E quello tra le isole minori e il Nord Africa? Vi è mai stato un ponte tra Tunisia e Sicilia antecedente al Messiniano?
3) che cos'è di preciso l'Alboran? Se ho capito bene era una raggruppamento di isole posto tra Spagna e Algeria che poi si è frammentato in Kabilia ed altre isole. L'Alboran ha mai permesso un contatto tra Spagna e Algeria? E' mai stato in contatto con la sola Spagna? E' sprofondato nel Mediterraneo oppure è stato inglobato dal massiccio dell'Atlante quando questo è avanzato verso nord?
Grazie a tutti. Sono ben accetti lavoro che trattano di questi scenari paleo-mediterranei.
Ciao

Per gli scenari paleo devi aspettare " 'o Prufessore "! :to:

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Francesco Izzillo


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 18:35 
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Iscritto il: 19/06/2012, 14:35
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
f.izzillo ha scritto:
marco villa ha scritto:
Ciao a tutti,
Capisco che questo non è proprio nell'ambito del forum, ma il tutto mi sarebbe utile alla ricostruzione della biogeografia di alcune mantidi.
In particolare, questi sono i quesiti:
1) quand'è che la placca sardo-corsa-balearica si è distaccata dalla Spagna orientale e quando ha lasciato dietro di se le Baleari e procedendo con le isole Sardegna e Corsica?
2) quali sono le isole arcaiche che hanno formato la Sicilia? E che origine hanno? Una di queste potrebbe essersi staccata dall'Algeria o dalla Tunisia? Il collegamento tra la Sicilia e le isole ad esse meridionali è stata limitata al Messiniano? E quello tra le isole minori e il Nord Africa? Vi è mai stato un ponte tra Tunisia e Sicilia antecedente al Messiniano?
3) che cos'è di preciso l'Alboran? Se ho capito bene era una raggruppamento di isole posto tra Spagna e Algeria che poi si è frammentato in Kabilia ed altre isole. L'Alboran ha mai permesso un contatto tra Spagna e Algeria? E' mai stato in contatto con la sola Spagna? E' sprofondato nel Mediterraneo oppure è stato inglobato dal massiccio dell'Atlante quando questo è avanzato verso nord?
Grazie a tutti. Sono ben accetti lavoro che trattano di questi scenari paleo-mediterranei.
Ciao

Per gli scenari paleo devi aspettare " 'o Prufessore "! :to:

Come scenario paleo-mediterraneo sarebbe già qualcosa un video della tua routine quotidiana! :to:


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 18:38 
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Iscritto il: 02/09/2009, 20:57
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Località: Cagliari
Nome: Roberto Rattu
Ciao Marco, ma ti interessa un po' di bibliografia su questi argomenti? Inizierei a consultare i lavori al questo link.

:hi:


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 18:42 
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Iscritto il: 19/06/2012, 14:35
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
Fumea crassiorella ha scritto:
Ciao Marco, ma ti interessa un po' di bibliografia su questi argomenti?

Certamente. Se hai dei documenti ti sarei grato se me li mandassi :birra:
:hi:


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 18:50 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
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Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
Mi sa che se sei alla ricerca di "ponti" cerchi una biogeografia di almeno 50 anni fa.
R


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 18:54 
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Iscritto il: 19/06/2012, 14:35
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
Fumea crassiorella ha scritto:
Ciao Marco, ma ti interessa un po' di bibliografia su questi argomenti? Inizierei a consultare i lavori al questo link.

:hi:

Grazie, ora vedo il link :ok:
:hi:

Hemerobius ha scritto:
Mi sa che se sei alla ricerca di "ponti" cerchi una biogeografia di almeno 50 anni fa.
R

Non saprei come definire in altro modo qui punti di passaggio dove uno stato per un determinato periodo si collega ad un altro. :?


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 18:54 
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Iscritto il: 02/09/2009, 20:57
Messaggi: 8701
Località: Cagliari
Nome: Roberto Rattu
Certamente da consultare anche il Journal of Biogeography. In alto a dx c'è una utilissima maschera di ricerca: prova ad es. a digitare Alboran: appaiono numerosi risultati. Se trovi qualche articolo eventualmente scaricabile solo a pagamento segnalamelo che te lo procuro.

:hi:


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 19:13 
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Località: Roma
Nome: Maurizio Gigli
In questo momento non posso rispondere, però voglio almeno farmi una risata per questo:
marco villa ha scritto:
f.izzillo ha scritto:
Per gli scenari paleo devi aspettare " 'o Prufessore "! :to:

Come scenario paleo-mediterraneo sarebbe già qualcosa un video della tua routine quotidiana! :to:
:lol: :lol: :lol:

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 12/02/2016, 19:17 
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Iscritto il: 02/02/2009, 23:32
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Località: da Ferrara ad Alghero
Nome: Roberto A. Pantaleoni
La teoria dei "ponti" è precedente addirittura a quella della tettonica a zolle ;) .
Adesso poi anche teorie come quelle del mio amato Marcello La Greca (zoologo, entomologo e biogeografo su cui testi mi sono formato) con le zolle della Kabilia che dall'Iberide vanno ad inserirsi nella zolla Africana, ecc ecc, si stanno sgretolando sotto un dato che viene sempre più confermato: le specie evolvono molto più velocemente e sono molto più mobili (ovviamente si parla in generale) di quanto si pensasse. L'invasione della genetica ha poi reso la biogeografia una materia da specialisti con alle spalle laboratori di un certo livello tecnologico.
R

PS: aspettiamo Julodis per i dettagli ;) !


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 19:34 
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Iscritto il: 19/06/2012, 14:35
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Località: Alfonsine (RA)
Nome: Marco Villani
Hemerobius ha scritto:
La teoria dei "ponti" è precedente addirittura a quella della tettonica a zolle ;) .
Adesso poi anche teorie come quelle del mio amato Marcello La Greca (zoologo, entomologo e biogeografo su cui testi mi sono formato) con le zolle della Kabilia che dall'Iberide vanno ad inserirsi nella zolla Africana, ecc ecc, si stanno sgretolando sotto un dato che viene sempre più confermato: le specie evolvono molto più velocemente e sono molto più mobili (ovviamente si parla in generale) di quanto si pensasse. L'invasione della genetica ha poi reso la biogeografia una materia da specialisti con alle spalle laboratori di un certo livello tecnologico.
R

PS: aspettiamo Julodis per i dettagli ;) !

Io sono uno dei maggiori estimatori di La Greca. Il suo lavoro sulla componente gonwaniana negli ortotteri dell'Anatolia è una vera e propria opera d'arte :shock: Sono dispiaciuto che le sue ipotesi si stiano rivelando parzialmente false. Tuttavia, alcune cose a mio parere sono un dato di fatto in quanto le sto lentamente dimostrando con la biogeografia degli Amelini. Ad esempio: vi siete mai chiesti come mai le mantidi del genere Pseudoyersinia (quelle ad ali corte ed occhi conici) hanno ali ridotte sebbene siano diffuse indifferentemente sia in aree continentali (Francia, Algeria) che in isole (Sicilia)? Io questa cosa la spiego come un'origine dall'isola di Alboran, che poi si è scontrata con il nord Africa e quindi, queste specie che durante il loro periodo insulare avevano sviluppato organi di volo corti (brachitterismo insulare, tipo kiwi e pappagalli della Nuova Zelanda), sono diventate continentali. Poi si sono diffuse altrove, inclusa la Sicilia e la Francia. Questo nel caso l'Alboran si fosse scontrato con l'Africa intorno a 30 milioni di anni fa.
Ma quindi c'è un lavoro riassuntivo dove vengono spiegate le attuali conoscenze sulla formazione del Mediterraneo come lo conosciamo oggi?


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MessaggioInviato: 12/02/2016, 23:09 
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Nome: Maurizio Gigli
Hemerobius ha scritto:
PS: aspettiamo Julodis per i dettagli ;) !


Non aspettate me come se fossi chissà quale esperto di biogeografia.
Purtroppo non ne so quasi niente, e quel poco che so l'ho letto qua e là negli anni, o sono conclusioni a cui sono giunto mettendo assieme il poco che ho letto con osservazioni sul campo. Però credo di essere uno dei pochissimi insegnanti di scienze delle superiori a farci circa un mese di lezione nell'ultimo anno. Si tratta però di lineamenti generali, senza poter scendere nei particolari.

Arrivando alle complesse richieste di Marco, faccio solo una breve (lo sottolineo per Francesco) considerazione:
La storia geologica del Mediterraneo è probabilmente una delle più complesse, e credo non sia stata ancora ben chiarita, però, per capire la distribuzione delle specie, io credo che potremmo anche evitare di scervellarci per capire che è successo nei periodi precedenti la crisi del Messiniano. In sostanza, che l'Alboran sia finito per unirsi col Maghreb o con altro, o non sia mai neanche esistito, penso che troveremmo ben poche tracce nel popolamento attuale.
Sicuramente c'è stato, nell'area mediterranea, un forte rimescolamento di flore e faune dall'Eurasia e dall'Africa, e non poteva essere altrimenti, visto che gran parte dei territori circummediterranei, ecludendo Francia, penisola iberica e poco altro (compreso il complesso sardo-corso) sono fondali emersi, e come tali hanno solo potuto ricevere flora e fauna dalle zone circostanti.
Però qualunque tipo di flora e fauna si fosse in seguito sviluppata nell'area mediterranea, deve essere stata quasi completamente annientata durante la crisi di salinità del Messiniano. Tra 6 e 5 milioni di anni fa, con il Mediterraneo quasi completamente prosciugato, con solo alcuni mari interni tanto salati da essere saturi, ed il resto ridotto ad una enorme depressione coperta di sale, le condizioni nei territori circostanti dovevano essere terribili. Considerando che la depressione doveva arrivare intorno a 4000 m sotto il livello del mare, e che le temperature variano di circa 6°C per chilometro, in meno, salendo di quota, in più, scendendo, vuol dire che le temperature invernali nell'infernale depressione mediterranea dovevano essere oltre 30°C, e raggiungere 60° - 70°C d'estate, ma non come temperature eccezionali, raggiunte ancora, qualche volta, nel Sahara settentrionale, ma come temperature normali. Questo vuol dire che tutta l'area circummediterranea doveva essere molto più calda ed arida che in precedenza, a causa di questa enorme fornace. Risultato: sterminio della maggior parte della flora e della fauna.
Quel poco che era sopravvissuto fino al termine della crisi messiniana, ed al ritorno del Mar Mediterraneo, 5 milioni di anni fa, ha dovuto fare i conti con la risalita da Sud della Flora e Fauna africane, da Est di quelle provenienti dal Medio Oriente, e da Nord dall'Europa. Per cui ci si è venuti a trovare con un mosaico di ambienti in cui si mescolavano flore e faune di origine molto diversa, ed in cui l'originale componente mediterranea, se così possiamo chiamarla, andava sempre più attenuandosi. Ma non è finita qui, perchè nel Pleistocene, più o meno a cominciare da 1,5 milioni di anni fa, iniziano a diventare consistenti le variazioni climatiche, prima poco percettibili, che innescano il susseguirsi di periodi glaciali ed interglaciali. Questo comporta un continuo spostarsi verso Sud e verso Nord delle varie componenti di flora e fauna, con la componente nordica eurasiatica che invade l'area mediterranea nei glaciali, e quella africana che ritorna negli interglaciali, con diverse modalità a seconda della morfologia del territorio (l'Italia si è trovata in una posizione sfavorevole per il ritorno delle faune calde, non avendo una connessione diretta con il Nord Africa, mentre la Penisola Iberica e quella Balcanica potevano essere raggiunte più facilmente).
Fatto sta che ogni passaggio da glaciale ad interglaciale e vice-versa, non solo mutava completamente l'aspetto della flora e soprattutto della fauna, ma le impoveriva sempre più. Di fatto, è mancata la stabilità nel tempo degli ambienti, che è un requisito fondamentale per l'arricchimento delle biocenosi. E nell'utimo periodo, le quattro glaciazioni particolarmente forti che si sono succedute da 700.000 a 12.000 anni fa, Günz, Mindel, Riss e Würm, hanno portato all'estinzione un gran numero di taxa che erano riusciti ad arrivare fino a quel momento.

Attualmente, che c'è rimasto di più antico del Messiniano? Credo ben poco. Per quanto riguarda la vegetazione, credo che i resti più importanti siano i pochi residui di laurisilva, attualmente confinati alla Canarie, Madera, Azzorre e, per quanto rigurada l'area mediterranea in senso più stretto, a qualche residuo minimo nella Penisola Iberica e nel Marocco atlantico. Per la fauna, forse ancora meno.

In conclusione, credo che per spiegare la distribuzione delle tue mantidi tu debba tenere in considerazione fatti più recenti di Alboran. Tra l'altro, facendo riferimento al tuo esempio del brachitterismo, è vero che spesso si sviluppa come conseguenza della vita sulle isole, ma deve trattarsi di isole piuttosto piccole, altrimenti è difficile che si manifesti, o meglio, ha la stessa probabilità di manifestarsi che ha su un continente. Almeno, io mi riferisco ai casi di brachitterimo, o di scomparsa totale delle ali, negli insetti. Il brachitterismo negli uccelli, che hai citato come esempio, ha motivazioni diverse, e può verificarsi tranquillamente anche in isole molto grandi.

In sintesi, la perdita della capacità di volo negli insetti nelle piccole isole dipende soprattutto dal fatto che più un insetto tende a volare, più verrà portato via dall'isola dai venti. E che muoia in mare, o finisca per salvarsi e riprodursi altrove, non fa comunque più parte della popolazione dell'isola. Di conseguenza, i geni che permettono di costruire le strutture atte al volo diventano sempre meno frequenti nella popolazione insulare, finchè dopo un certo numero di generazioni gli individui saranno incapaci di volare.
Negli uccelli il motivo è diverso. Fondamentalmente, il volo è loro utile, oltre che per spostarsi, per sfuggire ai predatori non volatori. Se stanno su un'isola in cui non ci sono predatori non volatori (che per gli uccelli sono fondamentalmente mammiferi e rettili), volare diventa meno utile, anzi, diventa un inutile dispendio di energia. Per cui, non essendoci più una pressione selettiva a mantenere nella popolazione dei buoni geni per il volo, si accumulano le mutazioni "dannose", finchè si perde la capacità di volo (spesso insieme si verifica un aumento di dimensioni e peso, che può costituire un carattere favorevole in un ambiente privo di predatori).

Per cui, il brachitterismo delle Pseudoyersinia penso proprio vada cercato in qualcosa di diverso da un adattamento alla vita insulare, almeno, non certo in Sicilia, che è troppo grande. Se poi si fossero evolute, che so, a Madera (dico un'isola a caso, di dimensioni ridotte e probabilmente ventosa), allora potrebbe anche essere.

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Maurizio Gigli
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MessaggioInviato: 12/02/2016, 23:25 
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Nome: Maurizio Gigli
marco villa ha scritto:
Hemerobius ha scritto:
Mi sa che se sei alla ricerca di "ponti" cerchi una biogeografia di almeno 50 anni fa.
R

Non saprei come definire in altro modo qui punti di passaggio dove uno stato per un determinato periodo si collega ad un altro. :?

Se con ponti consideriamo i ponti continentali nel senso originale del termine, giustamente non ne tiene più conto nessuno, o quasi. Follie come Atlantide o Lemuria rientrano in strane teorie ormai abbandonate da tempo.
Da quando possiamo tracciare il profilo del fondali marini, non c'è più dubbio che non esiste traccia di questi ipotetici continenti sommersi, o collegamenti tra continenti, poi sprofondati.

Però è indubbio che, su scala più limitata, sia geografica che temporale, tratti di fondale marino siano emersi più volte, non per uno spostamento dei fondali, ma per una diminuzione del livello degli oceani nei glaciali.
Penso ad esempio all'unione, nei periodi glaciali, tra Alaska e Siberia, in corrispondenza dello stretto di Bering, o alla unione di parte delle isole dell'Indomalesia in un'unica massa continentale unita all'Asia, o della Nuova Guinea con l'Australia o, più vicino a noi, di Malta con la Sicilia, Lampedusa con la Tunisia, la Sardegna con la Corsica, la Gran Bretagna con l'Europa, ecc.

Immagino che Marco si riferisse a fenomeni del genere, non ai ponti continentali classici.

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MessaggioInviato: 13/02/2016, 8:52 
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Nome: Roberto A. Pantaleoni
Ho fatto bene a suggerire di aspettare Maurizio :ok: .
Mi sento di sottolineare che tutte le ricerche di biogeografia genetica che mi sono recentemente capitate sottomano trattano di speciazioni recenti (ultime glaciazioni) o recentissime (poche migliaia di anni). Il fenomeno di speciazione può essere rapidissimo e a noi questo spesso sfugge !!!
Il Mediterraneo è stato soggetto ad un altro fattore di "complicazione" biogeografica, noto ma assolutamente sottovalutato nella sua entità: il rimescolamento antropico. Non si ha idea di quanto l'uomo antico con i suoi viaggi abbia rimescolato flora e faune, e non solo volontariamente, ma anche involontariamente col trasporto di zavorre (terra e pietre) e materiali "biologici" (tronchi ad esempio). L'azione antropica è un potente fattore di disturbo perché altera la composizione della fauna delle isole sia rispetto alle teorie biogeografiche classiche che a quelle ecologiche (teoria di Wilson e MacArthur e suoi sviluppi).
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MessaggioInviato: 13/02/2016, 9:59 
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Nome: Maurizio Gigli
Perfettamente d'accordo con Roberto.

Altro elemento di cui non bisogna trascurare l'importanza per capire il popolamento mediterraneo è il Sahara. Attualmente costituisce una barriera quasi insuperabile per tutta la fauna non volatrice, e anche per parte di quella volatrice. Ma questa è una situazione recente, instauratasi dopo la fine del Würmiano. In passato, prima del Würm, era savana, e consentiva quindi il passaggio di fauna africana, che negli interglaciali riusciva a colonizzare la zona mediterranea. Perfino l'Italia, benché sfavorita dal mancato collegamento col Nord Africa, presentava una fauna di tipo africano. Qui da me vivevano elefanti, ippopotami, rinoceronti, leoni, iene, leopardi, coccodrilli, ecc., misti a specie di origine europea. Ed anche se meno appariscenti, non vedo perché non dovessero esserci anche insetti di origine africana. L'ultimo glaciale, il Würmiano, ha spazzato via questa fauna calda, che nell'interglaciale successivo, ovvero adesso, non è riuscita a tornare a causa della barriera costituita dal deserto, che man mano che il clima in Europa diventava più caldo, si estendeva in Nord Africa a partire da oriente. 10.000 anni fa alcune zone del Sahara erano ancora praterie con caratteristiche variabili dalla savana alla steppa, ma ormai troppo ridotte per consentire un agevole passaggio della fauna, e gradualmente si è giunti alla situazione attuale (ancora in epoca romana, l'estensione del deserto in Libia e Tunisia era decisamente minore di oggi. Basti pensare che usavano il termine silva riferendosi ai territori intorno ai laghi salati tunisini, principalmente lo Chott el Djerid, in cui adesso è possibile trovare solo qualche striminzita acacia nei punti più favorevoli). Si è poi aggiunto l'altro ostacolo, costituito dalla presenza di una nuova specie invadente nell'area mediterranea, noi.

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Maurizio Gigli
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